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Non si vedeva da tempo, forse dal Djokovic di qualche anno fa, un dominio così netto nel tennis professionistico maschile. O forse, almeno nel breve-medio periodo che va dalla fine di questa estate in America fino all'estate di gennaio in Australia, dall'altra parte del Pacifico, nessun tennista al di fuori di Jannik Sinner ha mai dato la sensazione di poter dire: “no, oggi perde, me la sento”. E anche questa domenica, calcando per la settima e ultima volta il cemento della Rod Laver Arena di Melbourne e sfilando accanto alla coppa che reca il suo nome, Sinner dava l'idea di potercela fare, ancora una volta. E non ha tradito le aspettative: senza perdere nemmeno un set (almeno uno, nei pronostici iniziali, era dato al tedesco), e addirittura senza mai perdere il servizio, il numero uno al mondo si conferma campione degli Australian Open e ribadisce, se ce ne fosse il bisogno, che è lui il più forte di tutti

 

I PRECEDENTI

Zverev ha vinto 4 dei 6 incontri finora disputati tra i due, ma Sinner ha vinto l'ultimo: la semifinale del Cincinnati Masters dell'anno scorso, con Jannik che ha avuto la meglio al tie-break del terzo set e che poi ha trionfato anche in finale contro Tiafoe, aggiudicandosi il titolo. Sinner ha vinto anche il primo incontro in assoluto: era il quarto turno del Roland Garros del 2020, giocato eccezionalmente in autunno causa pandemia Covid. Jannik ha poi perso ai quarti di finale in tre set contro Nadal, vincitore finale di quell'edizione dello Slam parigino. Curiosità: Zverev è l'ultimo tennista in assoluto ad aver battuto Sinner in uno Slam sul cemento (US Open 2023: Jannik ha poi vinto gli Australian Open 2024 e gli US Open dello stesso anno).

 

FINALI SLAM

Per entrambi si tratta della terza finale Slam, ma i risultati sono diametralmente opposti: Zverev ha perso la drammatica finale degli US Open 2020, facendosi rimontare al quinto set da Dominic Thiem dopo essere stato in vantaggio di due; il tedesco ha perso al quinto set anche la finale del Roland Garros dell'anno scorso contro Alcaraz. Sinner ha invece vinto entrambe le finali Slam finora disputate: gli Australian Open dell'anno scorso, rimontando Medvedev al quinto set, e gli US Open a settembre contro Fritz.

 

LA PARTITA

Nei primi due turni di battuta Sinner non perde nemmeno un punto, mentre Zverev soffre, ma resiste: salva le prime due palle break con la prima di servizio e pareggia i conti sul 2-2. Tatticamente, Sinner ha preparato la partita cercando di giocare sul colpo più debole dell'avversario, il dritto, per poi cambiare quando possibile in lungolinea e far correre Zverev; il tedesco si affida invece al servizio e al rovescio. Il numero uno al mondo risolve con disinvoltura le prime difficoltà: dei due successivi game al servizio, il primo va ai vantaggi, il secondo arriva al 30-30; palle break concesse: 0. Nel gioco dopo il cambio palle (che nel circuito professionistico si cambiano dopo i primi 7 game dall'inizio dell'incontro e poi ogni 9), in cui generalmente il battitore è avvantaggiato perché la pallina salta di più in risposta, Zverev annulla altre due palle break, poi una terza, procurata da un passante fulminante in lungolinea di rovescio da parte di Sinner, ma al quarto tentativo cede: l'italiano sale 5-3. Il game di chiusura è eccezionale: ace, punto vinto dopo un recupero di dritto clamoroso, punto vinto dopo un gioco di rete, ace. Jannik Sinner vince il primo set.

Nel secondo set, Zverev annulla due palle break sull'1-1, poi i due giocatori mantengono agevolmente i loro servizi fino al 2-3, quando il tedesco, complice anche il primo doppio fallo dell'italiano, si porta sul 30-30, ma Sinner gioca una gran bella smorzata di dritto (la seconda del game e dell'intera partita) e sventa la minaccia. Poi è Jannik a portarsi a due punti dal break, ma questa volta una smorzata non perfettamente eseguita permette a Zverev di chiudere il punto e di vincere anche quello successivo; 3-4 per il tedesco di origini russe. Sinner al servizio è implacabile: 11 punti vinti su 11 con la prima palla in campo, e la percentuale rimane immacolata quando Jannik esce da una situazione di 0-30 con tre ottimi servizi: 5-5. Zverev fa il suo e si garantisce almeno il tie-break; Sinner lotta, vince il punto della partita sul 30-30 (21 colpi) e raggiunge il tedesco nella mini-partita decisiva. Zverev ottiene il mini-break dopo aver preso tre righe, poi subito perde entrambi i punti al suo servizio; Sinner perde il primo punto con la prima palla di servizio: al cambio campo si gira sul 3-3. Poi, come si dice, “audentes fortuna iuvat”: un nastro velenoso porta la palla dalla parte di campo di Zverev, che non può arrivarci. Sinner chiude il set con una mezza riga: 7 punti a 4, due set a zero, e 16 degli ultimi 18 tie-break vinti dal numero uno al mondo. Una macchina, quando il punto vale doppio. Grazie alla vittoria del tie-break, Sinner supera il record del 2006/2007 di Roger Federer per numero di set consecutivi vinti contro giocatori in top 10 (21 vs. 20).

Il terzo parziale scorre fluido fino al sesto gioco: Zverev non cede, Sinner, come nel primo set, chiude due game di servizio di fila senza concedere nemmeno un punto. Poi, Il numero due del mondo va sotto 15-40; alla prima palla break si salva, alla seconda no: break e 4-2 per Sinner. Sul 5-3 e servizio, Jannik non trema e con un'ultima palla corta mozzafiato, che Zverev raggiunge ma aprendo il campo per il passante successivo, chiude la partita col punteggio di 6-3 7-6 6-3.

 

 

 

 

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