Marin Pongracic: fisicità, lettura negli anticipi ed esperienza internazionale al servizio del Lecce
LA SCHEDA
Con l’approssimarsi della chiusura della sessione estiva del calciomercato, Pantaleo Corvino e Stefano Trinchera cominciano davvero a fare sul serio. Il Responsabile dell’Area Tecnica e il Direttore Sportivo del Lecce sono riusciti ad assicurare a Baroni e ai suoi un difensore centrale di caratura europea e dal valore importante: parliamo di Marin Pongracic, marcatore croato di 24 anni, giunto dal Wolfsburg (club di Bundesliga) e lo scorso anno nelle fila del glorioso Borussia Dortmund. Sul calciatore, che arriva alla coorte della società di Via Costadura con la formula del prestito con diritto di riscatto, si era registrato recentemente l’interesse del Bologna e prima ancora quello - fra gli altri - di Bayern Monaco, Lipsia, Mainz e Friburgo. In giallorosso, Pongracic partirà, sulla carta, come assoluto titolare di un pacchetto arretrato che comincia ad alzare il livello delle prestazioni attese.
Marin Pongračić (questo il nome ‘ufficiale’ così come scritto con le lettere dell’alfabeto slavo) nasce l’11 Settembre 1997 a Landshut, città extracircondariale tedesca situata nel Land della Baviera, da genitori croati fuggiti da Slavonski Brod e rifugiatisi in Germania durante la guerra d’indipendenza croata. In quella cittadina bavarese, infatti, è rilevante la comunità proveniente dalle nazioni balcaniche, ormai completamente inserita nel tessuto sociale locale. Per questa ragione è in possesso della doppia cittadinanza, ovvero sia quella croata sia quella tedesca.
Si interessa al calcio già da piccolissimo (anche perché il padre è un grandissimo appassionato del nogomet) e non passa nemmeno un minuto del suo tempo libero a non pensare a giocare a pallone. Così, i suoi genitori, pressati dalle sue esasperanti richieste, lo iscrivono – non appena ne hanno la possibilità - ai corsi giovanili del club della sua città natale, ovvero l’SpVgg Landshut, il cui centro sportivo è raggiunto dal piccolo Marin attraverso un percorso di soli 5 minuti di bicicletta. Nonostante la timidezza e l’introversione, Marin si accende, letteralmente, quando pensa al calcio o semplicemente ascolta un discorso al riguardo. ‘Ero così iperattivo che a un certo punto i miei genitori hanno detto: Bene, ora dobbiamo mandare Marin a giocare da qualche parte, altrimenti spaccherà tutti i nostri vasi in giardino. Ero piuttosto eccitato al pensiero di poter giocare e sono sempre stato in grado di usare il calcio come valvola di sfogo per aprirmi davvero. Ovunque andassi, c'era sempre un pallone con me, anche a scuola. Lì le maestre mi portavano via la palla prima dell'intervallo perché la muovevo avanti e indietro, in continuazione, sotto il banco’, rivela Marin in un’intervista. Pian piano, Pongracic cresce sportivamente e fa intravedere le sue doti, soprattutto nel dribbling, dimostrando di poter dare il meglio di sé in posizioni spiccatamente offensive. Il suo allenatore, Willi Löbenbrück, crede moltissimo in lui e nelle sue potenzialità (‘è uno dei ragazzi di maggior talento mai avuti e con cui è facilissimo confrontarsi’, confessa), a tal punto da segnalarlo – dopo alcuni positivissimi tornei, alcuni dei quali disputati in Italia - addirittura alla cantera del Bayern Monaco, che lo accoglie poco prima del suo tredicesimo compleanno, letteralmente incantato dalla caterva di gol realizzati contro i suoi pari età. Il suo carattere cambia drasticamente e il rendimento scolastico ne risente (in negativo), scontentando ovviamente scontentando sua madre in particolare: ‘Quando sono passato al Bayern U14, sono diventato un piccolo mascalzone. Improvvisamente a scuola non andavo più molto bene, non avevo più voglia di studiare e probabilmente sono diventato un po' sfacciata anche nella mia vita privata. E’ lì che ho capito che non potevo avere un piano B: avrei dovuto fare il calciatore e avrei dovuto lottare duramente per riuscirci, anche perché non avevo alcuna alternativa’, dice Marin. Qui, da centravanti, viene lentamente spostato più indietro, inizialmente nella posizione di trequartista, poi di mezzala e infine, dopo aver subito alcuni infortuni (causati soprattutto da una crescita troppo rapida fra i 14 e i 16 anni, periodo in cui la sua statura si alza di oltre 20 centrimetri, generando problemi alle ossa, alle ginocchia e persino ad un tallone, il quale si frattura), l’allenatore della selezione Under 16 lo ‘converte’ in difensore centrale, nonostante la riluttanza di Pongracic che ama palleggiare e tirare in porta: ‘Non dimenticherò mai la mia prima partita da difensore centrale. Eravamo a un torneo vicino a Salisburgo. Marcavo Breel Embolo (che ora è sotto contratto con il Monaco, ndr). A quel tempo lui era con l'FC Basilea, io con il Bayern. Venivo da una partita giocata da me a centrocampo contro lo Swansea City, a cui ho persino segnato un gol. Poi qualcuno si è infortunato e il mister ha detto che avrei dovuto giocare al centro della difesa contro Embolo. E all'età di 15 anni sembrava lo stesso di adesso: un enorme armadio. Ero però così arrabbiato con l'allenatore che mi ha messo in campo come difensore centrale, che l'ho eliminato completamente dal gioco. Abbiamo vinto 1-0 e siamo andati avanti nel torneo. E da quel momento in poi sono stato solo un difensore centrale… Mi ci è voluto un bel po' per crescere nel mio nuovo ruolo. Ho anche commesso molti errori all'inizio, ho continuato a dribblare solo perché mi sentivo come se fossi ancora un trequartista. Non ho mai voluto crederci davvero alla mia transizione. Se un allenatore mi dicesse “d'ora in avanti giochi dietro le punte”, andrei ad ogni sessione di allenamento con un grande sorriso. Giocare lì è la cosa migliore che ci sia’, ammette Marin.
Dopo due anni, il 1° Luglio 2013 Pongracic – alla ricerca di maggior impiego - viene ceduto a titolo definito all’Ingolstadt, con il quale gioca nella selezione Under 17 (21 gare complessive nella U17-Bundesliga Süd/Südwest) nella stagione 2013/2014 e con quella Under 19 (17 presenze totali) nell’annata seguente, macchiata da una squalifica per ben 5 giornate a causa di un’entrata killer sull’attaccante dell’Hoffenheim, Robin Hack, che causa la rottura della tibia e del perone all’avversario.
Il 31 Agosto 2016, passa a titolo definitivo (e gratuito) al club del Monaco 1860, venendo dapprima aggregato alla squadra delle riserve (dove comunque fa registrare 17 presenze e un gol nella quarta serie tedesca) e poi, a partire dall’Aprile 2017, finalmente nella formazione maggiore, militante nella 2.Bundesliga (ovvero la nostra Serie B), con la quale debutta il 16 Aprile giocando da titolare nel match contro il Sandhausen, terminato 1-1. A fine anno, sono 6 le presenze in campionato, che si conclude nel peggiore dei modi, con una sconfitta complessiva nel doppio turno di playout (al quale Pongracic prende parte solo per la prima sfida, rimediando un cartellino rosso per doppia ammonizione e, conseguentemente una squalifica) e la retrocessione nella terza serie tedesca.
Pongracic è tuttavia destinato ad altri lidi. Il 1° Luglio 2017 passa a titolo definitivo al Salisburgo (militante nel massimo campionato austriaco e uno dei migliori club d’Europa per la crescita dei giovani calciatori, come ha poi dimostrato la storia di Erling Haaland, suo grande amico) per una cifra vicina al milione di euro, firmando un contratto fino al 30 Giugno 2021. Qui, Marin alterna un buon minutaggio, con 16 presenze in campionato (con debutto, da subentrato e in posizione di mediano, a 5 minuti dal termine della vittoria esterna per 2-0 sul Wolfsberger alla prima giornata) e la vittoria dello scudetto a fine anno, 3 in coppa d’Austria e ben 4 (fra match di qualificazione e primo girone) in Europa League, competizione nella quale esordisce da titolare nella sfida di ritorno del 4° turno di accesso ai gironi, ottenuta ai danni del Viitorul e finita 0-4, a lunghi periodi di inattività: a settembre rimedia un infortunio agli adduttori e resta ai box per oltre due mesi, poi a dicembre patisce un problema al ginocchio che lo costringe a rimanere ai margini per altri due mesi e infine a febbraio salta tre incontri per un’influenza.
La stagione 2018/2019 vede Pongracic con un impiego simile a quello ottenuto nell’annata precedente: 14 partite – nessuna delle quali concluse con una sconfitta, va detto - disputate nella Bundesliga austriaca (con un’espulsione diretta), terminata con un altro successo e con il suo secondo titolo nazionale di fila, ma anche 2 match di Coppa D’Austria (che il Salisburgo porta a casa), ben 6 (con un assist, a corredo) di Europa League, ma soprattutto 4 gare (tutte dal primo minuto) di qualificazione alla Champions League, appuntamento fallito dopo un doppio pareggio con la Stella Rossa che premia però il club di Belgrado per miglior differenza reti realizzate in trasferta. Purtroppo, anche in quest’annata subisce due stop fisici: a febbraio resta out per 50 giorni per uno strappo al fascio muscolare, mentre ad aprile ha una rottura della fibra muscolare che gli fa terminare anzitempo la stagione, di fatto.
Quella del 2019/2020 è l’annata che segna il cambio di passo di Pongracic: dopo aver iniziato la stagione (con altri due infortuni alla coscia) nel Salisburgo (dove gioca solo 5 gare di campionato – che poi verrà vinto per il terzo anno di fila, costituendo il terzo riconoscimento su altrettanti tentativi – più una partita di Coppa D’Austria – vinta dallo stesso Salisburgo – e la gara di Champions League del San Paolo di Napoli del 5 Novembre 2019, terminata 1-1), il difensore croato passa al Wolfsburg a titolo definitivo durante la sessione di mercato invernale, mettendo fine ad un periodo nel quale avrebbe, per sua stessa ammissione, potuto fare di più: ‘A volte ho vissuto in modo non professionale. Sono consapevole che ciò era dovuto anche al mio stile di vita. L'ho poi cambiato perché non volevo più perdermi le mie partite – e mi sono perso partite davvero importanti. Impari da ciò, ed è quello che ho fatto. Dormo meglio ora, mangio meglio, mi rilasso quando serve - e non voglio dover rivivere periodi bui di nuovo’. Le aspettative su di lui, ad ogni modo, sono alte, soprattutto perché si tratta di un acquisto davvero oneroso, se si pensa che il club tedesco sborsa fino a 9 milioni di euro per averlo. Così, Pongracic esordisce nella Bundesliga tedesca il 2 Febbraio 2020 (ancora una volta da titolare) nella sfida esterna vinta sul Paderborn per 2-4. Sei giorni dopo, nell’incontro casalingo contro il Dusseldorf, rimedia un cartellino rosso diretto per una gomitata rifilata a Morales e viene squalificato per 3 giornate, anche perchè abbandonando il campo devasta i cartelloni pubblicitari e tutto quello che gli capita a tiro. ‘Avevo una rabbia incredibile dentro di me. Quel colpo di gomito non era programmato, non lo volevo. Alfredo Morales mi ha afferrato per un braccio, io volevo abbassare la mano e in quel momento l’ho colpito al mento. E’ sembrato che io abbia cercato intenzionalmente di fargli del male, ma ovviamente non era così, anche perché lo conoscevo bene, avendo giocato con lui ad Ingolstadt quando lui era in prima squadra e io nell'Under 19. Ovviamente mi ha dato fastidio essere stato cacciato dal campo in un modo così stupido’. Rientra per la parte finale del campionato, che chiude con 11 presenze e due gol (entrambi, di testa, rifilati al Bayer Leverkusen). L’annata, invece, termina ufficialmente con la sconfitta contro lo Shaktar Donetsk (per 3-0) nella gara di ritorno degli ottavi di Europa League.
A causa della mononucleosi, per Pongracic la stagione 2020/2021 al Wolfsburg non comincia sotto i migliori auspici. Gioca soltanto un minuto in 3 mesi (anche per ‘colpa’ del Covid e delle conseguenze di natura respiratoria causate al suo organismo), per poi rivedere di fatto il campo il 16 Dicembre 2020 contro il Bayern Monaco. Sono 10 gli incontri a cui prende parte in campionato e solo uno quello che lo vede sul rettangolo di gioco in Coppa di Germania (il 4-0 rifilato al Sandhausen in casa in occasione del secondo turno della competizione).
La stagione 2021/2022 di Marin Pongracic lo vede in prestito al Borussia Dortmund, con il quale disputa 17 partite di Bundesliga, una gara di Coppa di Germania e ben 5 presenze in Champions League. Escludendo il match di DFB-Pokal (la coppa nazionale, appunto) perché statisticamente poco probante, analizziamo insieme i numeri di Pongracic riferiti alla scorsa annata.
In campionato, Pongracic prnde parte – come detto – a 17 gare (delle quali 9 dal fischio d’inizio), per un totale di 49 minuti di permanenza media sul campo per ciascun incontro, agendo principalmente da difensore di sinistra nella difesa a tre messa in piedi dall’allenatore Marco Rose, suo ex coach al Salisburgo. Fa registrare 43,9 tocchi di palla di media a partita e una precisione dei passaggi pari all’86% (‘splittata’ in 91% per i passaggi effettuati nella propria metà campo, in 75% per i passaggi dispensati nella metà campo avversaria e in 46% sulle palle lunghe precise). Dal punto di vista difensivo, assieme ai compagni di reparto mantiene la porta inviolata in 2 occasioni, viaggiando ad una media di un recupero netto a partita, un tackle netto per incontro e 1,8 salvataggi per match. Purtroppo, però, commette un errore plateale che porta ad una conclusione degli avversari e un errore che causa un gol a scapito della propria squadra. Sui contrasti, comunque, fa la voce grossa, conquistandone il 54% (dei quali il 57% di quelli a terra e il 48% di quelli aerei). Subisce tre ammonizioni. Con il pallone fra i piedi, vince il 78% dei dribbling tentati e perde ‘solo’ 5,7 palloni. La media voto attribuita da Sofascore al suo torneo è di 6,66.
In Champions League, Pongracic offre sostanzialmente le stesse performance, commisurate all’effettivo impiego in campo (34 minuti di media disputati a partita), vincendo più contrasti aerei del consueto (ben il 60%) ma non dando mai un contributo tale per poter chiudere le gare da lui disputate con un clean sheet. Ai 20 minuti di presenza in Besiktas-Borussia Dortmund 1-2 del 15 Settembre 2021, Pongracic aggiunge al suo ruolino di marcia altri 21 minuti da subentrato (avvicendando Mats Hummels) nella disfatta del 19 Ottobre 2021 contro l’Ajax, terminata 4-0 per i lancieri, poi altri 56 minuti nel tentativo di rimpinguare la difesa numericamente scoperta a causa dell’espulsione di Hummels nella sconfitta casalinga contro lo stesso Ajax (1-3) del 3 Novembre 2021, successivamente altri 67 minuti (da titolare) nella sconfitta per 3-1 contro lo Sporting del 24 Novembre 2021 (ma dando una buonissima prova di sé) e infine altri 17 minuti nel roboante successo per 5-0 sul Besitkas del 7 Dicembre 2021.
La sua media voto elaborata da Sofascore per la parentesi nella massima competizione continentale è di 6,42, non altissima ad essere onesti.
Marin Pongracic arriva a Lecce con un curriculum di tutto rispetto: 164 presenze fra i professionisti in squadre di club (delle quali 21 in competizioni continentali) condite da 3 gol, un assist e 3 espulsioni. Inoltre, nella sua bacheca ha riposto tre vittorie del campionato austriaco e due successi in coppa d’Austria. Ma non solo: vanta 3 presenze con la selezione nazionale Under 21 della Croazia (esordio avvenuto il 31 Agosto 2017 in occasione dell’incontro vinto per 3-0 sulla Moldavia, valido per la qualificazione agli Europei di categoria) e 5 caps nella selezione nazionale maggiore (con debutto avvenuto l’11 Novembre 2020 nell’amichevole contro la Turchia, terminata 3-3, che lo ha visto calcare il campo assieme a quello che sarà un suo compagno di reparto al Lecce quest’anno, ovvero Mert Cetin). E’ stabilmente nel novero delle convocazioni della nazionale croata, come testimonia la sua chiamata in occasione degli ultimi incontri della Nations League disputati lo scorso giugno.
Il suo approdo nel Salento chiude una parentesi non molto felice per Pongracic, dove di calcio giocato c’è davvero poco o nulla: il calciatore croato, infatti, cita in giudizio il suo principale datore di lavoro, il VfL Wolfsburg appunto, all'inizio del 2022, per la mancata corresponsione di un bonus di rendimento pari a 250.000 euro. Nel frattempo, in un’intervista su Twitch, il giocatore rende pubblica la quota di trasferimento (9 milioni di euro) pagata dal Wolfsburg al Salisburgo, nonché alcune informazioni riservate sull’entourage dei due sodalizi coinvolti dallo scambio. Il suo rapporto con il club proprietario del suo cartellino, nonché con i suoi supporter, si incrina pesantemente. Dopo la fine del prestito al Borussia Dortmund, Pongracic torna alla base ma si vede letteralmente chiuso da altri quattro difensori centrali, ovvero Maxence Lacroix, Sebastiaan Bornauw, Micky Van de Ven e il nuovo acquisto croato Bartol Franjić. Oltretutto, il VfL Wolfsburg – alla luce delle presunte dichiarazioni lesive - presenta una domanda riconvenzionale contro il suo giocatore e chiede una penale contrattuale di 85.000 euro. Il trasferimento al Lecce cancella tutto con un colpo di spugna, come poi testimonia la nota ufficiale del club tedesco: ‘Marin Pongracic lascia il VfL Wolfsburg in prestito e si unisce al club italiano di Serie A dell'US Lecce fino alla fine della stagione. Indipendentemente dalla situazione giuridica, entrambe le parti hanno convenuto di ritirare le cause intentate l'una dall'altra e quindi di dichiarare chiusa la controversia legale. È stato concordato di comune accordo di non rivelare i dettagli dell'accordo’.
Il profilo di Marin Pongracic elaborato da Football Manager 2022 descrive un difensore centrale, di piede destro e personalità equilibrata, alto 190 centimetri e con un peso forma di 95 chilogrammi. E’ un marcatore abile ad impostare dalle retrovie, uscendo dalla zona di difesa palla al piede, ma sa disimpegnarsi in giocate senza troppe pretese e senza fronzoli, così come è abile ad agire come braccetto di difesa. Inoltre, può trovare impiego anche a destra come terzino o come esterno basso fluidificante ed ha esperienze in carriera come incontrista, come centromediano metodista, come mediano e come centrocampista spiccatamente difensivo.
E’ uno dei pochissimi giocatori presenti nel videogame manageriale che non ha punti di debolezza conclamati. Al contrario, sono numerosi i punti di forza: ha un estremo coraggio che lo farà tuffare in situazioni da cui gli altri si terranno alla larga, è molto bravo nel gioco aereo, con un po' di concentrazione in più può diventare un futuro elemento di vertice del calcio europeo, è un nazionale, è considerato un atleta prestante, può giocare in un paio di ruoli e sembra avere una personalità equilibrata e normale.
La principale qualità di Pongracic secondo Football Manager 2022 è l’aggressività (17/20); di primo livello i valori riferiti a velocità, massima elevazione, forza e coraggio, così come l’equilibrio; molto validi anche gli attributi propri del gioco di squadra, del colpo di testa, dell’accelerazione, del senso della posizione, dei passaggi, della marcatura e del dribbling. Le caratteristiche meno desiderabili sono associate al movimento senza palla, ai cross, ai rigori e ai tiri da lontano, quasi tutte non peculiari per un difensore centrale.
Dal punto di vista mentale, Pongracic – a detta del videogioco – dimostrerebbe un’adattabilità ad un nuovo ambiente non spiccatamente rilevante; ha una validissima ambizione che spesse volte, però, causa una perdita di compostezza e una poco invidiabile propensione alle controversie; può ricorrere sovente a giocate ‘sporche’ ed è molto eccentrico (aspetto che lo fa interagire in maniera molto diretta con stampa e addetti ai lavori); sebbene non sia dotato di carismatica leadership, sa esaltarsi nei match importanti, anche se talvolta può risultare poco fedele alla causa, non particolarmente professionale e scarsamente sportivo nelle giocate; alcune volte può dare spazio a poco temperamento ma cerca di ‘sopperire’ a tale lacuna con una buona dedizione al lavoro. Sotto il profilo puramente fisico/tecnico, deve fare i conti con una propensione agli infortuni non trascurabile ed è in grado di usare abbastanza bene il piede sinistro.
L’abilità attuale di Marin Pongracic secondo Football Manager 2022 è pari a 68/100, mentre quella potenziale può arrivare fino ad un massimo di 76/100.
Così come asserisce TotalFootballAnalysis, Marin Pongracic è in grado di giocare indifferentemente sia a destra sia a sinistra al centro di una difesa a 4, così come può disimpegnarsi in un reparto arretrato composto da 3 uomini di movimento. Solitamente, resta sempre dietro e raramente si avventura con la palla fra i piedi nella metà campo avversaria. Può occasionalmente alzare il baricentro nel caso di attacchi avanzati, ma la sua naturale tendenza è quella di mantenere la copertura, e comunque generalmente si fa avanti solo se ha la certezza che un terzino o un centrocampista centrale possano coprirlo per garantire una superiorità numerica nel reparto. Non ha evidenti problemi di posizione, mantenendo costantemente le giuste distanze tra sè stesso ed i suoi compagni di squadra difensivi posizionati su entrambi i lati. Allo stesso modo, mantiene un'ampia distanza tra lui e il centrocampo davanti a sé, mostrando di saper giocare d’anticipo e con aggressività per uscire dalla linea di fondo e andare in pressing su qualsiasi portatore di palla che opera tra le linee. Il posizionamento difensivo e l'anticipazione del pericolo possono essere visti quando copre lo spazio anche dietro la linea della palla durante la manovra avversaria.
Nella possibilità che un giocatore avversario possa cercare di effettuare un passaggio filtrante, Pongracic prende immediatamente la posizione laterale corretta, mantenendo lo sguardo sugli avversari disposti su entrambi i lati, ed è pronto a coprire quello spazio se dovesse fronteggiare un passaggio filtrante. Ha un buon ritmo di gioco, tant’è vero che è sempre pronto a coprire lo spazio per fermare sul nascere un passaggio filtrante, ma ha una disposizione posturale e un posizionamento sul terreno di gioco che gli consentirà di cambiare direzione efficacemente se necessario. Non è particolarmente veloce ma possiede comunque una rapidità di rilievo per un difensore centrale: è in grado di coprire le tracce della maggior parte degli attaccanti nelle sfide uno contro uno in allungo. Non cerca spesso di attivare la trappola del fuorigioco; piuttosto, rimane incollato all’avversario mentre viene giocato il passaggio filtrante e, a causa della sua grande lettura sugli anticipi, si girerà e inizierà a coprire lo spazio pochi istanti prima che il passaggio venga effettivamente dispensato. Si muove in un angolo piuttosto che in una linea retta. Sui duelli difensivi ‘a terra’, predilige l’intercettazione più che il contrasto, mentre in quelli aerei è assolutamente dominante: nel 2020/2021, per esempio, Pongracic è stato coinvolto in un volume di duelli aerei inferiore alla media rispetto ai suoi colleghi di campionato (ovvero 3,10 contrasti ogni 90 minuti). Tuttavia, il suo tasso di successo del 66,77% è davvero impressionante, lasciandolo ben al di sopra della media del campionato e ai vertici fra le statistiche dei difensori centrali della Bundesliga nel 2020/21 relative a questo fondamentale.
Possiede una buona forza ed è in grado di sbilanciare gli attaccanti avversari senza oltrepassare i limiti del fallo. Normalmente è sufficiente un semplice braccio per tenere gli avversari a distanza e Pongracic mostra costantemente la capacità di mettere il suo corpo tra la palla e l'avversario. Dimostra una buona mobilità e agilità e può piombare improvvisamente sull'attaccante mentre effettua l'intercettazione o il contrasto, prima di allontanare rapidamente la palla da qualsiasi potenziale pericolo. Talvolta, rischia di andare in anticipo un po' troppo presto, ma resta comunque in piedi, cercando di recuperare immediatamente. Il suo timing sui contrasti è valido, ma predilige comunque l’anticipo, anche a costo di esprimersi in una giocata goffa o stilisticamente non perfetta. Domina nel gioco aereo, mostrando un buon tempismo, un grado di forza di prim’ordine e un salto considerevole per battere regolarmente gli avversari sulla palla. Quando difende all'interno della propria area mostra un'ottima consapevolezza del posizionamento della squadra avversaria e della sua, nonchè degli spazi in cui respingere la palla. Può sgombrare l’area colpendo il pallone di testa con potenza, in modo da allontanare quanto più possibile il pericolo ed evitare di riconsegnare immediatamente il possesso fra i piedi di un giocatore avversario. A volte può essere troppo fisico nei contrasti, adottando un approccio un po' troppo pericoloso mentre cerca di superare l'attaccante. La disciplina tattica del campionato italiano forse potrà limare questo punto debole che, in passato, ha portato Pongracic a causare dei falli da rigore per le squadre contendenti.
In termini di ciò che Pongracic può fare in possesso, si può dire che il suo approccio è calmo e composto e che può sicuramente giocare un passaggio in avanti, ma non eccelle in fase di impostazione. Ha un approccio unidimensionale ai passaggi in profondità, in quanto sa spaccare il centrocampo solo con un passaggio a terra e quando è in possesso cerca costantemente l'opzione di passaggio in avanti con una posizione del corpo troppo verticale; mantiene la testa alta mentre avanza e, anche se potrebbe prendere spazio davanti a lui, appena l’avversario diretto va verso di lui, si libera della sfera piuttosto che cercare di fare complicate corse per superarlo in allungo. Effettua passaggi lunghi (e solitamente precisi) ma solo quando non è in alcun modo contrastato e il primo avversario si trova a debita distanza; se ha l’occasione, sa leggere gli inserimenti dei compagni d’attacco per fornire con i giusti giri una palla lunga in grado di rimbalzare a ridosso dell’area avversaria. Alcune volte però lancia la palla troppo in alto, consentendo ai difensori di recuperare e intercettare la palla troppo facilmente mentre gioca una palla diagonale e trasversale.
Secondo Fieldinsider, Pongracic può talvolta adottare uno stile difensivo un pò sconsiderato e non è il più pacato dei difensori, però ha grande capacità di lettura del gioco in anticipo e dà il meglio di sé in difese a quattro piuttosto che a tre. La sua fisicità è sicuramente uno dei suoi maggiori vantaggi, in particolare la sua forza e la sua portata di salto. Entrambe le caratteristiche vanno di pari passo, dandogli la possibilità di allontanare gli altri giocatori dalla palla in modo relativamente semplice ed esprimendo una grande dose di coraggio. Sa esprimersi su alti ritmi, ideali per una squadra che opera un pressing alto e che non concede troppo tempo di decisione all’avversario mentre è in possesso. La sua peggiore debolezza è la mancanza di concentrazione, aspetto di cui sembra particolarmente suscettibile. Talvolta, la mancanza di lucidità lo porta ad essere colto fuori posizione, costringendolo ad affrontare sfide improbe per cercare di recuperare la situazione. Può lavorare sui cross e sulla visione di gioco che, al momento, limitano la capacità di poter giocare in posizioni più avanzate del campo. Inoltre, se accresce il suo grado di leadership nel tempo, può diventare un difensore di livello mondiale negli anni a venire, simile – con le dovute proporzioni – a Leonardo Bonucci.
Marin, però, sa come uscire dall’empasse dei momenti bui del gioco e conosce i suoi limiti e i punti deboli su cui deve lavorare: ‘Se le cose non vanno bene, gioco un passaggio sicuro per riprendere subito fiducia. Ma a volte devi fare qualcosa di imprevedibile. Come difensore centrale, non puoi giocare sempre e solo sul terzino, devi variare la giocata ogni tanto. Penso di fare molte cose istintivamente. Anche correre il rischio di un dribbling può avere senso per un difensore centrale in alcune situazioni. Se crei una buona superiorità con una giocata la prima linea, di solito diventi pericoloso se avanzi. E questo è importante. Ma la mia posizione in particolare dovrebbe trasudare sicurezza. Devo lavorare per diventare più concreto. Questo è il mio obiettivo. In generale, penso che sia sempre più facile agire senza avere troppi assilli o pretese, piuttosto che essere qualcuno da cui ti aspetti molto e che poi deve soddisfare le previsioni. Riesco a percepire un certo livello di aspettativa, ma cerco di essere più rilassato e di non esercitare troppa pressione su me stesso. Sono abbastanza calmo, a questo punto della carriera. E ho capito che l’allenamento è tutto: in passato volevo solo giocare a calcio. Adesso so che allenarsi è parte integrante e tappa obbligata di questo lavoro’.
E la calma è un elemento che lo contraddistingue anche nell’hobby degli scacchi, che ama perché ‘sono un gioco strategico e non di fortuna’. E’ però appassionato anche di poker, che gioca con gli amici. Sportivamente parlando, i suoi modelli di ispirazione sono Lucio, Virgil Van Djik e Kalidou Koulibaly, ammirato moltissimo ai tempi del Napoli, città che adora, soprattutto per la figura di Diego Armando Maradona. E’ inoltre un estimatore del Barcellona, club che ha annoverato campioni assoluti come Ronaldinho, Messi e Zlatan Ibrahimovic, la cui biografia ‘è stata il primo libro che ho letto per intero in tutta la mia vita’. Ama il numero 34 - che non manca di mostrare dopo ogni suo gol, riproducendolo con le dita della mano - poiché rappresenta un profondo legame con il suo luogo di nascita: sono infatti le due ultime cifre del codice di avviamento postale di Landshut.
Con Pongracic, il Lecce alza notevolmente il tasso tecnico, tattico e fisico della squadra, arricchendo il pacchetto arretrato di un elemento molto forte, versatile, prestante fisicamente e intenzionato a dare il massimo per poter vivere da protagonista il mondiale in Qatar con la sua Croazia, se le performance che sarà in grado di offrire con la maglia giallorossa saranno soddisfacenti. Se riuscirà ad avere il giusto approccio mentale, ad ambientarsi rapidamente a questa nuova realtà e ad avvicinarsi a questa stagione con dedizione, impegno e abnegazione, può davvero dare una grossissima mano agli uomini di Baroni in questa grande cavalcata verso l’obiettivo salvezza e, nei cuori dei tifosi, ricalcare il percorso emotivo di un grande suo connazionale come Davor Vugrinec.
Dobrodošli, Marin!