Dinamismo, tenacia e grande imprevedibilità: il mix perfetto di Federico Di Francesco
LA SCHEDA
Dicesi ‘Corvinata’ un autentico colpo di mercato a firma di Pantaleo Corvino - responsabile dell’Area Tecnica del Lecce - ovvero un’operazione di calciomercato che diventa assolutamente memorabile perché permette il tesseramento di un calciatore talentuoso ad un prezzo contenuto e con un’intuizione davvero geniale. Quella che però ha portato Federico Di Francesco in giallorosso potrebbe essere la ‘Corvinata delle Corvinate’: il forte esterno offensivo, da poco diventato 28enne, arriva a titolo definitivo dalla Spal (dove era praticamente in scadenza di contratto) per una cifra che potremmo definire irrisoria, se rapportata all’importanza della sua carriera e al suo score ottenuto fin qui, ovvero 200.000 euro versati subito, più un bonus di 500.000 da riconoscere al club ferrarese in caso di salvezza per i giallorossi e al raggiungimento di risultati individuali ottenuti dal calciatore. All’atleta, invece, il club di Via Costadura ha fatto sottoscrivere un contratto di tre anni. Una trattativa conclusa al meglio delle possibilità, dato che la scorsa stagione Di Francesco era in prestito con diritto di riscatto all’Empoli e i toscani avevano un’opzione su di lui pari a due milioni di euro, e che per il Lecce riveste un'importanza fondamentale, così come sembra confermare il video di presentazione a lui dedicato sui social.
Nel leggere il suo nome (o meglio, il suo cognome), a tutti i tifosi viene in mente un’associazione che di fatto è scontata: l’ho già sentito da qualche parte. E infatti Federico è figlio d’arte, in quanto il padre è Eusebio, ex centrocampista centrale con un glorioso passato alla Roma e anche in Nazionale, nonché un trascorso sulla panchina del Lecce, in una sfortunata parentesi del campionato di Serie A della stagione 2011-2012, conclusosi anzitempo con un esonero.
Il legame di Federico con Eusebio è speciale per entrambi: sebbene il nuovo tesserato del Lecce preferisca salire agli onori delle cronache per quanto riesce a fare lui piuttosto che per associazione ad una personalità forte e famosa, come quella del padre, è comunque unito a doppio filo al suo genitore. ‘Se quel giorno verrà, vorrà dire che saremo avversari per 90 minuti, sempre che Federico sia stato bravo a conquistarsi il posto in squadra’, diceva Eusebio nel 2014 parlando di una possibile sfida in campo contro il figlio. Un ‘duello’ che arriva il 23 Ottobre 2016, anche se per soli 2 minuti, in occasione della sfida Bologna-Sassuolo (terminata 1-1), con Federico con indosso la maglia rossoblu ed Eusebio sulla panchina dei neroverdi. ‘Un po' pignolo, ma non certo integralista. Papà ama mettersi in discussione, sa convivere con le critiche, è uomo aperto, per nulla rancoroso. Per me è un modello calcistico, oltre che di vita. Molto bello. Ora tra noi c'è un dialogo da uomini, un rapporto alla pari. Quando ero più piccolo con me, sarà che sono il primogenito, era molto pignolo. E certe volte, mamma mia... Diciamo che mi piacerebbe essere allenato da un allenatore come lui, poi è mio padre e diventa complicato. Mai dire mai, però. Vorrei fare meglio di lui. Ma troppo devo pedalare. E’ difficile superarlo, ma è un mio obiettivo. È una sana rivalità. Non mi ha mai dato consigli come allenatore, è uno molto discreto in questo. Mi ha sempre lasciato fare, mi ha dato la possibilità di inseguire i miei sogni. Lo sento vicino come padre, non come allenatore. Il suo essere pignolo adesso lo vedo come un esempio. Si, una volta dicevo ‘che pizza, papà’; oggi mi sento di seguire certi insegnamenti, faccio attenzione ad altre cose che prima non notavo. E quelle frasi te ne accorgerai quando sarai grande, oggi capisco che sono vere. E’ una persona che stimo. E' sempre tranquillo, educato con tutti. Comunque, non vorrei essere allenato da mio padre... mi fa correre troppo’, dirà qualche tempo dopo Federico, che è uno che sente il legame con la famiglia in maniera particolare: nonno Arnaldo un punto di riferimento, un grande lavoratore; mamma Sandra che fa da ‘mediatrice’ fra le due forti personalità di casa; nonna Silvana, trentina, che, come accade spesso, è molto legata al nipote maschio (‘Differenze tra padre e figlio? Hanno caratteri diversi. Federico è molto più calmo e pacato, Eusebio da ragazzino era terribile, un diluvio’); i fratelli Luca e Mattia; e poi, lo zio Walter: ‘Non mi aspettavo che arrivasse subito in serie A. I ragazzi di oggi sono spesso appagati, ma lui si è messo a lavorare duramente liberandosi del macigno del cognome. Federico mi ha meravigliato, ha mostrato un carattere eccezionale. Umiltà, sacrificio e altruismo sono tratti che ha in comune con il padre’. Un padre che ha sempre voluto defilarsi dalla carriera di Federico, per evitare di metterlo sotto una scomoda ombra: ‘Fin dagli inizi l’ho sempre trattato più da papà che da allenatore. Gli ho insegnato l’educazione, il rispetto e la passione. Che significa dare il massimo in tutto quello che si fa. Spesso non vado neanche a vederlo, giusto per non diventare io il protagonista. Prima questo cognome gli pesava di più, all’inizio trovava avversari che gli rinfacciavano di essere un raccomandato, di giocare solo perchè “era figlio di”. Adesso lui la vive con serenità, sta facendo il suo percorso. Come giocatore Federico è in gamba, più tecnico di me. Deve ancora lavorare sul carattere per arrivare ai livelli di papà, ma ha i mezzi per riuscirci. Sarebbe un conflitto di interessi allenarlo in una mia squadra? No, ma è forse più giusto che faccia la sua strada’, confesserà Eusebio.
Federico nasce il 14 Giugno 1994 a Pisa. In quel momento, infatti, il padre Eusebio è tesserato per la Lucchese. Comincia a giocare da piccolissimo, d’altronde ha in casa un esempio di tutto rispetto – il padre era un centrocampista tutto cuore e determinazione – oltre che un fratello anch’egli calciatore. Dopo esser stato, a 10 anni, negli esordienti della Roma di Andrea Stramaccioni (ma solo per l’arco di tempo di una preparazione atletica, visto che poi non è mai stato tesserato per la società capitolina), Federico passa ai dilettanti del River 65 Chieti fino ai suoi 16 anni, prima di approdare al settore giovanile del Pescara, club nel quale il padre Eusebio nel frattempo diviene il responsabile. Qui cresce notevolmente ed entra a far parte della Primavera, debuttando il 4 Dicembre 2010 nella sfida contro la Roma (tanto cara al papà Eusebio) di Alberto De Rossi, terminata 1-4 per i giallorossi. Dal marzo 2011, entra stabilmente nelle rotazioni della squadra Primavera e chiude la stagione con 18 presenze.
Per la stagione 2012-2013, Federico diviene il capitano della selezione Under 19 biancoceleste e si rende protagonista di 4 gol in 24 presenze. Un buon ruolino di marcia che non lascia indifferente l’head coach del club abruzzese, Cristian Bucchi. Così, a marzo 2012 viene aggregato alla prima squadra. Fa il suo esordio in Serie A nella trasferta contro il Parma del 23 marzo 2013, persa per 3-0, restando in campo solo 3 minuti.
Nel mese di agosto dello stesso anno, Di Francesco viene acquistato – ironia della sorte – proprio dal Parma e immediatamente girato in prestito al Gubbio, in Lega Pro, dove prende parte a 11 gare. Nel gennaio 2014 torna al Pescara, a titolo temporaneo, entrando in campo due volte (una in campionato e una in coppa) con la prima squadra e una volta con la selezione Primavera.
L'8 agosto 2014 viene nuovamente ceduto a titolo temporaneo alla Cremonese, in Serie C, dove si ritaglia uno spazio importante: sono 27 le presenze in campionato (più due in Coppa Italia), impreziosite da 5 gol e 4 assist.
I piani sono quelli di un rientro alla corte gialloblù, se non fosse per il fatto che le vicissitudini societarie si intorbidiscono irrimediabilmente: il 25 giugno 2015, Federico diviene un giocatore svincolato dopo il fallimento del Parma. Resta però senza contratto per pochissimo: l'8 luglio seguente arriva a parametro zero alla Virtus Lanciano, in Serie B, firmando un contratto di tre anni. E’ la stagione della consacrazione personale (38 gare, con 8 reti – suo career high – e 5 assist) e giocate di assoluto livello, come quella che lo porta al gol contro il Vicenza nel match al Menti del 6 febbraio 2016: una serpentina ubriacante che porta a spasso mezza difesa avversaria e con la quale trafigge il portiere vicentino, una vecchia conoscenza del calcio leccese: Francesco Benussi.
A seguito di un'ottima annata (malgrado la retrocessione del club abruzzese), è il Bologna a prelevarlo, a titolo definitivo, nell'estate del 2016, per una cifra di quasi 1,5 milioni di euro. Il 28 agosto 2016 fa il suo esordio in Serie A con i felsinei nella sconfitta in casa del Torino per 5-1, subentrando a Saphir Taider. L'11 settembre mette a segno il suo primo gol in Serie A nella partita vinta dal Bologna per 2-1 contro il Cagliari. Il 21 settembre 2016 riceve la sua prima espulsione in Serie A. Chiude la stagione con numeri assolutamente soddisfacenti: 24 presenze in campionato (con 4 gol e 3 assist) e 3 presenze in Coppa Italia (con una rete e un assist).
Nella stagione 2017-2018, Di Francesco si conferma su grandissimi livelli, indossando la maglia del Bologna per 24 volte in campionato (mettendo a segno una rete e fornendo tre assist) e in un’occasione in Coppa Italia. Un infortunio serio, però - un trauma distorsivo al ginocchio sinistro con lieve interessamento del collaterale mediale - lo tiene lontano dal campo per circa un mese, fra novembre e dicembre.
Il 4 luglio 2018 Di Francesco passa a titolo definitivo al Sassuolo, in un'operazione valutata complessivamente intorno ai 7,5 milioni di euro (si tratta di uno scambio di Falcinelli, che a sua volta dai neroverdi passa ai felsinei). Veste la maglia numero 34. Debutta il 12 agosto in Coppa Italia, nella partita con la Ternana, vinta per 5-1. Il 21 settembre segna il suo primo gol con gli emiliani nel successo per 3-1 sull'Empoli: in quell'occasione è anche autore degli assist per gli altri due gol del Sassuolo, realizzati da Kevin-Prince Boateng e Gian Marco Ferrari. Chiude l’annata con 19 presenze in campionato, alimentate da due gol e due assist, e due gare (con un’assistenza) in coppa.
Il 26 luglio 2019 approda alla SPAL, sempre in Serie A, con la formula del prestito annuale con diritto di riscatto. Va subito a segno nel debutto ufficiale con gli emiliani il 18 agosto, nel terzo turno di Coppa Italia contro la Feralpisalò, mettendo a segno il momentaneo pareggio, nella sfida vinta poi per 3-1. Conclude la stagione con 21 presenze, 3 gol e 3 assist (fra campionato e Coppa), ma retrocede in B. Per l’annata 2020-2021, Di Francesco è forse un talento sprecato per il campionato cadetto, anche perché continua a viaggiare su binari importanti (28 match, impreziosite da 4 gol e 2 assist) e arricchendo un reparto avanzato che, a turno, si mette in mostra con le sue giocate e con quelle di un certo Raul Asencio, di Marco Tumminello ma, soprattutto, di un tale Gabriel Strefezza.
Il 31 agosto 2021, Di Francesco viene ceduto in prestito con diritto di riscatto all'Empoli, partecipante al massimo campionato. Adesso, arriva al Lecce con un curriculum di tutto rispetto: 238 presenze fra i professionisti (di cui ben 120 in Serie A), condite da 32 gol e 26 assist.
Di Francesco ha anche indossato la maglia della nazionale italiana della selezione giovanile Under 19 (in due occasioni, entrambe sotto la guida di Alberico Evani, nel Maggio 2013); ha poi vestito la maglia azzurra dell’Italia B il 1° Dicembre 2015 in occasione della vittoria per 3-2 (con un suo gol, fra l’altro) sulla rappresentativa della seconda divisione della Russia; infine, il suo capitolo con l’Under 21 di Luigi Di Biagio: il 17 Marzo 2016 viene convocato per la prima volta nella selezione degli Azzurrini, con la quale debutta il 2 Settembre 2016, nella partita Italia-Serbia (1-1) disputata a Vicenza e valida per le qualificazioni all'Europeo 2017. Il 6 settembre 2016, alla sua prima presenza da titolare, realizza una doppietta nella gara di qualificazione vinta 3-0 contro l’Andorra disputata a La Spezia. A novembre va di nuovo a segno nell'amichevole (persa 3-2) contro l'Inghilterra, divenendo – al tempo - il calciatore del Bologna più prolifico con la selezione Under 21 assieme a Giacomo Bulgarelli e a Nicola Ventola.
Eccezion fatta per un’unica presenza alla Spal (nello starting eleven della prima sfida del torneo di Serie B persa in trasferta a Pisa per 1-0), la stagione 2021/2022 di Federico Di Francesco lo ha visto impegnato, in campionato, in 26 presenze complessive (delle quali 17 da titolare), per un impiego totale di 53 minuti di media a partita (1352 minuti). Ha fatto parte della Squadra della Settimana della Serie A stilata da Sofascore per una volta durante l’arco dell’annata.
Il suo apporto offensivo si è tradotto con 5 reti realizzate (una ogni 275 minuti a partita), la prima – quella del 22 Settembre 2021, nel successo casalingo sul Cagliari per 2-0 – delle quali verrà ricordata perché gli ha permesso di diventare il 100° marcatore dell’Empoli in Serie A. Tutti i gol sono stati messi a segno con conclusioni di destro e tutte da dentro l’area di rigore avversaria. Si è anche conquistato un calcio di rigore a favore. Ha viaggiato a 1,69 tiri per gara, 0,91 passaggi che hanno poi portato alla conclusione da parte di un compagno per ogni match, un indicatore generale di expected goals pari a 2,32 (0,15 i gol attesi per ciascun incontro) e un valore di expected assist di 0,06 per match, segno che la sua pericolosità per i pacchetti arretrati avversari sia stata assolutamente conclamata.
Sul piano del gioco, Di Francesco si è prodotto in 23,9 tocchi di palla per match, 0,5 passaggi chiave a gara e una grande opportunità da rete creata. La sua precisione dei passaggi si è issata al 72% (di cui l’87% per passaggi effettuati nella propria metà campo, il 61% per passaggi distribuiti nella metà campo avversaria e il 47% sulle palle lunghe).
Difensivamente parlando, Di Francesco ha contribuito poco alla fase di ripiegamento, sebbene abbia comunque accumulato 0,3 recuperi a partita e 0,3 salvataggi per match. Ha vinto il 34% dei contrasti complessivi.
In transizione, forse, poteva fare di più, dato che ha vinto solo il 37% dei dribbling tentati e ha perso 8,8 possessi di palla per incontro. Inoltre, ha commesso più falli rispetto a quanti ne abbia subiti (1,1 vs. 1,0, anche qui si parla di medie per gara) e ha collezionato 2 ammonizioni.
La media voto di Federico Di Francesco secondo Sofascore è stata pari a 6,70, ovvero il 14° miglior rendimento individuale complessivo.
Nel corso della sua attività, Di Francesco ha patito alcuni infortuni, perlopiù di natura muscolare: oltre alla già citata distorsione del ginocchio occorsa durante la sua militanza al Bologna, ha subito delle noie alla coscia, agli adduttori e al bicipite femorale durante la permanenza alla Spal (saltando 14 gare nella stagione 2019-2020) e altri stop a livello muscolare lo scorso anno, all’Empoli, rimanendo ai box per 10 match.
Understats evidenzia anche quanto Di Francesco sia stato pericoloso sul fronte offensivo, in tutta la sua carriera disputata nel massimo campionato italiano, in relazione alla posizione assunta in campo: ebbene, in campo aperto risulta essere davvero una spina nel fianco per gli avversari, grazie al valore di expected goals per partita pari a 0,17 e un corrispettivo valore di expected assists per incontro che ha raggiunto la cifra di 0,10.
L’identikit di Federico Di Francesco stilato da Football Manager 2022 mostra le caratteristiche di un centrocampista esterno offensivo, di piede destro, alto 171 centimetri e con un peso forma di 71 chili. Estremamente motivato, può ricoprire vari ruoli, sebbene prediliga occupare la posizione di ala sinistra a piede invertito (come detto, è un destro naturale). Sul lato sinistro, può giocare come attaccante esterno puro, come trovaspazi, come regista offensivo, come ala e come fulcro del gioco laterale; può parallelamente occupare le stesse posizioni anche sul lato destro; è addirittura in grado di giocare in posizione più avanzata, al centro, sia come trequartista, regista avanzato, attaccante di sostegno, rifinitore e centrocampista spiccatamente offensivo, sia come centravanti, come falso nueve, in qualità di attaccante che pressa, come uomo d’area, come seconda punta e come fulcro del gioco d’attacco (qualora dovesse essere messo in campo come terminale offensivo, in uno schieramento a due punte dà il meglio di sé se schierato a destra). In passato, Di Francesco ha trovato impiego pure come centrocampista esterno (sia a destra sia a sinistra) e quindi ha anche un background di conoscenze tecnico-tattiche riferite a tali posizioni. Per natura, Di Francesco punta la porta cercando di entrare prepotentemente nell’area avversaria, giocando spesse volte sul filo del fuorigioco e tagliando all’interno da entrambe le ali.
Gli aspetti positivi del gioco di Federico Di Francesco solo molteplici: gioca con naturalezza in molte posizioni, è fortemente motivato a segnare, si propone in un movimento senza palla che lo rende una costante spina nel fianco per i difensori, per mentalità e approccio alle sfide è considerato un leader, possiede un discreto ritmo di gioco ed è un calciatore considerato di buon livello per tutte le squadre della Serie A. Quelli negativi, invece, rimandano alla sua ridotta elevazione, la quale lo rende un colpitore di testa piuttosto scarso (anche in virtù della sua statura non particolarmente notevole).
La qualità principale di Federico Di Francesco, secondo il videogame manageriale, è la determinazione (18/20); ottimo anche il valore riferito al movimento senza palla, così come quello associato all’agilità. Molto valido l’indicatore specifico dell’integrità fisica. Veloce, rapido, freddo sotto porta, concentrato, propone un gioco fatto di coraggio, impegno, intuito, gioco di squadra e aggressività. Ha una buona dose di tecnica, sa finalizzare, ha un notevole controllo di palla, un dribbling piuttosto efficace e tenta – spesse volte con successo – la conclusione da lontano. Non è un esperto sui calci piazzati e la mancanza di un certo tipo di forza specifica lo porta ad essere carente, come già detto, sulla massima elevazione e sui colpi di testa.
Le sue peculiarità mentali lo rendono un calciatore con forte adattabilità, con una buona dose di ambizione, poco incline alle controversie e al ‘giocare sporco’, mosso da forte temperamento (che non lo rende per nulla timido nei match importanti) e da altissimi livelli di sportività e professionalità.
L’abilità attuale di Federico Di Francesco secondo Football Manager 2022 si attesta su un valore di 64/100, mentre quella potenziale – vista anche l’età è il fatto che ormai si trova nel pieno della maturità calcistica e con caratteristiche fisiche, tecniche e mentali già ben definite – arriva a quota 67/100.
Una valutazione completa di Federico Di Francesco (stilata durante il periodo della sua permanenza al Bologna) è disponibile sul sito ufficiale di Assoanalisti (ovvero l’Associazione Italiana Analisti di Performance di Calcio) e descrive appieno le sue peculiarità e le sue caratteristiche: 'Federico Di Francesco è un calciatore molto rapido ed esplosivo, dai repentini cambi di passo e in grado di percorrere lunghe distanze in pochi secondi. Nonostante alti ritmi di corsa, riesce comunque a mantenere il possesso del pallone, talvolta anche dribblando l’avversario, mostrando quindi buon equilibrio e coordinazione. Le doti atletiche del ragazzo sono dimostrate dal fatto che spesso corre ben oltre i 10 km a partita, di cui oltre un km percorso sprintando ad una velocità media di 31 km/h. Di Francesco non è, però, tutto corsa&sprint, ma dimostra anche ottime doti tecniche: tra 1vs1 e semplici dribbling compie quasi 7 gesti tecnici a partita, di cui circa l’81% positivo. Durante la fase di possesso, Di Francesco si fa trovare spesso molto largo e avanzato, più vicino alla punta piuttosto che ai centrocampisti. Un vantaggio del giocare così esterno è quello di avere molto spazio e tempo per preparare la giocata, che sia dribbling o corsa in campo aperto. Nel caso in cui, invece, il terzino avversario decida di stare un po’ più vicino a Di Francesco (e quindi di allontanarsi dal difensore centrale), il Bologna riesce comunque a ottenere un vantaggio, allargando le maglie degli avversari per eventuali inserimenti dei centrocampisti. Un vantaggio del giocare così esterno è quello di avere molto spazio e tempo per preparare la giocata, che sia dribbling o corsa in campo aperto. Di Francesco tende ad essere assente in fase di costruzione (per ovvi motivi di ruolo) e poco presente in fase di finalizzazione; nettamente più presente, invece, in fase di sviluppo e rifinitura, cioè quando la sua squadra supera la prima linea di pressione. Quando il pallone è sulla sua fascia di competenza, Di Francesco si fa trovare libero per uno scambio veloce oppure per ricevere palla e partire in progressione. Quando invece la palla è dalla parte opposta, Di Francesco cerca di farsi trovare il più libero possibile, favorendo così i cambi di campo. Per quanto riguarda la fase difensiva, Di Francesco copre zone di campo differenti a seconda del modulo usato: in sistemi di gioco ad una sola punta (per esempio in un 4-3-3) Di Francesco gioca molto alto, più vicino al centravanti che ai centrocampisti. Quando il pallone è sulla sua fascia, il principale compito di Di Francesco è di supportare il proprio difensore abbassandosi nel caso di sovrapposizione del terzino avversario, evitando così pericolosi 2vs1. Non viene applicata una pressione asfissiante al portatore di palla, né una marcatura a uomo; al contrario, Di Francesco controlla la sua area di competenza stando attento ai movimenti degli avversari. I suoi punti deboli possono essere ridotti affinando la fase di non possesso (non sempre perfetta) e diventando più incisivo in area di rigore avversaria’.
Con Federico Di Francesco, il Lecce aggiunge una freccia luccicante nella faretra del reparto offensivo. Un calciatore che è in grado di ricoprire praticamente tutte le posizioni dell’attacco, ma che Baroni utilizzerà come esterno sinistro avanzato. Sulle sue spalle (e su quelle dell’amico e collega Strefezza) si poggeranno le sorti di una squadra che, adesso, potrà dire la sua in un campionato di Serie A sempre più vicino ma che non vediamo l’ora di assaporare ammirando le giocate di calciatori come lui. Il suo dinamismo, la sua imprevedibilità e la sua tenacia possono essere una spina nel fianco per tutti: vedremo se avrà modo di pungere come sa. E se la buona sorte che ha portato con successo Strefezza in giallorosso verrà replicata anche con Federico, che proviene dalla stessa società di appartenenza del folletto brasiliano, ci sarà davvero da divertirsi.
Benvenuto, Federico!