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Ultimo posto in classifica in una graduatoria nella quale risultare nelle retrovie è sinonimo di oculatezza e progettazione, soprattutto se poi in campo i risultati sono differenti.

Il dato 

Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, Il Lecce, con 19,9 milioni lordi, è la squadra della Serie A che spende meno d’ingaggi. La società giallorossa è quella più sparagnina alla voce stipendi nella massima serie, sebbene quest’anno abbia alzato l’asticella e concesso degli ingaggi più alti ai propri calciatori.

La strategia del club salentino, in ogni caso, è quella di sempre: grande attenzione alle spese senza mai compiere il passo più lunga della gamba, per non rischiare di compromettere il futuro della società alla ricerca di risultati immediati che non portano poi a nulla nel futuro. 

udinese-lecce pierret brenner

Pure in Serie B non sarebbe da promozione diretta 

Il Lecce, a dire il vero, si troverebbe al quarto posto della classifica del monte ingaggi in Serie B. 

La società di Serie B che spende di più per sostenere gli ingaggi della propria rosa, a cui va aggiunto anche lo staff tecnico, è il Sassuolo della famiglia Squinzi. Come riporta la Gazzetta di Mantova, i neroverdi per la stagione 2024/25 dovranno spendere oltre 33 milioni di euro lordi per i propri tesserati. Su queste spese gravano ancora i vecchi contratti onerosi, uno su tutti quello di Domenico Berardi appena rientrato dall’infortunio. “Non abbiamo badato a spese perché vogliamo risalire subito in Serie A”, ha fatto sapere il club neroverde a inizio stagione.

A seguire, in questa speciale classifica, sempre davanti al Lecce, ecco la Sampdoria, che è condizionata anche dal cambio in panchina già effettuato e che ha portato Andrea Sottil al posto di Andrea Pirlo. 

A chiudere il podio ecco il Palermo, supportato dal progetto di espansione voluto dal potente City Football Group, gruppo proprietario del Manchester City e del Girona, per citare solamente due squadre che fanno parte di questa multiproprietà.

Lecce esempio 

Lecce è un esempio, un modello di progettualità e sostenibilità calcistica che è già studiato nelle università. Quell’ultimo posto nel monte ingaggi dovrà essere cancellato dal campo, con i giallorossi che dovranno essere abili a superare almeno tre società e conquistare la terza storica salvezza. Così si potrà dimostrare, come già accaduto nelle ultime stagioni, che non è fondamentale quanto si spende ma come lo si fa. 

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