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I giallorossi escono col bottino pieno dallo Zini di Cremona dopo aver sofferto la veemenza lombarda per il primo quarto d’ora.

Cremonese con sistema di gioco iniziale 4-2-3-1, in fase di possesso modificato in 2-4-1-3 e in fase di non possesso 4-4-1-1 e talune volte 4-4-2. Lecce con sistema di gioco di base 4-3-1-2, in possesso 2-3-3-2 e in non possesso 4-3-1-2.

STUDIAMO LA CREMONESE

Il sistema di gioco dei lombardi è un sistema decisamente offensivo, con almeno 5 giocatori che partecipano alla fase offensiva. Tale atteggiamento chiaramente diventa rischioso nel momento in cui la squadra avversaria riesce a rubare palla e ad effettuare un attacco diretto perché subisce una ripartenza veloce e si ritrova con i trequartisti alti e un mediano e/o un terzino fuori posizione. In fase di non possesso si schiera spesso con un 4-4-1-1 al fine di indirizzare il gioco avversario sugli esterni e togliendo inoltre la linea di passaggio per il regista avversario che viene marcato dal trequartista centrale.

FASE DI POSSESSO
  • Costruzione

La squadra di Pecchia ha prediletto la costruzione dal basso facendo salire i due terzini all’altezza dei mediani Gustafsson e Castagnetti. Se la squadra avversaria marcava i riferimenti, giocava palla lunga sul centravanti nell’occasione Ciofani, giocatore dotato di grande struttura fisica. In figura 1 si può notare come i terzini Valeri (ex Lecce) e Zortea siano alti sulla linea dei mediani. In figura 2 si vede anche che la Cremonese non disdegnava la costruzione denominata “Salida Lavolpiana”. Tale costruzione prevede sempre la salita sulla linea dei centrocampisti, l’allargamento dei centrali di difesa e l’abbassamento del centrale di centrocampo, in questo caso uno dei due mediani Castagnetti, che viene a prendere il pallone sganciandosi dalla marcatura avendo così tempo e spazio per effettuare la manovra.

  • Sviluppo e rifinitura

Lo sviluppo delle azioni cremonesi sono avvenute solitamente sfruttando la presenza del trequartista centrale Gaetano che svariava su tutto il fronte d’attacco e permetteva di creare delle superiorità numeriche e qualitative tra le linee. Figura 3

Altro sviluppo cremonese è stato quello di sfruttare le sovrapposizioni degli esterni bassi che avvenivano sia internamente che esternamente rispetto alla posizione dei trequartisti laterali.

  • Finalizzazione

La Cremonese ha sfruttato sia il tiro dal limite dell’area avversaria utilizzando in particolare del trequartista Baez che ha giocato a piede invertito, sia i cross per la punta centrale Ciofani.

TRANSIZIONE NEGATIVA

Soprattutto nella prima frazione la Cremonese ha avuto una squadra molto corta questo le ha permesso l’immediata riaggressione in occasione della perdita del possesso. Attenzione è stata dedicata alle marcature preventive.

FASE DI NON POSSESSO

Come detto inizialmente, la squadra si schierava solitamente con il 4-4-1-1 o con il 4-4-2. Nella prima opzione il centravanti indirizzava la pressione verso l’esterno togliendo il passaggio di ritorno tra il centrale di difesa e il portiere. Il trequartista centrale andava in marcatura sul mediano, il trequartista laterale sul terzino lato palla, mentre il trequartista lato debole stringeva e si abbassava in diagonale. Il mediano lato palla accorciava sulla mezzala. Quando invece si è posizionata col 4-4-2 il centravanti e il trequartista centrale lasciavano giocare i centrali difensivi e si posizionavano sull’intercetto togliendo le linee di passaggio per il mediano e la mezzala che veniva incontro. La difesa era a zona, ma in caso di punte che andavano incontro al pallone spezzavano la linea cercando di attuare la classica piramide difensiva su palla centrale ed effettuando le diagonali difensive su palle laterali.

TRANSIZIONE POSITIVA

In fase di transizione positiva la Cremonese ha optato o per il lancio sul centravanti accorciando in avanti e cercando di sfruttare le seconde palle, oppure innescando le ripartenze lateralmente con i trequartisti laterali e i terzini.

STUDIAMO IL LECCE

Il Lecce di Corini si è schierato con il 4-3-1-2 modificando lo schieramento in un 2-3-3-2 in fase di possesso. Tale schieramento permette di sviluppare il gioco sia per vie centrali che sugli esterni, ma in fase di non possesso non ha una grande copertura sulle fasce laterali.

  • Costruzione:

Anche la squadra giallorossa predilige iniziare l’azione con la costruzione dal basso. I terzini, come quelli della squadra di casa, si alzavano sulla linea dei centrocampisti, mentre il mediano Hjulmand rimaneva oltre la prima linea di pressione del centravanti cremonese. Figura 4.

Spesso il mediano veniva marcato a uomo nella zona, questo costringeva le mezzali a proporsi per dare un’opzione di passaggio ai centrali. In figura 2 si vede come Bjorkengren si abbassi per creare una linea di passaggio al centrale difensivo, che in questa occasione cerca l’apertura per il terzino sul lato debole.

  • Sviluppo e rifinitura:

Una tipica giocata della squadra salentina è stata quella di allargare la mezzala lato palla per costringere il mediano/mezzala avversario o a seguirla, creando così una linea di passaggio o per l’attaccante che viene incontro o per il trequartista, oppure ricevere palla senza essere marcato avendo così tempo e spazio per fare la giocata più opportuna. Quando questo movimento della mezzala attirava la pressione del terzino avversario, si creava lo spazio alle spalle dello stesso difensore che poteva essere attaccato o del trequartista o dall’attaccante. In figura 6 il trequartista Henderson attacca lo spazio alle spalle di Valeri che è pronto ad accorciare su Majer.

In rifinitura il Lecce tendeva ad appoggiarsi a Coda il quale spesso era distante dalla porta. Rimanendo distante crea spazi centrali per gli inserimenti centrali delle mezzali, trequartista e attaccante.

  • Finalizzazione

Proprio il movimento incontro da parte di Coda permette gli inserimenti centrali da parte dei compagni che sono state le giocate più cercate dal Lecce. Qualora la postura dei compagni di reparto a palla scoperta è rivolta verso il possessore palla, il centravanti leccese attacca la profondità.

TRANSIZIONE NEGATIVA

In transizione negativa il Lecce portava subito pressione in zona palla con gli uomini più vicini mentre gli altri cercavano di chiudere tutti gli appoggi. Se questo non avveniva nell’immediato la squadra cercava di posizionarsi al di sotto della linea della palla, soprattutto se il possesso veniva perso nella propria metà campo.

FASE DI NON POSSESSO

La squadra in non possesso si posizionava col 4-3-1-2 cercando di chiudere in particolare la zona centrale del campo portando. Tale schieramento ha creato alcuni problemi nelle uscite alte perché le mezzali ballavano tra il mediano lato palla e il terzino avversario. Una volta superata la prima pressione, i due attaccanti rimanevano alti e non partecipavano alla prosecuzione della fase difensiva, che viene condotta dai difensori, le mezzali e il trequartista.

TRANSIZIONE POSITIVA

In fase di transizione positiva il Lecce rimaneva con gli attaccanti alti che si smarcavano preventivamente sui corridoi laterali per sfruttare lo spazio che veniva a crearsi alle spalle dei terzini della Cremonese.

CONCLUSIONI

Il Lecce porta a casa i 3 punti contro una squadra dalle qualità non irresistibili. Diverse sono state le ripartenze non sfruttate dai giallorossi che avrebbero potuto capitalizzare meglio l’atteggiamento arrembante dei lombardi. Comunque ad esclusione del primo quarto d’ora, i salentini hanno avuto in mano la partita, particolarmente da sottolineare è la “voglia” e la dedizione messa in campo dai ragazzi di Corini.
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