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Quello degli eSports è un fenomeno davvero inarrestabile, favorito dal lockdown e dalle limitazioni sugli spostamenti, con il boom degli sport elettronici in grado di aggirare le restrizioni del mondo fisico. Secondo il portale web Statista, soltanto negli Stati Uniti il mercato vale quasi 1 miliardi di dollari, con prospettive di crescita fino a 1,5 miliardi entro il 2023. Ovviamente in Nord America e Asia il giro d’affari è notevole, considerando che appena la Cina ha una quota del 20% su scala globale. Anche in Italia il settore è in forte crescita, con un numero in aumento di appassionati che seguono questi eventi e scommettono online, con tanti operatori come 888 casino che stanno ampliando i servizi di betting sugli eSports come segnalato dal sito Wisecasino.net. Quest’anno è stata la volta del Lecce, con l’ingresso della squadra nella prima edizione della eSerie A TIM, con i giallorossi che si sono affiancati ai team ufficiali di club come Roma e Juventus. Senza dubbio gli sport elettronici rappresentano un mondo affascinante dalle enormi potenzialità, con l’integrazione sempre più avanzata tra giocatori tradizionali e professionisti della console. Gli eSports in Italia: aumentano appassionati e giro d’affari La maggiore partecipazione delle società sportive negli eSports è dettata dalla crescita del mercato, come dimostra lo studio presentato con il Rapporto sugli eSports in Italia da Nielsen e IIDEA, un report completo che certifica l’avanzamento di questo comparto nel 2019. Nel nostro Paese sarebbero oltre 1,4 milioni gli appassionati di eSports, con un’età compresa tra 14 e 40 anni. In particolare, sono tantissime le persone che seguono in modo assiduo questi incontri digitali, circa il 33% del totale, con una ripartizione quasi al 50% tra uomini e donne, segno che i videogames non sono più ad appannaggio esclusivo del sesso maschile. Il Sud Italia si posiziona in cima per quanto riguarda la provenienza dei fan degli sport elettronici, con circa il 36% di tutti gli appassionati, sia saltuari che fissi. Tra i videogiochi più popolari ci sono proprio i titoli sportivi FIFA, in grado di mantenersi in vetta alla classifica delle preferenze insieme agli sparatutto, con la maggior parte delle persone che assiste agli incontri dal pc, poco meno della metà lo fa dallo smartphone e uno su 3 attraverso app per device mobili e smart TV. Ovviamente l’interesse verso gli eSports è aumentato in modo consistente nel 2020, un incremento dovuto soprattutto alla pandemia di Covid-19. Ad ogni modo, il successo degli sport elettronici sembra una tendenza destinata a non fermarsi, come indicano gli ingenti investimenti che le squadre di calcio, gli sponsor e le federazioni stanno effettuando negli ultimi anni. Intanto c’è già chi prevede il possibile sorpasso sullo sport tradizionale, un evento che potrebbe sconvolgere drasticamente il calcio e le altre discipline più popolari. Gli eSports e i nuovi modelli di business dei club Le competizioni FIFA sono le più seguite negli eSports, per questo motivo i club hanno cominciato a destinare sempre più attenzione e risorse a questo settore, proponendo squadre ufficiali e partecipando ad eventi e tornei. Ormai quasi ogni campionato di calcio è disponibile anche in versione digitale, infatti oltre alla eSerie A ci sono anche la eBundesligaper la Germania e la eLaLiga per la Spagna. Tuttavia molte società sportive stanno iniziando a creare team non solo per disputare i campionati di FIFA, ma anche per entrare nei tornei più popolari di altri videogiochi, come il protagonista assoluto League of Legends. Costruire un team globale è senz’altro una sfida complessa, ma consente ai club di mettere insieme un brand internazionale diretto ai più giovani, interagendo con le nuove generazioni. Diversificare il business potrebbe risolvere i problemi economici di molte società calcistiche, alle prese con bilanci non sempre in ordine e conti spesso in rosso. L’apertura verso nuovi mercati è appena agli inizi, con gli eSports che potrebbero essere lo sviluppo naturale per molti club, ampliando le opportunità e sfruttando marchi che vantano già una diffusione nazionale o internazionale.
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