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Non servono tante parole. Sono bastate una maglia bianca e una scritta nera: nessun valore, nessun colore.

Il Lecce ha risposto così all'imposizione di giocare Atalanta-Lecce prima ancora di riuscire a salutare per l'ultima volta l'amico ed il collega Graziano. Senza la possibilità di vivere il lutto come avrebbe voluto.

La Lega Serie A ha deciso: si gioca.

Il Lecce è sceso in campo senza colori, senza scuse, senza ipocrisie. Una protesta silenziosa ma devastante: se tu non dai valore alla vita umana, io non do colore al tuo show.

In un mondo dove tutto è merchandising e hashtag, il Lecce ha messo in scena qualcosa di semplice e potentissimo: la dignità.

Hanno fatto il giro d'Italia e del Mondo quelle maglie bianche. Hanno imbarazzato un sistema che predica valori attraverso spot pubblicitari.

La partita si è giocata. Il Lecce ha pareggiato, ma ha vinto tutto quello che contava davvero perché ha ricordato a chi vuole vendere il calcio come banale intrattenimento che la vita non è un incidente di percorso per calendari saturi.

E lo hanno capito tutti. Tutti parlano dello smacco che i salentini hanno fatto al sistema calcio. Loro così piccoli e insignificanti con un messaggio sproporzionato, potente, immenso.

Hanno chiuso gli occhi per fare quella scelta, ma non è bastato perché il Lecce li ha costretti a vedere tutto. In bianco.

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