Cassano: "La partita del Lecce da premio Nobel. Simonelli e De Siervo si devono dimettere"

Le parole dell'ex giocatore barese a Viva el Futbol
Durante la puntata di Viva el Futbol sono intervenuti anche Cassano e Ventola per parlare della decisione della Lega riguardo la sfida tra Atalanta e Lecce. Queste le loro parole:
Le parole di Cassano
Sono d’accordo al 100% con quello che ha detto Adani. Abbraccio il Lecce e la famiglia di Graziano Fiorita. Posso solo immaginare lo stato d’animo dei giocatori in quei giorni: hanno perso una figura fondamentale, uno di famiglia.
Aggiungo una cosa: ho ascoltato le parole di Simonelli e De Siervo. E sinceramente, non so che lavoro facessero prima, ma io li ho sempre considerati incompetenti. Dopo questa vicenda, però, non basta più dirlo: si devono solo vergognare. Vergognare per quello che hanno fatto, ma ancora di più per quello che hanno detto.
Io sono sicuro che né al Lecce né all’Atalanta sarebbe importato nulla di andare in B o di qualificarsi per le coppe europee: il rispetto per una persona, per un uomo, per un fratello, viene prima di qualsiasi classifica. E chi non lo capisce non può rappresentare il calcio.
Simonelli e De Siervo si devono dimettere. Perché quello che è successo è una vergogna. Con tutto il rispetto per il Papa, non può esistere una morte più importante di un’altra.
Nel calcio non c’è bisogno di gente come loro. Invece voglio fare i complimenti veri ai tifosi dell’Atalanta, che hanno dimostrato cosa significa avere rispetto. È questo il calcio che vogliamo.
E per chiudere: il Lecce, in mezzo a tutto questo, ha fatto una partita da Premio Nobel. Ha giocato con dignità, ha onorato la memoria di Graziano e ha pure guadagnato un punto sull’Empoli.
Le parole di Ventola
Purtroppo è andata così, e ora bisogna prenderne atto: di fronte alla morte, ci si deve fermare. Perché c’è un dolore profondo, c’è il bisogno di tempo da parte di chi ha subito una perdita così importante. Bastava guardare le facce dei giocatori del Lecce: erano scossi.
E nonostante tutto, hanno fatto una partita straordinaria. Ma la decisione presa non è stata giusta. Io, sinceramente, non mi aspettavo nemmeno che riuscissero a giocare così. Si vedeva che con la testa erano altrove. Perché in momenti così, non esiste salvezza, Champions League o Coppa Italia.
Anche Gasperini, che poi si è lamentato dell’approccio della sua squadra, aveva il volto segnato. Era scosso nel vedere dei colleghi costretti a giocare in condizioni emotive inaccettabili. L’Atalanta non è davvero mai entrata in campo, perché l’atmosfera non era normale.
Ancora Adani
Mi rivolgo a chi ci sta guardando. Pensate davvero che io abbia piacere a criticare la Lega? Pensate che mi faccia piacere dover puntare il dito? No, ma se certe cose succedono, non possiamo tacere. E vi chiedo: se una tragedia del genere fosse accaduta a una grande squadra, avrebbero avuto lo stesso comportamento? Io non ci credo.
Noi abbiamo fatto parte della Serie A. Sappiamo cosa significa perdere qualcuno che lavora dietro le quinte. Sono persone con cui ci si confida ogni giorno. Sono parte del gruppo, della squadra, della famiglia. Come fa la Lega a non capirlo? Come può non rispettare la perdita di un fratello?
Giocare di mercoledì si può. Si gioca ogni tre giorni da anni, in tutte le competizioni. Ma stavolta no, perché c’era il Napoli, e il Napoli sta lottando con l’Inter. E allora cambia tutto. Ecco la verità. Io queste cose non volevo dirle. Ma ho troppo rispetto per la famiglia di Graziano Fiorita e, soprattutto, per la vita. In ogni gruppo – nello sport, nel lavoro, nella vita – quando si perde qualcuno, ci si ferma.
E invece cosa fanno? Ti dicono che se non scendi in campo perdi a tavolino, con tanto di penalizzazione. Questo mi ferisce perché ho dei valori. E quei valori non sono in vendita. Vorrei venire qui a celebrare la Lega quando fa le cose giuste. Ma se poi si comporta così, non potete comprarci per tenerci buoni. Non funziona così.
Chiunque abbia a cuore Graziano – da Baschirotto a Giampaolo, fino alla dirigenza – ha vissuto un’ingiustizia profonda. Perché è ingiusto dover scendere in campo mentre si piange un fratello. È ingiusto doverlo fare con il ricatto della sconfitta a tavolino.
E lo dico anche per un’altra cosa che passa sotto silenzio: alla trentaseiesima giornata, il Lecce giocherà dopo Cagliari ed Empoli. Non in contemporanea. E allora di che regolarità parliamo?