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Il 7 aprile è stato un giorno molto importante per la famiglia Cucchi, dato che una nuova sentenza ha per la prima volta certificato cosa hanno compiuto alcuni carabinieri per occultare quanto accaduto la notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009 nella caserma Casilina.

Il generale Alessandro Casarsa, all'epoca dei fatti comandante del Gruppo Roma, è stato condannato a 5 anni di carcere, mentre il colonnello Francesco Cavallo dovrà invece scontare 4 anni di reclusione. Il tribunale di Roma, poi, ha condannato l'ex comandante della compagnia di Montesacro Luciano Soligo e il carabiniere Luca De Cianni, i quali dovranno scontare rispettivamente 4 anni e 2 anni e 6 mesi di carcere.

Infine ci sono il comandante della quarta sezione del Nucleo Investigativo, Tiziano Testarmata, condannato a 1 anno e 9 mesi di carcere, Francesco Di Sano, che dovrà scontare 1 anno e tre mesi, (il carabiniere scelto che prestava servizio alla stazione dei carabinieri Tor Sapienza) ed anche Lorenzo Sabatino (ai quei tempi comandante del Reparto Operativo) dovrà scontare 1 anni e 3 mesi di carcere. In pratica tutti i carabinieri coinvolti dovranno scontare complessivamente 22 anni di carcere.

STORICA SENTENZA 

Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha rilasciato alcune dichiarazioni subito dopo il processo, dicendosi distrutta dopo quanto accaduto: 

"Sono sotto shock. Non credevo sarebbe mai arrivato questo giorno. Anni e anni della nostra vita sono andati distrutti, ma oggi ci siamo e le persone che sono stati la causa, i responsabili, sono stati condannati". 

La sentenza, come detto direttamente con le parole del sostituto procuratore Giovanni Musarò, racconta di come "un intero Paese è stato preso in giro per sei anni" attraverso "un'attività di depistaggio ostinata, che a tratti definirei ossessiva". 

Ieri la Curva Nord dello stadio Via Del Mare ha intonato un coro in memoria proprio di Stefano Cucchi, ucciso nell’ottobre del 2009 mentre era sottoposto a custodia cautelare. “Siamo tutti Stefano Cucchi”, queste le parole degli Ultra Lecce, i quali sono stati applauditi dal resto dello stadio ed anche da tutto il settore ospiti. 

Un giorno importante dunque, una sentenza significativa che finalmente chiude una triste pagina della cronaca italiana. 

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