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Catturato l’evaso di Lecce: la fuga di Vito Gassi si conclude dopo 10 giorni

Dopo dieci giorni di latitanza, le forze dell’ordine sono riuscite a catturare Vito Gassi, 29 anni, evaso dal carcere di Lecce il 14 settembre. L’uomo, detenuto da circa un mese per una rapina commessa cinque anni fa, è stato rintracciato grazie a un'intensa operazione condotta dalla polizia penitenziaria e dai carabinieri. La storia è stata raccontata sul sito specializzato PoliziaPenitenziaria.

La cattura in una masseria nelle campagne di Grumo Appula

Gassi è stato trovato in una masseria abbandonata nelle campagne di Grumo Appula, in compagnia della moglie di 24 anni. La località si trova vicino a Triggiano, dove risiedono i genitori del fuggitivo. Quando le forze dell’ordine hanno fatto irruzione, l’uomo non ha opposto resistenza, rendendo più agevole l’arresto. L’operazione ha segnato la fine della prima evasione nella storia del carcere di Lecce, un evento che ha attirato l'attenzione pubblica su questioni critiche riguardanti il sistema penitenziario.

La dinamica della fuga e il sospetto di un complice

La fuga è avvenuta dal Reparto di osservazione psichiatrica del carcere salentino, una sezione che si trova all'esterno delle mura principali del penitenziario. Le indagini suggeriscono che Gassi potrebbe aver ricevuto l’aiuto di un complice e abbia approfittato delle carenze di personale tra gli agenti di guardia. Le ricerche si sono concentrate principalmente nell'entroterra barese, un'area con la quale il detenuto aveva stretti legami familiari. Grazie a un lavoro investigativo minuzioso, le autorità sono riuscite a localizzarlo in poco più di una settimana.

Le criticità del sistema carcerario italiano

Il caso di Vito Gassi ha messo in evidenza ancora una volta le criticità del sistema penitenziario italiano, sollevando preoccupazioni su temi di sicurezza e gestione delle carceri. Negli ultimi anni, si sono verificati diversi episodi di evasione, alimentando il dibattito sulla necessità di riforme strutturali. I sindacati della Polizia Penitenziaria hanno espresso forte preoccupazione, sottolineando i problemi del sovraffollamento e della carenza di personale, fattori che aumentano il rischio di ulteriori fughe, suicidi, aggressioni e rivolte all'interno delle carceri.

Le richieste di riforma per migliorare la sicurezza

I sindacati avvertono che la situazione è ormai insostenibile e richiedono un intervento immediato da parte delle istituzioni per garantire la sicurezza sia dei detenuti che degli agenti penitenziari. La cattura di Gassi, pur rappresentando una vittoria per le forze dell'ordine, mette in luce la necessità di un ripensamento del sistema carcerario italiano. Gli operatori penitenziari attendono risposte concrete e l’attuazione di riforme che possano prevenire future evasioni e migliorare le condizioni di lavoro all'interno delle strutture detentive.

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