"Il paragone con il Leicester non esiste", ma sarà vero? Abbiamo confrontato i due club
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Ultimamente si parla di Leccester per ironizzare sul dato statistico (5 partite, 3 vittorie e 2 pareggi) che vede i giallorossi cominciare la stagione con lo stesso ruolino di marcia che il Leicester di Claudio Ranieri ha avuto nella stagione 2015/2016 quella cioè della vittoria della Premier.
Tra il serio ed il faceto a parlarne sono un po' tutti, anche Roberto D'Aversa ha dovuto rispondere oggi seriamente in conferenza stampa a quella che aveva tutta l'aria di essere una domanda leggera:
“È bello ed è giusto che ci sia entusiasmo. Questo non deve trasformarsi in euforia. Il tifoso è libero di sognare, ma noi dobbiamo mantenere alta la concentrazione. Io guardo le statistiche e stiamo migliorando determinati dati prima negativi, come i duelli. Sono arrivati risultati positivi in virtù di un giusto atteggiamento. Ho sempre trovato entusiasmo e questo ci deve aiutare. Il Leicester aveva introiti totalmente diversi, credo il Lecce abbia ricevuto decisamente meno, quindi sono paragoni che non possono esistere. Non possiamo pensare di essere più bravi della Juventus: dobbiamo essere determinati e vogliosi".
E' davvero così?
A naso diremmo tutti di si, ma anche dati alla mano non si sfugge da questa ipotesi. Il Leicester è stato promosso dalla Championship nella stagione 2013/2014, dunque nell'anno dello scudetto era al suo secondo anno di massima categoria. Esattamente come sta succedendo al Lecce. Se poi andiamo a guardare i numeri delle prime cinque partite, questi danno ancora ragione a chi continua a fare la similitudine tra le due compagini. Inoltre gli inglesi avevano sostituito l'allenatore che li aveva portati dalla Championship alla Premier e successivamente salvati, Nigel Pearson, con l'italiano Claudio Ranieri; anche qui la similitudine ci sta tutta, Baroni dopo una doppia stagione di successi ha lasciato a D'Aversa.
Poi basta.
Il Lecce al suo primo anno di Serie A ha incassato dai diritti TV 38.6 milioni di euro (come è possibile approfondire leggendo un nostro articolo di Giugno scorso), il Leicester incassava circa 44 milioni di euro a cui si aggiungono gli eventi live (un dato che non siamo riusciti a trovare).
Quest'anno i giallorossi incasseranno qualcosina in più, mentre il Leicester oltre ai 55.5 milioni di base, hanno percepito 12.8 milioni grazie agli eventi live. A questa disamina mancano i dati relativi agli incassi dei diritti tv della Championship, un altro dato che non siamo riusciti a recuperare ma, se tanto ci dà tanto, la risposta potremmo intuirla.
Gli inglesi dunque hanno guadagnato oltre 7 milioni in più il primo anno e circa 20 milioni in più nel secondo anno, quello della vittoria finale. Differenziale basso, che non giustifica la vittoria del campionato? Forse. Anche perché quei soldi in più del Leicester vanno contestualizzati in una Premier che incassa cifre esorbitanti ai piani alti e che aumentano la forbice tra le prime della classe inglesi e le prime della classe italiane.
Tuttavia, sappiamo bene cosa saprebbe farci Corvino con quel delta a disposizione. E dunque il beneficio del dubbio lo teniamo sempre in considerazione.
Ranieri ci aveva visto lungo, D'Aversa?
Claudio Ranieri aveva negoziato un contratto molto particolare in quella stagione. L'accordo infatti prevedeva una base economica fissa per il suo compenso e in più aveva previsto dei compensi extra per ogni step raggiunto a partire dalla salvezza valutata 100 mila sterline.
Ad ogni piazzamento successivo era previsto uno scatto di 100 mila sterline fino ad arrivare ai piazzamenti europei e persino alla vittoria del titolo Nazionale. Secondo il Times, Ranieri avrebbe aggiunto ai 2 milioni di euro di ingaggio un maxi bonus di 6,4 milioni di euro per il trionfo di Premier League a cui aggiungere i 17 precedenti gradini che lo separano dalla retrocessione, una somma di 10,7 milioni di euro.
E Roberto D'Aversa?
"Il tecnico ha sottoscritto un accordo della durata di un anno, con opzione in caso di raggiungimento della salvezza", questo è quello che ha fatto sapere il Lecce il giorno dell'ufficialità. Non conosciamo eventuali ulteriori clausole legate ai piazzamenti, di sicuro non sarà stato stabilito un premio legato alla vittoria dello Scudetto, ma siamo pronti a scommettere che Sticchi Damiani non si tirerebbe indietro a corrispondere un premio extra per allenatore e giocatori in caso di vittoria finale, anche a fronte dei vari introiti che deriverebbero da quell'evento: solo la vittoria dello scudetto varrebbe circa 23 milioni di euro.
Il Lecce può imitare il Leicester?
La risposta non è da ricercare nella capacità di investimento dei due club. Che in linea teorica ha una sua base di verità, ma che in pratica può non essere un presupposto reale. Sia quel Leicester che questo Lecce, hanno puntato su talenti sconosciuti e mentre al primo ha detto benissimo, al secondo ancora non sappiamo come andrà a finire.
Di sicuro la Premier League è più "comoda" della Serie A, girano più soldi dai diritti TV, ha più appeal e dunque è più appetita anche dagli sponsor, è frequentata allo stadio, vende moltissimo merchandising. Le due situazioni andrebbero approfondite ulteriormente e non tutti i dati sono a portata di click.
Per rispondere alla domanda iniziale possiamo rispondere con un “ni”. Si e no. Difficile, forse impossibile, per il Lecce vincere lo Scudetto in questa stagione, ma i risultati per fortuna non dipendono da quanti soldi sono stati spesi in estate. Per fortuna questo assioma non esiste ed è proprio per questo che il progetto di Saverio Sticchi Damiani ha potuto attecchire in questi anni.
I tifosi si godano l'euforia di questo momento, non si deprimano in futuro su eventuali passi falsi, e continuino a sperare e ad incrociare le dita perché nel calcio niente è già scritto…