Lecce, donna muore al “Vito Fazzi” post somministrazione di un farmaco
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Una donna anziana di 80 anni è morta all'ospedale Vito Fazzi di Lecce dopo che le è stato somministrato un farmaco per una scintigrafia ossea.
A innescare la morte della donna si presume che potrebbe essere stata una reazione allergica al medicinale. L’anziana è morta lo scorso 21 luglio all'ospedale salentino.
I familiari della 80enne hanno denunciato il caso. Per fare chiarezza sul caso la pm Maria Consolata Moschettini ha iscritto nel registro degli indagati sei persone tra cui il medico di turno e il collega in servizio in reparto oltre ad un’infermiera professionale e a un’operatrice socio sanitaria, il tecnico di radiologia e il collega che ha preparato il farmaco. Gli indagati sono tutti stati accusati di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario.
L'autopsia della donna è stata fissata per lunedì prossimo.
Nei giorni scorsi, invece, sempre al “Fazzi” è morta una donna per un colpo di calore. Sulla vicenda è arrivata in queste ore una nota dell’Asl di Lecce, che prova a fare chiarezza nella ricostruzione dell’accaduto, precisando che “La donna è giunta nel pronto soccorso del Vito Fazzi di Lecce il 24 luglio alle ore 17.51, non il 21 luglio (come riportato in un articolo), già in coma ed è deceduta, per arresto cardiaco in ipertermia maligna, la notte tra il 24 e il 25 alle ore 1.17”.
“La signora – si legge ancora -, ci viene riferito dal pronto soccorso del nosocomio, ha ricevuto tutte le cure, rianimatori compreso, in emergenza ma non è fuoriuscita dallo stato di coma in cui era giunta”.
Intanto la polemica è proseguita con Paolo Capone, coordinatore Ugl, che parla di caso “di malasanità inaccettabile. È una tragedia immane – scrive in una nota -, che ci addolora profondamente e che mai avremmo voluto apprendere. Esprimo il profondo cordoglio dell'UGL ai familiari della vittima, ai quali va la nostra vicinanza e solidarietà in questo momento di grande dolore”.