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15 anni. Di solito a quell’età si frequenta il secondo superiore e non si pensa troppo al futuro. Valeri Bojinov, invece, ha esordito in Serie A proprio a 15 anni, mentre i suoi coetanei potevano solo segnare un palcoscenico del genere.

Lecce ha rappresentato tutto per lui. La sua casa, il luogo dove è diventato uomo ed ora anche il posto dove rifugiarsi nei momenti difficili. Il suo addio, dopo stagioni indimenticabili vissute con la maglia giallorossa, è stato visto quasi come un tradimento da una frangia della tifoseria giallorossa ma l’attaccante bulgaro ha spiegato il perché di quel passaggio alla Fiorentina ai microfoni di Teleradiostereo:

“Pensavo che sarei diventato un calciatore top, ma nella vita si fanno degli sbagli. Alla Fiorentina eravamo davvero una grande squadra, c’erano Fiore, Toni, Jørgensen e tanti altri. Una bella squadra che arrivò al quarto posto”.

Bojinov deve tutto a Corvino. L’attuale Responsabile dell’Area Tecnica giallorossa lo ha scoperto, portandolo a Lecce da giovanissimo e credendo fin da subito nelle sue immense qualità. Ecco le sue parole sul dirigente giallorosso ex Fiorentina: 

“Al Lecce fece una squadra da Europa. Oggi però il calcio è cambiato, così come è cambiata la mentalità. Lui resta fortissimo soprattutto nella zona europea tra Bulgaria, Croazia, Montenegro: ha un canale privilegiato, sa guardare i giocatori e sa arrivarci”.

Bojinov ha avuto tanti ottimi allenatori, ma soprattutto un maestro del calcio offensivo come Zdenek Zeman. Con lui in panchina Valeri ha segnato come mai in carriera ed ha assaporato il profumo della vetta della classifica marcatori. 

“Sono esploso grazie a Zeman. La sua dieta? Io ero uno abituato a mangiare pasta e pane insieme quindi figurati, amavo fare le scarpette! Zeman ci faceva correre tanto, ma mi ha permesso di esplodere e lo ringrazio ancora oggi”.

La sua carriera non è mai decollata del tutto o, quantomeno, non ha rispettato le grosse aspettative che tutti avevano nei suoi confronti. Il centravanti bulgaro ha commesso degli errori ma ora non si può tornare indietro. Adesso è tornato in patria e la sua ultima squadra è stata il Levski Sofia: poi la reacissione. Oggi è svincolato. Sa che avrebbe potuto fare e dare di più ma questo non conta. Lecce è e sarà per sempre casa sua, il posto nel quale ha imparato a sognare:

“Nella vita si fanno degli sbagli, soprattutto quando sei giovane. Io forse ho vissuto la crescita e la popolarità un po' troppo presto: a 18 anni guadagnavo tanto e magari non ascoltavo i consigli che mi sono dati anche da Corvino. Adesso mi prendo le mie responsabilità, anche se vorrei tornare indietro con la testa che ho adesso”. 

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