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Massimo Coda, attaccante del Lecce, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello sport, nella quale si è raccontato tra passato e presente. SFIDA CON MANCUSO – In carriera i miei bersagli preferiti sono state soprattutto le due squadre veronesi, ma dopo questi due exploit mi porta bene pure la Reggiana, alla quale avevo già segnato quando ero a Cremona e a San Marino. A fine partita, il mio ex compagno Costa mi ha detto: contro di noi, sembri quasi Van Basten”. RECORD 22 GOL – Posso farcela. Magari finalmente vincerò la classifica cannonieri; sarà una bella sfida con Mancuso e Forte. Due stagioni fa, davanti a me c’era Donnarumma, con 25 reti, nel Brescia che proprio Corini portò in A. Vedo analogie che mi fanno ben sperare”. PROMOZIONE DIRETTA?  – “Certamente. Siamo padroni del nostro destino, molto dipenderà dalle prossime partite, appunto contro Chievo, Venezia, Frosinone e Salernitana. L’Empoli finirà primo. Per conquistare il secondo posto serviranno 64 punti. E noi saremo in corsa sino alla fine”. CHI HA L’ATTACCO PIÙ FORTE TRA LECCE ED EMPOLI? – “A queste due squadre, aggiungo anche  il Monza. Anche noi abbiamo qualità e cambi straordinari. Štepinski è una garanzia, Pettinari sarà determinante, gli manca solo il gol; Rodriguez e Yalcin sono giovani esplosivi, formerebbero una coppia fantastica”. GOL PIU’ BELLO? – “A Pordenone ho firmato una rete che è stata la sintesi perfetta, tra controllo, difesa del pallone ed esecuzione, elegante e spettacolare. Ancora, però, non ho segnato con una delle mie bordate”. RIMPIANTI – “Su tutti, due nella partita contro l’Ascoli, soprattutto la prima, che ci avrebbe portato sul 2-0. Potrei essere già a 18 gol. Se fossi infallibile, però, non giocherei in B”. GOL SUBITI – “Lavoriamo anche su questo. Ha ragione Corini: dobbiamo puntare sempre a esaltare la nostra forza in chiave offensiva. L’allenatore mi sprona, chiedendomi di essere più cattivo, di non accontentarmi mai. Per nostri demeriti, abbiamo lasciato per strada 7-8 punti pesantissinmi. E nessuna squadra ci ha messo sotto sul piano del gioco”. DESTINO – “Ognuno fa i conti con il suo destino. A 25 anni ho avuto la grande chance nel Parma, di rientro dal prestito al Nova Gorica, dove avevo realizzato 18 gol e vinto la Coppa di Slovenia. All’inizio Donadoni non mi vedeva, poi mi volle nel gruppo: cominciai a giocare e con l’Inter mi ruppi i legamenti crociati di un ginocchio”. COSA RICORDA DI PARMA –La conoscenza di Cassano, unico. In allenamento, ritardavi un passaggio e lui si fermava, non parlava e ti sfondava con lo sguardo. E la lezione di Crespo, quando mi sono allenato con la sua Primavera. Mi diceva: Massimo, cerca di giocare anche sino a 40 anni, perché poi si spengono i riflettori e da ex calciatore ti cambia tutto. Allora, vado in A con il Lecce e stavolta me la godo a lungo”. BONUS PER I GOL – “Col direttore Corvino è difficile strappare qualcosa. Quando mi ha ingaggiato, è stato chiaro: mica prendo Coda per mettere premi a 10-15 reti, da uno come te mi aspetto da 20 a 25 gol”. SOPRANNOMI – “Ne svelo solo qualcuno. Meccariello “maresciallo”, Gabriel “prosciuttone”, Dermaku “camel” e Felici “El Cicio”, perché assomiglia a Ciciretti”.
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