20/04/1986 - Il giorno in cui il Lecce fece perdere lo Scudetto alla Roma
IL GIORNO
Stadio Olimpico. Circa 60000 spettatori presenti. La Roma ha già organizzato la festa Scudetto e si appresta a giocare la sua sfida contro il Lecce, una gara apparentemente semplice contro una formazione già retrocessa.
Fin dal tunnel degli spogliatoi, i giocatori di casa ridono e scherniscono quelli ospiti, considerati non all'altezza della loro forza. I salentini, però, hanno qualità da vendere, anche se in quella stagione complicata per tanti motivi non sono riusciti a dimostrare davvero il loro valore.
LA PARTITA
Eppure la Roma è passata in vantaggio dopo appena 6 minuti con un colpo di testa di Graziani, che sembrava dare il via ad una goleada senza precedenti. Lo stadio ha iniziato a festeggiare, i giallorossi di casa hanno abbassato la guardia ed ecco che è venuto fuori il Lecce.
La formazione ospite ha dapprima pareggiato con Di Chiara, cresciuto nelle giovanili della Roma, poi raddoppiato su rigore con Barbas, penalty conquistato da Pasculli che ha subito il fallo di Tancredi in area di rigore, ed infine chiuso i giochi ancora con il centrocampista argentino, autore di un fantastico gol dopo aver superato in dribbling il portiere avversario.
A quel punto la Roma ha provato a reagire e si è riversata a capofitto nell'area di rigore avversario, trovando sulla sua strada un'ottimo Negretti. Solo a circa 10 minuti dalla fine i padroni di casa hanno accorciato le distanze con Pruzzo, ma ormai la partita si avviava verso la conclusione.
A dire il vero, Ancelotti prima e Nela poi hanno avuto sui piedi la palla del pareggio, ma hanno calciato alto, vanificando la buona costruzione di gioco da parte dei loro compagni di squadra.
Il Lecce, quindi, seppur già retrocesso, si è imposto sul campo della Roma ed ha rovinato la festa ai giallorossi, mandando così un chiaro segnale a tutto il calcio italiano.