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Nell’edizione odierna di As spunta un’intervista a Pablo Rodriguez, che si racconta tra passato al Real Madrid e presente a Lecce. LECCE –Ha attirato la mia attenzione quando me ne ha parlato il mio agente Morano e l'ho trovata una proposta allettante e interessante”. DIFFERENZE CON LA B SPAGNOLA –Il gioco è totalmente diverso, è un calcio diverso in molti aspetti in cui devi imparare e abituarti per adattarti. Le transizioni fanno la differenza”. CONDIZIONE FISICA NON AL TOP –È vero, sono ancora al 50 percento, ho bisogno di mettermi in forma per arrivare al mio miglior livello. Il mister mi chiede di dare tutto in ogni azione e soprattutto di non parlare con gli arbitri”. CITTÀ –Per me è stato abbastanza facile adattarmi qui, perché sono nato vicino al mare e qui posso godermelo. L'atmosfera, la città e le persone sono molto simili alla mia isola, Gran Canaria, e questo rende tutto più facile”. INZAGHI –È un orgoglio ed è molto bello che mi paragonino a grandi giocatori come lo era Inzaghi, ma questo non mi influenza. Mi considero una persona umile con molto lavoro alle spalle ed è così che sarà sempre”. GENITORI –Vengo da un paese di 10.000 abitanti, Valsequillo. Mi hanno insegnato a non guardare mai nessuno dall’alto verso il basso e non dimenticare mai da dove vengo. Senza piedi per terra e lavoro non si ottiene niente”. REAL MADRID –Quando è arrivata l'opportunità di Madrid non ci ho pensato due volte, era qualcosa di unico che non accade a tutti. Sono appassionato di sfide e quella lo era. Quando è finito il primo allenamento mi hanno mandato a firmare il contratto. Era qualcosa di unico che non dimenticherò mai”. GOL IN FINALE DI YOUTH LEAGUE –Finora è stata la cosa migliore che mi sia capitata nel calcio, qualcosa che il Real Madrid in molte edizioni non era riuscita a raggiungere ed il nostro gruppo con Raúl è riuscito a vincere”. RAUL –Raul si è fidato di me dal primo momento, mi ha dato tutto. Gli sarò sempre grato. Ricordo che una volta, senza aver mai parlato prima, è venuto a parlarmi dopo l’allenamento mostrandomi un video sul cellulare, nel quale mi faceva vedere le mie azioni. Non volevo crederci. Ha passato il suo tempo a mostrarmi cosa sbagliassi. Per me è stato un grande orgoglio averlo come allenatore”.  
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