Un capolavoro targato Corvino-Trinchera: ora Baroni ha solo l’imbarazzo della scelta. E a gennaio…
EDITORIALE
È un Lecce dalle mille risorse quello capace di inanellare undici risultati consecutivi e di arrivare alla sosta di novembre al secondo posto in solitaria nella classifica di una Serie B quanto mai complessa ed equilibrata.
Guai però a sedersi sugli allori dopo appena 12 delle 38 tappe attraverso le quali si snoderà il torneo. Di lavoro fatto ce n’è stato tanto e di lavoro da fare ce ne sarà ancor di più da qui fino a maggio, ma i presupposti per veleggiare nelle parti alte della classifica, provando a mantenere la media eccezionale di 1,92 punti a partita, di certo non mancano.
Merito di un gruppo allestito con cura la scorsa estate dal binomio composto da Pantaleo Corvino e Stefano Trinchera, con la benedizione di Saverio Sticchi Damiani, che non hanno lesinato sforzi fino all’ultimo giorno di mercato per completare il puzzle di pedine da affidare al tecnico Marco Baroni. Quest’ultimo, finora, ha saputo lavorare sul materiale umano a sua disposizione esaltando alcune individualità in un sistema di gioco corale, imperniato attorno al 4-3-3.
Questo primo spicchio di campionato ha dimostrato come la rosa giallorossa sia quanto mai profonda e dotata di alternative di livello in tutti i reparti. Basti pensare alla batteria di difensori centrali. Al fianco di Lucioni si sono alternati Tuia, Meccariello e Dermaku, tutti con eccellenti risultati. In attesa di Bjarnason, che sta proseguendo il suo percorso di ambientamento nella nuova realtà leccese. Uno dei fiori all’occhiello di questo Lecce, inoltre, è senza dubbio costituito dal gruppo di laterali difensivi, di gran lunga fra i migliori della categoria, che può vantare le staffette Barreca-Gallo (senza dimenticare Vera) e Gendrey-Calabresi. Discorso simile vale anche per i centrocampisti. Se è vero che Baroni sembra aver ormai inquadrato il centrocampo titolare, costituito da uno Hjulmand in costante crescita davanti alla difesa, coadiuvato da Majer e Gargiulo, è altrettanto vero che i subentranti non abbassano il livello dell’undici iniziale, anzi, tendono ad aumentare la competizione interna. È il caso di Bjorkengren, mezzala goleador contro il Cosenza, prezioso tuttofare lungo la linea mediana, capace di dare il suo prezioso contributo ogni qualvolta viene chiamato in causa.
Il reparto dove le gerarchie sembrano maggiormente definite, invece, appare l’attacco, per un motivo che è presto detto. Coda, Di Mariano e Strefezza hanno totalizzato complessivamente 17 dei 21 gol totali di squadra. Difficile far meglio, complici le qualità di quello che, numeri alla mano, è il miglior tridente della Serie B. Merito del tecnico Baroni, che sa esaltarne le doti sul campo, e della società giallorossa, che ha creduto fortemente in loro. Guai a dimenticarsi, infatti, che Monza e Parma, le due società paperone sul mercato, hanno speso in lungo e in largo per allestire degli attacchi con numeri che non si avvicinano neanche lontanamente a quelli di Massimo Coda, arrivato a Lecce a parametro zero due estati fa e autore di 32 reti in 53 partite. Su Strefezza e Di Mariano, invece, andrebbe fatto un discorso ad hoc. La lungimiranza e la chiarezza dei programmi dell’area tecnica giallorossa si evincono in maniera lampante proprio dall’acquisto delle due ali offensive nella scorsa sessione di mercato. Servivano due esterni per il 4-3-3 e il Lecce è piombato su due fra i migliori profili in assoluto per la Serie B. Strefezza, infatti, aveva già dimostrato da quinto di centrocampo di avere innate doti di corsa e dribbling. È bastato schierarlo nel tridente offensivo per sprigionare anche le sue qualità da goleador. Di Mariano, invece, lo scorso anno è stato fra i protagonisti della cavalcata trionfale verso la Serie A del Venezia, a spese proprio del Lecce, ed è sceso di categoria aumentando ulteriormente il suo livello di gioco rispetto alla passata stagione, anche grazie alle motivazioni fornitegli dalla piazza leccese.
Il Lecce, insomma, è una macchina quasi perfetta. Quasi, perché si può sempre migliorare e perché a gennaio ci sarà l’opportunità di puntellare una rosa già altamente competitiva. Tornerà sicuramente di moda l’idea di un vice-Coda, con caratteristiche simili a quelle dell’attaccante di Cava de’ Tirreni, soprattutto dopo i segnali tattici lanciati da Baroni nelle ultime sfide, con il tecnico toscano che sta sperimentando il giovane Rodriguez esterno, in una posizione più defilata rispetto alla punta centrale, oppure da seconda punta. Poi ci sarà spazio per altre operazioni, limitate e mirate, per alzare ulteriormente il livello del parco giocatori e dare le ultime rifiniture alla carrozzeria di una macchina che viaggia decisamente spedita in questo campionato. Ma la Serie B è un torneo lungo nel quale le difficoltà sono sempre dietro l’angolo: fino a maggio, di questo si può essere certi, ci sarà bisogno del massimo da parte di tutti, nessuno escluso. Ma a questo Lecce le motivazioni e la voglia di centrare il bersaglio grosso di certo non mancano.