Muraglia bresciana, il Lecce si fa male da solo ma il pari è stretto
L’EDITORIALE
È un pareggio contro il Brescia, in una partita che è stata una battaglia proprio così come l'aveva preparata Pippo Inzaghi, tecnico delle Rondinelle.
Gara vissuta sui duelli, resa sporca dal gioco degli ospiti, senza spazi e con possibilità di manovra ridotte al lumicino sia dall'una che dall'altra parte. Entrambe le squadre, soprattutto nel primo tempo, hanno coperto magnificamente il terreno di gioco, le azioni si sono sviluppate con difficoltà enormi in trenta metri, la linea di difesa alta e le marcature preventive praticamente spietate.
Così c'è voluta un'invenzione di Gabriel Strefezza per sbloccarla: incursione in diagonale e bolide di sinistro vicino all'incrocio dei pali. Gol bellissimo. Poi accade quello che è successo anche a Perugia con l'ingresso in campo di Bleve, a freddo, per Gabriel infortunato: Plizzari, probabilmente non ancora sicuro dopo tanta inattività, sbaglia i tempi di un'uscita su un pallone non pericoloso ed abbatte un giocatore del Brescia. Rigore che l'ex Milan riesce anche a parare, ma sulla respinta Bisoli sigla il pareggio. Tutto da rifare ma il Lecce ha un paio di giocatori che non girano ed uno in particolare non riesce a far carburare tutta la catena di sinistra giallorossa. Barreca ed Helgason non sono in giornata, troppi errori su giocate semplici e palloni sanguinosi persi che scatenano le ripartenze avversarie.
Nel secondo tempo Baroni corre ai ripari lasciando l'islandese negli spogliatoi ed il Lecce inizia a prendere le redini del gioco. La manovra resta sempre nelle mani dei salentini che due/tre volte vanno vicinissimi a siglare nuovamente la rete del vantaggio, ma le occasioni di Coda sono neutralizzate dal portiere avversario mentre un altro siluro di Strefezza, stavolta di destro, sibila a pochissimi centimetri dal palo più lontano difeso da Joronen.
Il Brescia vive un secondo tempo in apnea, soffrendo ma riuscendo a tenere bene il campo mentre i giallorossi fanno di tutto per scardinare la munita difesa avversaria. Baroni ci prova anche con Listkowski per Rodriguez e Gallo al posto di Barreca, cambiando totalmente la fascia sinistra ed in un paio di occasioni il polacco riesce a rendersi pericoloso, senza però trovare lo spunto vincente.
Tutto sommato buona la fase difensiva giallorossa, è stato provvidenziale il ritorno di Dermaku accanto ad uno splendido Lucioni ed al “trattore” Calabresi; a centrocampo per larghi tratti della gara si è assistito ad uno “Hjulmand contro tutti”, davvero impressionante la performance del danese; in avanti il solo Strefezza, grazie alle sue indiscusse qualità tecniche, riusciva a saltare l'uomo ed a creare la superiorità numerica, mentre Coda era spesso costretto ad uscire fuori dall'area di rigore perchè sempre raddoppiato. Tutto sommato è un risultato che sta stretto al Lecce, sia per le occasioni maturate che per la mole di gioco espressa, nonostante le difficoltà.
Ci sarebbe piaciuto negli ultimi dieci minuti poter vedere in campo Asencio al posto proprio di uno stanchissimo Coda, ma Baroni aveva finito le sostituzioni e l'ex Cosenza non ha visto il terreno di gioco.
Dopo questa partita, già martedì i salentini andranno proprio a Cosenza ed il tecnico giallorosso sarà costretto ad operare una rotazione nell'undici titolare, chissà se vedremo lo spagnolo in campo dal primo minuto; fermo restando che sabato prossimo si giocherà nuovamente in trasferta, stavolta a Parma, prima della pausa per l'impegno delle nazionali.
Due partite consecutive fuori casa il cui risultato peserà non poco sulla classifica del Lecce, perchè quando si è lì in alto, per restarci, a qualche pareggio bisogna accostare più vittorie.