Che nessuno si azzardi a parlare di sorpresa Lecce
REALTÀ
23 punti in 21 giornate. Se il 13 agosto, a poche ore dal fischio d'inizio di Lecce-Inter, ci avessero preannunciato questo risultato, da romantici realisti avremmo esclamato un carico di dubbi: "Speriamo".
Non si sarebbe trattato di mancanza di fiducia nel progetto tecnico della nostra società ma conosciamo e sappiamo bene le difficoltà del massimo campionato italiano, non competitivo come un tempo ma pur sempre di livello.
Eppure questo Lecce ci ha stupito. Lo diciamo con gioia ed un pizzico di ammirazione. Ci ha stupito il rendimento di alcuni giocatori, la forza del gruppo di superare i momenti di difficoltà, con i quali si deve necessariamente convivere in un torneo di 38 giornate, e la cura maniacale di ogni dettaglio da parte di mister Baroni e del suo staff. Sapevamo fosse un grande professionista, difatti non si vince la Serie B per caso, ma avevamo qualche dubbio sulla sua direzione tecnica in A, se non altro per i risultati ottenuti nelle precedenti esperienze.
Dopo la vittoria di Cremona, un successo che ha calmato i soliti iper critici di professione, abbiamo letto da più parti: "Lecce sorpresa del campionato". No, non ci siamo proprio. La definizione di sorpresa non ci piace per due motivi che ora vi andremo a spiegare.
Innanzitutto, non è un'etichetta che rende merito al grande lavoro svolto negli ultimi due anni dalla società di Via Costadura. Qui, signore e signori, c'è un progetto studiato a tavolino da tutti gli interpreti, con linee guida stabilite tempo fa e mai cambiate, al di là dei risultati ottenuti sul campo. Qui, sopratutto, ci sono sacrifici veri da parte di un gruppo di soci che ogni anno investe risorse proprie per far in modo che i salentini in giro per il mondo abbiano una squadra della quale fregiarsi. Sorpresa per gli altri forse, ma chi segue da vicino le sorti di questa squadra non può essere sorpreso dai risultati ottenuti tra prima squadra e settore giovanile perché il lavoro, prima o poi, paga sempre.
Poi, come se non bastasse, non amiamo che il Lecce sia definita la sorpresa del campionato alla ventunesima giornata. Manca ancora troppo, può succedere davvero di tutto e, quindi, preferiamo mantenere un profilo basso, che non significa mancanza di ambizione ma solo consapevolezza di tutto quello che ancora c'è da conquistare.
Per un misto tra realismo e scaramanzia scegliamo, quindi, di non utilizzare mai quell'espressione. Lasciate la palma di sorpresa del campionato ad altri. A noi va benissimo essere il Lecce, una realtà del profondo sud che ogni settimana, divieti permettendo, porta allo stadio più di 20 mila tifosi o in giro per l'Italia migliaia di innamorati della maglia giallorossa.
Emozioniamoci insieme per cinque minuti guardando le classifiche di prima squadra e Primavera. Poi, però, torniamo coi piedi per terra e ricominciamo a lavorare duro. Come gli altri, più degli altri. E se pensano che siamo una sorpresa, beh dimostriamo con i fatti di essere una certezza.