La solidità (numeri alla mano) della fase difensiva del Lecce
L'ANALISI STATISTICA
Dopo le prime sette giornate del campionato di Serie A, competizione nella quale il Lecce ha ampiamente dimostrato di poter dire la sua e di offrire uno stile di gioco in grado di garantire una prestazione coriacea e uno spirito combattivo contro ogni avversario, l’aspetto che ha impressionato di più – non solo i tifosi, ma anche gli addetti ai lavori – è la valida concretezza difensiva fatta vedere in campo dagli uomini di Baroni.
E’ indubbio che l’esperienza, da (ex) navigato difensore, del coach dei giallorossi si fonda con le sue conoscenze tecnico-tattiche per dare luogo ad un’idea di calcio che fa della fase difensiva un punto cruciale e determinante per le sorti della squadra, ma dietro l’applicazione pratica di tale metodo non solo c’è tanto lavoro, ma c’è anche un atteggiamento (in primis mentale) che il tecnico ha saputo instillare nell’indole dei suoi ragazzi in maniera che potremmo tranquillamente definire viscerale.
Ciò è confermato anche dai numeri, i quali – al netto dell’estetica di un’azione piuttosto che di un’altra, e della passione che spesse volte fa vedere troppo i pregi e nasconde troppo poco i difetti – forniscono sempre un crudo spaccato dell’andamento generale e che, oggi, restituiscono un quadro da tenere in positiva considerazione.
Innanzitutto, è bene rimarcare il fatto che la difesa del Lecce ha subito solo 8 reti in 7 gare (ruolino di tutto rispetto per una neopromossa, soprattutto se paragonato a quello delle altre due squadre premiate dalla cadetteria, ovvero Cremonese e Monza, entrambe con il peggior pacchetto arretrato del massimo campionato, con 14 gol al passivo) e che, fino ad adesso, non è mai uscita dal campo con più di un gol di scarto rispetto agli avversari. Ampliando l’orizzonte, possiamo dire che il reparto difensivo del Lecce è il 10° del campionato e che, grazie ad esso, il team salentino ha subito le stesse marcature di Milan e Sassuolo e addirittura tre in meno della corazzata Inter.
Il Lecce è una squadra che va moltissimo a contrasto (sono ben 123 i tackle totali, il quinto maggior numero del torneo dietro Spezia, Cremonese, Udinese ed Empoli) e che, tutto sommato, esce molto spesso vittorioso da tali duelli (56% di successo). Inoltre, pressa tantissimo: sono finora ben 888 i tentativi di pressione sugli opponenti avversari (poco meno della sorprendente Udinese, a quota 924, e dello Spezia, a 912). E ancora: i giallorossi sono quinti nella classifica dei tiri bloccati (111, dietro a Spezia, Empoli, Cremonese e Bologna).
C’è poi una leadership importante da segnalare: il Lecce è l’organico che ha offerto il maggior numero di intercettazioni finora (ben 105, più di Torino, Bologna ed Atalanta), nonché della combinazione di intercettazioni più salvataggi (228, a pari merito con lo Spezia). E’ però seconda per numero individuale di salvataggi (147, a ridosso dell’Empoli). Praticamente, la conferma algebrica di una consolidata solidità difensiva.
A livello individuale, non ci si può esimere dal riportare alcune performance di tutto rispetto.
Ad esempio, Morten Hjulmand e Valentin Gendrey sono – al momento in cui scriviamo – settimi in campionato per numero di contrasti per gara (3,1), non distantissimi dal leader, Davide Calabria, in testa con 3,7. Analizzando i soli contrasti vinti, il capitano giallorosso è addirittura terzo a livello nazionale (14). Il duo franco-danese (per così dire) è ai vertici anche della speciale classifica individuale che somma i contrasti alle intercettazioni: Hjulmand (con 42) è in cima, seguito da Ibanez della Roma (36) e poi dal terzino destro giallorosso (35).
Capitolo recuperi: è sempre Hjulmand a fare la voce grossa, visto che è tredicesimo per numero di palle vaganti recuperate (66); rispetto a lui, non è distante Gendrey, al momento ventiduesimo (59). Il danese, comunque, si sta esprimendo sul pressing a livelli impressionati: è il quinto (di tutto il campionato) per numero di tentativi di pressione sugli avversari e il leader assoluto per quelli vinti (35). Analizzando i tentativi di successo sul pressing in percentuale, si scopre una statistica inaspettata: fra i 20 migliori di quest’analisi, c’è Kristijan Bistrovic, centrocampista forse un po' troppo evanescente sul piano della giocata ‘visiva’, ma che sa fare il cosidetto 'lavoro sporco, visto che è in grado di toccare una percentuale del 38,4% nel rapporto fra pressing vinti su quelli cercati.
Un altro difensore giallorosso è nella Top 10 di una differente graduatoria, cioè quella delle intercettazioni per partita: parliamo di Marin Pongracic, per adesso settimo con 2,3 intercetti per match, solo 0,6 in meno di Ibanez, al primo posto di questa particolare lista.
Sui salvataggi per ciascun incontro, nessun accenno di fraintendimento: è Federico Baschirotto l’assoluto principe della graduatoria, con ben 5,4 salvataggi offerti e con un dominio incontrastato su difensori come Kim del Napoli, Schuurs del Torino, Smalling della Roma e Okoli dell’Atalanta, per citare elementi del reparto arretrato di formazioni dal blasone e dal numero di punti superiori rispetto al Lecce.
Discorso a parte meritano i salvataggi dei soli portieri: per questo fondamentale, Wladimiro Falcone è quarto in classifica (con 3,4), dietro Radu, Dragowski e Montipò.
Considerando i duelli aerei vinti, Baschirotto è il secondo miglior difensore della Serie A (con 29, di poco dietro ad un colosso come Stefan De Vrij, in testa con 32).
Se poi allarghiamo il raggio di analisi ai cinque campionati europei principali (Serie A, Bundesliga, Liga, Premier League e Ligue 1), scopriamo come Morten Hjulmand sia il quarto in assoluto per intercettazioni e il quinto, complessivamente, per numero di tackle sommato alle intercettazioni. Federico Baschirotto, invece, è il 9° fra i calciatori dei top 5 tornei del Vecchio Continente per numero di salvataggi offerti. L’ex Ascoli, poi, è il 15° in generale nella graduatoria dei duelli aerei vinti. Niente male per un atleta che fino a meno di un lustro fa non era nemmeno nel novero dei professionisti. E ripetiamo, anche a costo di essere stucchevoli: qui si parla di contesto europeo.
Insomma, dati alla mano, il Lecce sta offrendo spunti interessanti per una fase difensiva che, persino oltre i confini nazionali, si sta ritagliando uno spazio importante. Di sicuro, tutto ciò costituisce un viatico fondamentale nel cammino verso la tanto agognata salvezza. E’ ovvio che non ci si può permettere uno scostamento al ribasso troppo ampio da numeri come quelli prospettati qui (soprattutto in considerazione del gioco di Baroni), ma se il trend venisse confermato nei prossimi mesi, allora l’obiettivo dichiarato dalla società di Via Costadura (la permanenza in Serie A, a tutti i costi) potrà essere davvero a portata di mano. Persino con buona pace di qualche detrattore che, dopo aver storto il naso di fronte a nomi poco altisonanti e a curriculum non tanto considerati, ora deve ricredersi.