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Una telefonata chiarificatrice per chiudere il caso. Quando giovedì, 24 ore dopo la deposizione di Simone Inzaghi agli inquirenti dell’inchiesta “Doppia Curva”, Luciano Spalletti in un’intervista alla Rai si era espresso così sulla sua esperienza sui rapporti con gli ultrà - in sintesi, «non mi sono mai trovato a che fare con queste situazioni, anzi non mi è mai successo durante tutta la carriera che qualcuno mi abbia telefonato per certe cose; io rispondo a tutti, anche a quelli che non conosco, però poi so riattaccare e so continuare la conversazione con chi mi telefona» -, a molti il riferimento era sembrato diretto al tecnico piacentino. 

Così l’aveva interpretata Inzaghi e pure l’Inter, indispettita per quelle frasi del suo ex allenatore.

Dopo Zanetti tocca a Calabria e Calhanoglu

Spalletti fin da subito aveva fatto trapelare che le sue parole non volevano essere una polemica verso il collega nerazzurro, ma il rumore era ormai alto. Così, dopo due giorni e alcuni tentativi, Spalletti ieri è riuscito a chiarirsi con Inzaghi. Una telefonata nella quale il ct azzurro si è detto dispiaciuto e amareggiato che le sue affermazioni siano state interpretate come un’accusa verso Inzaghi. 

Il tecnico, come detto, è stato protagonista in settimana di uno degli interrogatori che la Procura sta svolgendo con alcuni protagonisti delle intercettazioni con gli ultrà arrestati due settimane fa. 

Chi è stato ascoltato

È stato sentito anche Zanetti, mentre nei prossimi giorni toccherà a Calabria e Calhanoglu, così come dovrebbero arrivare le prime risposte da parte di 2-3 ultrà rossoneri che hanno fatto sapere, tramite il loro legale Jacopo Cappetta, di essere pronti a farsi nuovamente interrogare dal gip nell’ambito di una richiesta difensiva di revoca dell’ordinanza d’arresto.

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