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Il responsabile dell'area tecnica Pantaleo Corvino ha parlato in conferenza stampa in mattinata presso il Palazzo BN. Queste le sue parole.

“Quando arrivi a quattro giornate dalla fine e sei a cinque punti dalla terza in classifica e a sei dalla quarta, pensi che il lavoro societario pur tra tante difficoltà è stato fatto al massimo. Faccio questo lavoro da più di 40 anni, non ho mai dato tanto come ho dato in quest’anno. Eppure i nostri tifosi sono amareggiati, anche loro stavano toccando con mano qualcosa che nessuno li aveva promesso. Mi sono immedesimato in loro. È amareggiata la mia società, fra dare 8 milioni al responsabile dell’area tecnica per gestire la serie B e darne 50 in A cambia molto”. 

“Il presidente ha detto che vuole far crescere il club. Il direttore sportivo determina le linee guida in base al budget. La società si distingue per l’aspetto finanziario e il presidente e il socio De Picciotto hanno detto che devono esserci regole che finora non ci sono state. Io ho sempre determinato le linee guida guardando l’organizzazione tecnica. Quest’anno da parte mia c’è stato un grande sforzo per creare un’organizzazione migliore, scegliendo nuovi uomini, assieme a strutture che non c’erano. Venti anni fa ho lasciato una squadra con sette titolari che venivano dal settore giovanile, valorizzando giovani del territorio. Oggi sento che nel settore giovanile del Lecce ci sono troppi stranieri. La storia del Lecce dice che ci sono stati cicli a livello di settore giovanile, il ciclo Adamo, il ciclo di Carmelo Russo. Nessuno può cancellare il mio ciclo, ho sempre lavorato ovunque come responsabile del settore giovanile. Nei precedenti cicli il calcio era provinciale. Io mi sono trovato in un calcio globalizzato, dove il provincialismo non ci deve essere. Noi qui vogliamo riproporre un settore giovanile figlio dell’era che stiamo vivendo. Io guardo sempre in casa, poi guardo vicino e poi devo andare lontano, per trovare potenzialità che possono diventare qualità. Nel settore giovanile ho profuso sforzi importanti, per noi riveste un ruolo strategico. Dobbiamo tenere conto che quest’anno lo sforzo è stato immane. Non ci siamo solo preoccupati di guardare al risultato della prima squadra. Ci siamo preoccupati di presupposti importanti. Noi non ci alziamo presto la mattina per prenderci il caffè ma per farci venire delle idee. Noi possiamo crescere solo così, attraverso il lavoro e le idee”. 

“Arrivando a Lecce ho proposto il mio modello di lavoro a livello di settore giovanile. Ho proposto questo modello perché mi ha portato 13 titoli italiani, ha prodotto risorse tecniche ed economiche. Mi fa piacere che il settore giovanile oggi porta la Primavera a giocarsi la possibilità di tornare in Primavera 1 e l’Under 17 ad essere prima in classifica. Questo in appena nove mesi”.

“Quando sono arrivato qui c’era un allenatore che è stato esonerato alla vigilia della partenza per il ritiro. Mi sono trovato a fare una scelta, cercando il miglior allenatore possibile sulla piazza. La scelta era caduta su una persona i cui trascorsi davano garanzie. Quest’anno avendo tempo ho scelto un allenatore assieme al quale abbiamo convenuto di fare un contratto di un anno, io ho voluto l’opzione per un altro anno. Nel caso di Corini non è stato possibile, non c’era molto tempo, ho messo da parte il mio io e ho dovuto accettare le condizioni degli altri”.

“Pettinari? Non c’è nessun mistero. Per prima cosa voglio dire che non è stato Corini a inserirlo in rosa. Quando è finito il mercato ho detto chiaramente che Pettinari era un giocatore a disposizione dell’allenatore ma non sarebbe nei futuri programmi societari. È stato a disposizione dell’allenatore, non è stato inserito dall’allenatore. Da fine mercato abbiamo detto che alla luce di tante considerazioni non sarebbe rientrato nei nostri programmi futuri. Mi meraviglio che non si tenga conto dei numeri tecnici. Mi meraviglio perché di Pettinari mi si chiede perché non viene confermato e faccio un parallelismo con Stepinski. Pettinari nelle sue due esperienze ha giocato a Lecce 1369 minuti, segnando un gol ogni 342 minuti giocati. Si tratta di un calciatore che ha fatto la B, mai la Serie A. Lo metto in parallelo con Stepinski che ha fatto sempre la Serie A e in Serie A ha fatto nove gol, togliendone uno su calcio di rigore, uno ogni 177 minuti. Mi chiedo com’è che i tifosi non si preoccupino di lui e si preoccupano di uno che fatto un gol ogni 342 minuti”.

“Io qui a Lecce ho trovato giocatori di serie C e per mandarli via ho dovuto pagare l’intero ingaggio o metà ingaggio. Penso a Tsonev. Benzar è stato pagato due milioni di euro con 400 mila euro di ingaggio, e ho dovuto pagare 200 mila euro per convincere un club amico a prenderselo. Queste cifre sono entrate nel monte ingaggi di quest’anno, che oggi risulta fra i più alti della B. Per quanto riguarda il monte ingaggi quest’anno saremo ancor più rigorosi. Quando si fissa un obiettivo non si fissa un tempo, se si fa tutto bene si può raggiungere subito, altrimenti il ciclo si allunga. Noi ai nostri tifosi non promettiamo quello che non possiamo fare attraverso i fondi”. 

“I calciatori di fama hanno ingaggi importanti. Quest’anno non ci sono stati incassi dal campo. Al fianco di giocatori che venivano dalla serie A guadagnando 700 mila euro o 500 mila euro ho dovuto affiancare giocatori da 100 mila euro che comunque hanno determinato”. 

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