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Se parliamo di Frosinone-Lecce non possiamo non ricordare la sfida del 7 giugno 2014, quella della finale play off persa dai giallorossi allenati da Lerda contro i ciociari di Stellone.

In quella stagione uno dei protagonisti della compagine salentina era, senza dubbio, Romeo Papini. Oggi, quindi, abbiamo deciso di intervistarlo, per parlare del Lecce di Corini ricordando anche l’ultima volta che i giallorossi hanno disputato una sfida in quel di Frosinone.

LECCE DI CORINI –Ho visto diverse partite e mi è sembrato che la squadra abbia sempre avuto un’identità ben precisa. A volte è stata sfortunata negli episodi ed il tecnico ha dovuto fare i conti con diverse assenze, ma con la squadra quasi al completo ha subito trovato la quadratura. Per me il Lecce si giocherà i primi due posti insieme a Empoli e Monza”.

CODA – "Coda l’ho affrontato diverse volte e si vedeva che era un giocatore di forte. Forse prima gli mancava quel qualcosa per arrivare ad essere decisivo anche in B, mentre adesso ha computo il definitivo salto di qualità. Credo che sia tra i 3 attaccanti più forti dall’intera cadetteria e non dobbiamo sottovalutare che è stato preso da Corvino a parametro zero, un vero e proprio affare”.

MANCOSU – Quando ci ho giocato contro ho sempre pensato che avrebbe potuto fare meglio in B che in C. Marco ha un grande talento e non sono per nulla sorpreso dalla sua scalata. A Lecce ha trovato l’ambiente ideale per esprimersi al massimo ed ha dimostrato di poter giocare anche in Serie A”.  

HJULMAND – L'ho visto giocare sia da mezzala che da regista, è molto forte e si vede da subito. Sa abbinare le due fasi e mi sembra anche un giocatore intelligente tatticamente, si trova sempre al posto giusto nel momento giusto. Mi ha sorpreso anche la sua tranquillità, sembra aver già 10 campionati professionistici sulle spalle. Per lui Lecce rappresenta un trampolino di lancio, il posto dove crescere prima di raggiungere palcoscenici ancora più importanti”.

FINALE PLAY OFF - "Per me è un ricordo dolce amaro. Vi svelo un segreto: ho una foto di quella partita e la custodisco ancora nella galleria del mio cellulare. Ci siamo noi calciatori sotto un muro giallorosso, che spettacolo. Stavamo facendo riscaldamento ed il settore ospiti era già tutto pieno. Penso che senza il palo di Beretta anche la mia esperienza al Lecce sarebbe stata ancor più positiva. A quella partita siamo arrivati stanchi fisicamente ed alla fine si è visto, ma il calore ed i colori di quella curva non posso dimenticarli”.

PRESENTE –Adesso gestisco una scuola calcio a Terni, dove vivo. Siamo passati da 70 ragazzi a 450 tesserati ed io sono il direttore sportivo della scuola calcio. Questa società ha 4 impianti sportivi, 4 pulmini, abbiamo rapporti con molte società professionistiche e faremo un campus estivo. Io, in più, sto facendo il corso di direttore sportivo a Coverciano ed a metà aprile discuterò la tesi finale”.

PRIMA O POI DI NUOVO NEL SALENTO? - "Nel Salento ci tornerei anche solo per vivere. Non sarà facile affermarsi in questo nuovo percorso che sto intraprendendo, ma ho grande entusiasmo. Penso che Lecce possa essere l’ambizione di ogni direttore sportivo. Nella vita mai dire mai, di certo vi dico che per me sarebbe bellissimo tornare a difendere quei colori”.  

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