Ecco Santiago Pierotti: l'ala atipica dalle lunghe leve che vuole stupire anche in Europa
Il nuovo attaccante del Lecce è arrivato nel Salento. Conosciamolo insieme attraverso questa scheda esaustiva sulla vita privata e calcistica del calciatore
Il cosiddetto ‘mercato di riparazione’ invernale della stagione 2023-2024 si apre per il Lecce con un’acquisizione senza dubbio importante: è quella di Santiago Pierotti, esterno offensivo argentino di 22 anni, proveniente dal Colon di Santa Fe e giunto alla corte del club di Via Costadura al termine di una trattativa senza dubbio facilitata sia dalla data di scadenza del suo precedente contratto (31 Dicembre 2024), sia dagli ottimi rapporti che Pantaleo Corvino e Stefano Trinchera possono vantare con l’agente del calciatore, appartenente allo stesso sodalizio che amministra gli interessi di calciatori come Pietro Ceccaroni, Francesco Di Mariano, Mario Gargiulo, Antonio Barreca e Marcin Listkowski. Secondo alcune indiscrezioni, Pierotti approda in giallorosso grazie ad un trasferimento costato circa 1,2 milioni di euro e forte di un contratto fino a giugno 2027. Al Colon resta una percentuale del 10% su una eventuale futura rivendita, come confermato dal presidente del club, Victor Godano.
Sulle tracce di Pierotti ci sono stati, in passato, club come Torino (con un’osservazione diretta del direttore tecnico Davide Vagnati proprio in Argentina), Bologna, Roma e Fiorentina, così come il Racing Avellaneda, il Lanus e, più recentemente, Lazio, Napoli (squadra a cui era stato davvero vicino, visto che era praticamente definito un suo passaggio all’ombra del Vesuvio, Bari, Palermo e San Lorenzo; tutti avevano intravisto in lui un’occasione d’oro per portarlo nei loro roster, grazie anche al passaporto italiano ottenuto nell’estate dello scorso anno (dopo diversi viaggi in Toscana fra gennaio e giugno del 2023 con l’obiettivo di sbrigare le pratiche burocratiche richieste) e al fatto che un calciatore della sua caratura non poteva restare nei ranghi della cadetteria. L’hanno spuntata i giallorossi, i quali sono riusciti ad avvicinarsi di più alle richieste della dirigenza del club argentino di provenienza e a convincere il calciatore con un progetto stimolante e con un palcoscenico ampiamente invitante come quello della Serie A.
INDICE
Primi passi e inizi della carriera
Santiago Daniel Pierotti nasce a Pilar, in Argentina, il 3 Aprile 2001 in una famiglia dalle chiare origini italiane. Si appassiona al calcio da piccolissimo, come conferma la madre, Veronica Bustos: ‘Quando aveva 8 anni, Santi (il suo diminutivo, ndr) diventa un vero e proprio cannoniere e comincia a farsi tentare da alcuni club della zona per partecipare al Torneitos’, ovvero una manifestazione giovanile che ogni anno si tiene nei dintorni di Santa Fe. Il suo nome serpeggia presto fra i papabili talenti giovanili dei taccuini dei principali talenti scout della zona e viene conteso dal Corinthians de Santa Fe, dall’Atletico Rafaela ma soprattutto dal Colon, che vince il ‘duello’ e lo annovera subito fra le fila della sua cantera nel 2013, dopo un passaggio nel Club Atletico Pilar, il team del suo paese natale. Il colpo di fulmine scaturisce dopo l’eliminazione della squadra del giovane Pierotti dal torneo Guillermito: dopo nemmeno una giornata, entra a far parte del Colon giusto in tempo per i quarti di finale della manifestazione e per realizzare il gol decisivo che porta i rossoneri alle semifinali.
L’estro per il piccolo Santiago non manca e, pur di coltivarlo, la sua famiglia fa enormi sacrifici. Immaginate un percorso di oltre un’ora (da Pilar a Santa Fe), da ripetere anche al ritorno, per due volte a settimana. Per le tasche del padre Marcelo sono dolori, ma per un figlio si fa di tutto, si sa: ‘Alla fine del 2013 e per tutto il 2014 lo portavamo ad allenarsi due volte a settimana a Santa Fe. Una volta lo portava Marcelo (il padre di Santiago, ndr) e quella successiva lo portavo io. Avevamo un’auto a metano, ma per noi era difficile sostenere le spese dal punto di vista finanziario. Ci sono stati momenti in cui non abbiamo pagato il pedaggio dell’autostrada, perché altrimenti non avremmo potuto fare il pieno di benzina al ritorno. Abbiamo vissuto tanti momenti difficili che solo noi conosciamo, ma ci sono stati anche tanti momenti belli e sono sempre rimasti con noi: grazie proprio a quelli possiamo dire che ne è valsa la pena’, confessa Veronica.
Col tempo, a Santiago viene chiesto di alzare l’asticella e gli viene imposto di allenarsi tutti i giorni, impegno non semplice da gestire soprattutto perché la mole di studio del liceo Instituto San Martin è piuttosto ardua da ‘digerire’: ‘Quell'anno è stato complicato, non solo dal punto di vista finanziario, ma anche per lo sforzo che Santi ha fatto e per le cose che ha dovuto lasciare da parte. Si alzava presto per andare a scuola, usciva e correva a casa per mangiare velocemente e salire in macchina. Nel frattempo preparavamo tutto per lui: borsa, abbigliamento, scarpini, uno spuntino, un cuscino nel caso avesse voluto fare un riposino durante il viaggio. A volte studiava in macchina. Siamo andati avanti così per tutto il 2014, tutti i giorni’, ammette la mamma di Santiago. Che, tradotto in chilometri, è un conteggio presto fatto: tragitto di circa 90 chilometri, che sarebbero circa 180 chilometri giornalieri, 900 settimanali, 3600 mensili e quasi 40.000 all'anno. ‘A volte Marcelo appena usciva dal lavoro, molto stanco, lo prelevava da scuola, lo portava ad allenarsi e aspettava che tornasse da Santa Fe. Appena arrivava, cenava e dormiva qualche ora perchè poi sarebbe tornato a lavorare. È stato duro ma anche felice, perché era qualcosa che lui voleva fortemente e che anche noi eravamo disposti a desiderarlo. Gli siamo stati accanto nella sua decisione e nel suo obiettivo. Era il suo sogno’.
Inizialmente di carattere timido ed introverso, Santiago si sforza di poter essere indipendente e ci riesce, sorprendentemente per certi versi. Questo cambio di mentalità va di pari passo con la variazione delle sue caratteristiche e del suo impiego sul campo: da punta centrale diventa trequartista, spostando il proprio raggio d'azione pochi metri dietro gli attaccanti. E’ spinto dalla sua costante voglia di migliorarsi e di accrescere il suo bagaglio tecnico. Ma soprattutto, è mosso dalle parole della madre: ’Nessuno può mettergli dei limiti. Bisogna sempre lottare per ciò che si sogna e soffrire, godere e imparare. E continuare, continuare a raggiungerlo’.
Il professionismo
Con gli anni, la crescita di Santiago continua in maniera esponenziale. Così, sbarca in prima squadra nel 2019, in punta di piedi ma con decisione. Il suo esordio assoluto avviene il 13 aprile, nell’incontro di andata del primo turno della Copa Superliga: Santiago subentra all’84° a Marcelo Estigarribia (vecchia conoscenza del calcio italiano, visto che in passato ha vestito la maglia della Juventus) e si segnala per la sua prorompente esuberanza, visto che dopo nemmeno tre minuti ottiene un cartellino giallo. L’incontro finisce in parità e a reti bianche.
A maggio dello stesso anno, Pierotti prende parte a due gare della Copa Sudamericana, entrambe valevoli per il primo turno della competizione e che vede opposti i rossoneri al River Plate. Anche qui, nel primo dei due match subentra nel finale e prende subito un altro giallo; nel secondo, invece, trova più spazio (23 minuti) e aiuta i suoi a superare gli avversari, battuti per 3-1. L’annata si chiude, poi, con una presenza, da titolare (nel ruolo di trequartista) nel match del secondo turno della Copa Argentina contro gli opposti del Sol De Mayo: la gara termina 4-0 per gli uomini del club di Santa Fe e il giovane Santiago non solo realizza la rete del momentaneo vantaggio, ma dà buonissima prova di sé e resta in campo per tutta la durata dell’incontro.
La stagione successiva vede un incremento di minutaggio per Pierotti, che viene scelto per spaziare in ogni zona del campo, da quella mediana a quella propria della prima punta. Fra campionato, Copa Maradona e Copa Sudamerica mette a referto 9 gettoni di presenza e dispensa 2 assist (nelle gare con il Tucuman e con il Cipolletti). Nel frattempo, in estate viene preparato per lui il prolungamento del contratto – con un anno di anticipo sulla naturale scadenza - basato su un adeguamento più che doveroso in ottica del passaggio definitivo alla prima squadra: ‘Si sta negoziando il mio prolungamento del contratto e ovviamente voglio continuare al Colón, voglio continuare ad allenarmi qui. Voglio avere un po' più di minuti, affinché la gente mi veda e mostri un po' di quello di cui sono capace’, confessa Santiago a metà fra l’essere emozionato e l’essere pienamente consapevole dei suoi mezzi.
E tutte le parti coinvolte fanno bene. E’ infatti il 2021 l’anno della consacrazione di Santiago Pierotti nel suo club: lentamente, diventa un punto di riferimento in campionato (e chiude, in crescendo, la Superliga arrivando a quota 17 presenze ma anche un’espulsione, l’unica della sua carriera), ma soprattutto trascina i suoi alla finale di Copa De La Liga, dapprima in una fase di qualificazione che lo vede protagonista in campo in 9 occasioni con un assist (nella vittoria per 1-0 sul Central Cordoba) e un gol (in trasferta contro l’Atletico Platense, mettendo a segno il gol del momentaneo pareggio che apre una rimonta terminata con il successo per 1-3), poi con una fase conclusiva che mostra tutte le sue abilità e che lo porta a sollevare il primo (e unico) trofeo della sua carriera, dopo una semifinale vinta per 2-0 contro l’Independiente - e un suo assist - e una finale stravinta contro il Racing per 3-0 (e con lui sul rettangolo verde per 10 minuti). Per lui, il bilancio è estremamente positivo e si schiudono completamente le porte alla sua titolarità per la nuova stagione.
E’ proprio il 2022 a vedere Santiago Pierotti punto fermo della line up della sua società. L’attaccante gioca 24 match su 27 in campionato, segnando due gol (contro l’Estudiantes di Nehuen Paz – che qualche tifoso giallorosso sicuramente ricorderà… - e poi contro Rosario Central) e mostrando il suo campionario di versatilità di impiego. Inoltre, impreziosisce il suo ruolino di marcia con 7 presenze (e una rete, curiosamente sempre rifilata al Rosario Central) in Copa De La Liga, due match (e un altro gol, rifilato al Penarol) in Copa Argentina, ma soprattutto con 5 incontri in Copa Libertadores (l’equivalente della Champions League del Sudamerica, per intenderci), esperienza terminata anzitempo agli ottavi per mano del Talleres di Francisco Pizzini (un nome che qualche tempo fa era stato accostato ai salentini).
I numeri dell'ultima stagione al Colon
L’annata 2023 di Santiago Pierotti lo vede assoluto protagonista nel suo club, il Colon, agendo principalmente da esterno offensivo destro: inizialmente nella Superliga (durante la quale è un titolare inamovibile dell’undici di base prima di mister Saralegui e poi di Nestor Gorosito), poi anche nella Copa Argentina (dove registra tre presenze e mette a segno una rete, ai danni del Colegiales, al primo turno), successivamente nella Copa de La Liga Profesional (ovvero il torneo di chiusura) dove risulta assente dal primo minuto in diverse occasioni ma comunque ottiene 7 presenze e, infine, si congeda dai rossoneri di Santa Fe nel peggiore dei modi, ovvero con una sconfitta, di misura, contro il Gimnasia Y Esgrima La Plata rimediata l’1 Dicembre 2023 e chiusa con il penultimo posto in campionato ed un’amara retrocessione. Pone fine all’intera stagione con un ruolino di 37 partite disputate, 3 marcature all’attivo e 8 ammonizioni a lui comminate.
Analizziamo i numeri delle performance di Santiago Pierotti messi a referto durante la stagione regolare. L’esterno offensivo argentino prende parte a 26 match (delle quali 24 dal primo minuto), con un media di 82 minuti attivi a partita. Mette a segno 2 gol, entrambi con conclusioni dall’interno dell’area avversaria, ma uno di destro e uno di sinisto: uno contro l’Independiente, in trasferta (per il momentaneo 0-1), il 18 Marzo 2023, l’altro – quello del raddoppio - dopo poco meno di un mese, ai danni del Talleres. Curiosamente, entrambe le partite si concludono con un pareggio per 2-2. L’xG personale arriva a quota 3,9, ovvero spreca più quanto possa realizzare, tant’è vero che sono ben 5 le grandi occasioni da rete mancate. Pierotti si produce in 1,3 tiri a partita (delle quali solo 0,5 per match nello specchio della porta avversaria).
Sul fronte dei passaggi, sebbene raggiunga 1,39 xGA (ciòè, gli assist previsti), non fornisce assistenze per i compagni, anche se concede una grande opportunità ai suoi. Assicura 40,9 tocchi di palla a gara e dispensa 0,8 passaggi chiave. Non viaggia, però, a percentuali alte di precisione sui passaggi: arriva al 67% (di cui il 77% nella propria metà campo e solo il 61% in quella avversaria).
Difensivamente, Pierotti assicura 0,3 recuperi a partita, 2,2 tackle per match, 1,4 dribbling subiti a gara e 0,5 salvataggi per ciascun incontro. Offensivamente, invece, porta a termine il 50% dei dribbling tentati.
Due dati piuttosto preoccupanti emergono dall’analisi delle cifre di Pierotti: uno si riferisce ai possessi persi (ben 15,9 per ogni partita) e l’altro ai falli commessi (2,4, ben più di quelli subiti di media a gara), numero che si riverbera sui cartellini gialli ricevuti, come detto precedentemente.
La media voto di Santiago Pierotti secondo Sofascore nella Liga Profesional de Futbol è pari a 6,67 (14° miglior rendimento in squadra) mentre nella Copa de la Liga Profesional raggiunge quota 6,80 (ovvero il 13° miglior risultato del suo team).
Pierotti arriva al Lecce con un curriculum complessivo di 117 presenze ufficiali fra i professionisti, condite da 10 gol e 3 assist. Si congeda dal Colon - la sua squadra di sempre, a conti fatti - con delle parole agrodolci, che qualcuno non fa passare per inosservate: ‘Dopo tutto questo tempo, è ora di salutarsi. Sono grato a tutti quelli che mi hanno aiutato a superarmi: insieme abbiamo trascorso momenti incredibili. Abbiamo sempre lottato per portare questo club ai fasti che merita, combattendo per obiettivi importanti, cercando di alzare l’asticella, e in parte è grazie a tutti voi. Colon è grande grazie alla sua gente, e sempre lo sarà. Infine, mi auguro che d’ora in poi si ponga l’accento sulle selezioni giovanili, in modo che ognuno sia valorizzato e che abbia la possibilità di crescere in tutti i sensi, dando il rispetto che meritano: è una cosa fondamentale. Grazie a tutti!’.
Esperienze in Nazionale
Anche la Seleccion ha sempre tenuto in considerazione le capacità di Pierotti, ma solo nelle selezioni giovanili. Nel luglio 2019, Santiago viene convocato dal coach Esteban Solari nella nazionale Under 18 per un torneo internazionale, il COTIF, di scena in Spagna. Il debutto assoluto avviene il 31 Luglio, nella vittoria ottenuta con un perentorio 4-1 ai danni della Mauritania. Poi, inanella altre tre presenze (contro Spagna, Russia e Bahrain), chiudendo la sua esperienza con la selezione giovanile senza alcuna marcatura messa a segno.
Viene in seguito aggregato nella formazione Under 23 allenata da Javier Mascherano, sebbene non trovi la possibilità di debuttare nel torneo preolimpico di preparazione ai Giochi di Parigi 2024.
Report infortuni
La carriera di Santiago Pierotti è stata fortunatamente avulsa da infortuni seri: da quello che si può sapere, nel 2020 è stato fermo per tre mesi (dagli inizi di novembre) per un mal di schiena; poi, ha contratto il Covid per ben due volte in pochissimi mesi (a marzo e a luglio del 2021); infine, lo scorso anno ha superato una leggera contrattura muscolare (rimediata nel mese di settembre).
Profilo calcistico e caratteristiche tecniche
Il profilo di Santiago Pierotti disponibile su Football Manager 2024 parla di un esterno offensivo alto 189 centimetri e con un peso forma di 79 chilogrammi, di piede destro e personalità equilibrata. E’ ritenuto un elemento importante che può migliorare in futuro, data l’età relativamente giovane per il mondo del calcio (deve ancora compiere 23 anni).
Il ruolo d’elezione di Pierotti è quello del regista largo a destra, ovvero quell’elemento che agisce come la fonte principale per la creatività di squadra, tagliando dentro per cercare lo spazio per un passaggio filtrante poiché arrivare dalle fasce gli permette di evitare il traffico della metà campo, riuscendo facilmente a smarcarsi. Difensivamente, tiene la posizione sulla fascia per dare una mano al terzino e, all’occorrenza, essere una presenza fisica in più sulla linea arretrata. Può inoltre agire da ala pura, cercando spesso di tagliare dentro per aprire spazi ai terzini che si sovrappongono e tirarsi dietro ai difensori, oppure avendo il compito di dribblare più volte l’avversario sulla fascia grazie alla tecnica e alla velocità di base. In più, può muoversi da tornante, pressando i terzini avversari, cercando di impossessarsi del pallone nella zona avanzata del campo per tenerlo facendo salire la squadra o effettuando un cross veloce per gli altri attaccanti. Praticamente, può svolgere tutti i compiti di un esterno offensivo a destra.
Ma non è tutto: Pierotti può essere schierato anche più nel centro del campo, in qualità di trequartista, regista avanzato oppure come fulcro del gioco sulla trequarti, poiché è in grado di mirare a coprire gli spazi lasciati dagli avversari tra centrocampo e attacco, rendendosi disponibile a ricevere dei passaggi dai compagni, per cercare di trasformare velocemente un recupero difensivo in azione offensiva. Può anche agire da centrocampista esterno puro.
Indipendentemente dal fatto che possa trovare una collocazione più centrale oppure più laterale, Pierotti è un abilissimo trovaspazi, grazie alla sua capacità di individuare dei piccoli settori in cui operare. Essenzialmente, è un finalizzatore che gioca largo ed occupa posizioni apparentemente innocue, in attesa di trovare il buco nella difesa avversaria in cui andare a tirare o crossare. E’ difficile per gli avversari fronteggiare elementi come Pierotti poiché non hanno una posizione definita, ma analogamente ciò può rappresentare anche un aspetto limitante, poiché in certi frangenti potrebbe venire meno ai suoi compiti difensivi, costringendo il resto della squadra ad un’adeguata copertura e uno schieramento rigido che possano rappresentare un piano B e contemporaneamente utilizzare al meglio le sue caratteristiche squisitamente offensive negli ultimi 35 metri.
E non è finita qui: la stazza fisica di Pierotti fornisce una chiave di lettura particolare, in quanto si può ricorrere a lui per uno schieramento come seconda punta, come attaccante che pressa, come uomo d’area, come falso nueve e addirittura come centravanti. In emergenza, poi, può giocare anche a centrocampo (spazio ricoperto più in gioventù che recentemente, a dire la verità) come mezzala offensiva, come carrilero, come regista mobile o persino come incontrista.
Le caratteristiche peculiari di Santiago Pierotti sono quelle del saper correre con la palla al piede in maniera efficace, dell’allungare il passo per superare l’avversario, di inserirsi in attacco non appena le circostanze di gioco lo consentono, di provare spesso il passaggio decisivo, di mettere la palla sul destro prima di dribblare e di essere a proprio agio nello scartare l’estremo difensore avversario sotto porta. E’ più un elemento che riesce a far ripartire l’azione dopo un pressing o con una sventagliata dall’altro lato, piuttosto che disporre di una certa libertà di inventiva; in questo senso, è uno più di gamba che di giocata di fino.
I punti di forza di Pierotti secondo il videogame calcistico manageriale sono collegati alla sua capacità di adattamento al resto della rosa, alla sua versatilità e duttilità, alla sua abilità di dribbling – la quale lo rende un avversario difficile con cui scontrarsi - al suo equilibrio fisico, alla sua capacità con il pallone fra i piedi, al suo essere equilibrato e normale e alla possibilità di migliorare parecchio in futuro. Di contro, deve necessariamente lavorare soprattutto sui colpi di testa, un fondamentale la cui interpretazione può rivelarsi in controtendenza rispetto alla sua altezza.
Le principali qualità di Santiago Pierotti secondo Football Manager 2024 sono riferite alla resistenza, all’equilibrio, alla tecnica, al dribbling, alle decisioni sulle giocate e al movimento senza palla (tutte valutate con un positivissimo 14/20). Sufficientemente veloce e contemporaneamente forte fisicamente, dimostra un buon impegno e la capacità di giocare di squadra. Sul piano mentale, mette in mostra la sua concentrazione, il suo coraggio e la sua determinazione. Abile nei passaggi e nel controllo palla, Pierotti sa disimpegnarsi con fantasia. Potrebbe senz’altro essere più agile e coprire meglio la sua posizione (soprattutto in fase difensiva), ma ‘compensa’ con una buona conclusione dalla distanza e con un’efficace propensione al cross. Le carenze degne di nota sono quelle relative all’aggressività, alla finalizzazione pura e, come già detto, al gioco aereo.
L’abilità attuale di Santiago Pierotti secondo l’edizione più recente del videogioco calcistico manageriale è pari a 62/100, mentre quella potenziale può salire fino ad un valido 69/100.
Le opinioni di chi lo ha visionato
Secondo World Football Scouting, Pierotti ricorda molto Julian Draxler:
Santiago Pierotti è un elemento di qualità, dotato di una struttura fisica longilinea e di notevoli capacità balistiche. Ha un buon senso del gol e discrete capacità aerobiche, una dote che gli ha permesso di giocare anche nel ruolo di mezzala (soprattutto a inizio carriera). Elegante nelle movenze e dotato di un buon passo, Santiago sa essere determinante sia in fase di assistenza, sia in quella di finalizzazione. In possesso di spiccate capacità balistiche, può essere molto pericoloso sia su calcio punizione, sia con tiri dalla lunga distanza. Ha un discreto dribbling, una buona progressione palla al piede e, a differenza di molti altri talenti sudamericani, sa muoversi molto bene anche quando non è in possesso della sfera, risultando temibile con i suoi inserimenti offensivi. E’ un giocatore abbastanza completo, che può perfezionare la fase difensiva ma, considerando anche la giovane età, Pierotti sembra avere tutte le caratteristiche fisiche ed atletiche per adattarsi ai campionati più impegnativi come quelli europei. Fisicamente è già abbastanza strutturato, a livello giovanile riusciva spesso ad uscire vincente dai duelli corpo a corpo e, anche tra i professionisti, ha confermato di essere abbastanza competitivo. E’ un giocatore dotato di una spiccata personalità, un leader carismatico delle squadre dove ha giocato. I suoi punti di forza: tecnica, capacità balistiche, progressione palla al piede, fisicità, velocità, assist, visione di gioco, calci da fermo, personalità. Punti di debolezza: può migliorare la fase difensiva e la continuità.
Per il giornalista Stefano Francesco Utzeri, Pierotti
è dotato di un fisico imponente, con una struttura muscolare non particolarmente sviluppata ma sicuramente importante, vista la stazza. Nonostante la struttura fisica ragguardevole, Santiago è agile negli spazi stretti. Non ha un grande scatto sul breve, ma quando le sue lunghe leve si attivano, soprattutto sul lungo diventa imprendibile. Grazie alla sua tecnica arriva su palloni che diversamente un esterno o un trequartista dal baricentro basso non riuscirebbero a raggiungere. Destro naturale, è dotato di una sopraffina tecnica di base, a cui unisce una buona padronanza del piede sinistro. Grazie alla sua tecnica e alla forza degli arti inferiori, è efficacissimo nei dribbling: nell’uno contro uno è difficile che Pierotti non salti il diretto avversario. Alla tecnica, d’altronde, aggiunge queste lunghe leve che gli permettono di controllare e toccare il pallone anche a distanze a cui il diretto avversario non può immaginare. Nonostante la stazza ha un ottimo gioco di gambe, una grande coordinazione dei propri movimenti, doti che unite alla tecnica di alto livello gli permettono di essere pericoloso su palloni a tutte le altezze. Di fatto Pierotti si esibisce in controlli difficilmente realizzabili per un classico esterno di minor statura. Il suo destro educato gli permette di aver un’ottima conclusione dalla medio-lunga distanza. Tuttavia, questa caratteristica viene utilizzata poco da Pierotti che fatica a trovare la via del gol dalla posizione di esterno. Testimonianza delle sue capacità col piede destro sono i calci di punizione, nei quali è particolarmente efficace e preciso, sia battendoli direttamente che indirettamente. Inoltre, usa bene anche il piede mancino per concludere verso la porta. Per gli avversari, Pierotti è un avversario difficile da controllare perché è difficile capire se andrà sul piede destro o sul mancino. Grazie alle sue doti fisiche, è bravo anche nei controlli e nei tiri in acrobazia. Dal punto di vista del contributo al gioco della squadra, Santiago non solo è un giocatore che crea facilmente situazioni di superiorità numerica, ma sa anche velocizzare il gioco. Non di rado lo si vede provare a giocare il pallone di prima intenzione, anche in verticale per eludere l’intervento della linea difensiva. I suoi ‘azzardi’ sono utili ad invitare i compagni a sfruttare le sue corse senza palla, chiudendo triangoli e uno-due.
poi prosegue:
Diversamente da altri colleghi argentini ha anche una buona propensione alla corsa senza il pallone. Tuttavia, deve migliorare nella finalizzazione perché possiede tutte le armi: dalla lettura degli spazi da attaccare, alla tecnica per controllare i palloni più complicati, fino alla fisicità che gli permette di proteggere efficacemente il possesso. Nato trequartista, Pierotti col passare degli anni per la sua propensione al dribbling ha sempre più allargato la sua manovra. Oggi è un’ala destra con libertà di offendere, e soprattutto di dribblare per creare superiorità numerica. Senza il pallone, tende a stringere per attaccare lo spazio centrale con efficaci tagli in mezzo alla difesa o per accelerare la manovra con qualche spunto di prima intenzione. Oltre alla già citata finalizzazione non particolarmente efficace, l’esterno cresciuto nel Colon deve acquisire una mentalità diversa. Deve dunque essere più continuo e attento nelle sue giocate all’interno dei 90 minuti ma anche nel corso dell’intera stagione. Inoltre, deve essere più efficace nelle giocate dopo i dribbling: spesso, dopo aver saltato l’uomo, sbaglia la scelta per il servizio ai compagni o per la conclusione in porta.
Sport Del Sud lo aveva visionato qualche tempo fa e raccontava di
un calciatore ben strutturato dal punto di vista fisico. Nonostante la stazza risulta anche piuttosto agile ed è dotato di un’ottima velocità su distanze lunghe. Di piede destro, presenta anche buone qualità in fase di palleggio e di tiro, anche se deve migliorare sotto il punto di vista della finalizzazione. Per uno che di mestiere dovrebbe fare l’attaccante, i 10 gol in 117 presenze sono davvero un dato troppo povero. Inoltre, si perde un pò in concretezza: spesso e volentieri, dopo aver saltato l’uomo continua sbaglia scelte negli ultimi venti metri, esagerando con la palla tra i piedi. Resta tuttavia un prospetto piuttosto interessante, che sa sfruttare gli spazi e che è perfetto in un gioco verticale.
Osservandolo attentamente in azione, si può notare come Pierotti dimostri un buon opportunismo, non tanto nella frequenza di gol realizzati (effettivamente pochi per un attaccante esterno rapido come lui) ma nella capacità di trovare una conclusione verso la porta avversaria. Ha un valido tiro dalla distanza e riesce ad amministrare il pallone anche con il piede debole e con discreti risultati. E’ in grado di leggere in anticipo le azioni offensive producendosi in interessanti inserimenti, bruciando sul tempo gli avversari grazie a poderose accelerazioni sprigionate dalle sue lunghe leve. L’impressione che si ha visionandolo è quella che, se ha campo aperto, può scappare in velocità lasciandosi alle spalle tutti.
Cosa dice Pierotti di sé stesso
Era da un po' di tempo che Santiago Pierotti stava cercando di sbarcare nel Belpaese, così come ha confessato in una recente intervista:
Cercavo il trasferimento in Italia da tempo e sono molto felice per la mia famiglia. Ma soprattutto sono felice per aver lasciato qualcosa al club, che per me era molto importante. C'erano altre offerte, io volevo più di ogni altra cosa lasciare qualcosa a Colón. Questa offerta è arrivata per ultima ed è stata la più vicina alla richiesta del club argentino. Ho visto velocemente ed il Lecce non ha argentini: c'è solo uno spagnolo. Vedremo come mi tratteranno in Italia (ride, ndr).
Il suo soprannome è ‘El Chino’. Nulla a che vedere con Alvaro Recoba, però: il nomignolo è dovuto al fatto che i suoi occhi hanno una forma più allungata del consueto. In carriera ha indossato due numeri: il 14, ma soprattutto il 30. Il secondo è sulle spalle di Wladimiro Falcone e da lì non si schioderà. Sceglierà quindi il primo? Ai posteri l’ardua sentenza.
Cosa aspettarci da Santiago con la maglia del Lecce
Santiago troverà a Lecce un calore e un supporto simili a quello sudamericano, che senza dubbio faciliteranno il suo ambientamento e lo spingeranno a crescere e ad affermarsi ancora di più. E’ giovane ma è voglioso di far bene e volenteroso abbastanza per emergere. E per una piazza come quella salentina è una dichiarazione d’intenti sufficiente a renderlo un potenziale beniamino ma soprattutto qualcuno che possa lottare per questi colori e per questa causa. L’ultima parola l’avrà il campo; siamo però pronti a scommettere che Pierotti giocherà tutte le carte a sua disposizione per andare oltre i suoi limiti, proprio come mamma Veronica ripeteva come un mantra sulla polverosa strada da Pilar a Santa Fe. La destinazione sarà diversa, ma il viaggio – quello vero – sarà lo stesso.
Bienvenido, Santi!