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A distanza di quattro anni il cerchio si è chiuso: Ante Rebic tornerà a Lecce, con la maglia giallorossa. L'attaccante croato ha già lasciato il segno al Via del Mare: la partita del 22 giugno 2020 disputata con la divisa rossonera ha fatto discutere, non solo per il suo gol.

Riavvolgiamo il nastro. Al minuto 57 il Milan colpisce in contropiede e l'ex Francoforte sigla il momentaneo 1-3 sotto la curva nord, vuota a causa delle restrizioni COVID. Subito dopo la rete, l'attaccante per esultare batte il pugno e abbraccia un raccattapalle con la tuta del Lecce.

Nelle ore successive, sul web, si scatena un putiferio, a tal punto che la società salentina interviene con una nota a difesa di Gabriele Gallo, il ragazzo del Settore Giovanile coinvolto da Rebic in un'esultanza inedita.

Dopo quattro anni Ante Rebic ha deciso di tornare in pianta stabile al Via del Mare e quel siparietto è di nuovo attuale, a tal punto che il suo approdo nel Salento è considerato da qualcuno la chiusura di un cerchio. Lo è soprattutto per Gabriele Gallo, canterano del Lecce classe 2001, che abbiamo avuto il piacere di intervistare.

Il Lecce e le nuove sfide

C'è chi si è chiesto: che fine ha fatto il ragazzo che ha abbracciato Rebic? Così abbiamo chiesto a Gabriele di raccontarci in breve la sua carriera.

Ho fatto la trafila nel Lecce dai 14 anni in poi, fino ad arrivare alla formazione Primavera (due stagioni) e alla Prima Squadra (diverse convocazioni in A con Liverani). Ho vissuto una bellissima esperienza a Lecce, d'altronde è sempre stata la mia squadra del cuore. Purtroppo non sono riuscito ad esordire ma sono ricordi che restano.

Ho giocato due anni di prestito a Nardò con una breve parentesi a Matino, per poi spostarmi in Eccellenza per motivi di studio: un anno a Otranto e uno a Maglie. Negli anni ho aumentato il tempo che già dedicavo allo studio e ora sto prendendo parte al progetto Dual Career presso la Luiss di Roma: studio Giurisprudenza e gioco a calcio in Eccellenza. 

I retroscena dell'abbraccio a Rebic

Di solito gli U14 fanno i raccattapalle ma quella era la prima partita post COVID e bisognava essere maggiorenni per firmare da soli l'autocertificazione. In pratica mi son trovato per caso lì. Dopo il gol è venuto Rebic e io stavo poggiato, avevo i pugni esposti. 

Ante Rebic

Non capivo perché venisse verso di me, poi mi ha fatto un'espressione con la faccia, mi ha battuto i pugni ed è scattato l'abbraccio. Dispiace che sia diventato virale solo un frangente della mia reazione, nel quale sembrava che avessi esultato con lui, ma non è vero. Difatti da un'altra inquadratura si vedeva la mia reazione sconsolata dopo che il pallone era finito in porta.

Sui social Gabriele è stato anche attaccato dai classici leoni da tastiera ma lui, tifosissimo del Lecce, a distanza di quattro anni scherza:

 Facciamo finta che gli ho detto ‘ti aspetto a Lecce’.

La chiusura del cerchio

La chiacchierata si chiude con una nostra provocazione: quanto sarebbe romantico replicare quell'abbraccio quattro anni dopo, con la maglia giusta?

Sarebbe molto bello. Sono molto contento del suo arrivo a Lecce. È un giocatore importante e qui troverà affetto, fiducia e continuità. Sarebbe fantastico riabbracciarlo, questa volta con gli stessi colori.

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