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Difendere in avanti: è la parola d’ordine del Lecce di Eugenio Corini ed è una delle chiavi tattiche maggiormente rilevanti nei recenti successi recenti della squadra giallorossa. Si suole dire che la miglior difesa è l’attacco e la squadra salentina sembra essere l’esempio pratico di questa affermazione. Il Lecce è una squadra che sa cosa fare quando ha il possesso del pallone (cercare l’uomo fra le linee, prediligendo un calcio meno avvolgente e più verticale) ma soprattutto ha imparato come muoversi in avanti quando il pallone lo gestiscono gli avversari. Il primo tempo contro la Reggiana è stato emblematico. Il Lecce ha smontato pezzo per pezzo le intenzioni della squadra emiliana di impostare la manovra partendo dal basso con un organizzato pressing offensivo che ha annientato alla fonte il gioco della squadra granata. Quest’ultima, infatti, in fase di possesso, è stata costretta a indietreggiare, a ripartire dal portiere e a forzare la giocata, con lanci lunghi imprecisi che sono finiti facilmente sui piedi della retroguardia giallorossa. Il Lecce visto nelle ultime uscite è diventato una squadra autoritaria. Non subisce il gioco avversario, ma lo piega davanti alla sua volontà. La pressione asfissiante imposta nei primissimi minuti all’avversario è un marchio di fabbrica di mister Corini, che anche con il Brescia ha sempre prediletto un’aggressione alta sin dall’inizio del match. I benefici di questo atteggiamento sono molteplici. Dal punto di vista morale, un pressing alto efficace nelle prime battute del match manda in confusione l’avversario, che alle volte può non essere in grado di riorganizzarsi prontamente per prendere le contromisure, finendo, di conseguenza, per sbandare malamente. Dal punto di vista tattico, invece, conquistare il pallone nella metà campo avversaria permette al Lecce di approfittare degli spazi concessi dall’avversario di turno, impreparato a fronteggiare la manovra offensiva poiché posizionato per costruire l’azione dal basso. Questa è stata la chiave principale che ha permesso al Lecce di schiantare la Reggiana nel primo tempo: una asfissiante pressione in avanti che ha fatto perdere alla squadra emiliana le misure e le certezze nel proprio gioco. Un pressing offensivo come quello praticato dal Lecce, tuttavia, comporta anche dei rischi calcolati. Il pericolo, infatti, è che l’avversario, una volta superata la prima linea di pressione, si trovi a poter affondare nelle praterie. La squadra giallorossa sta dimostrando di essere attenta a prevenire anche questo tipo di situazioni. Decisiva, infatti, è la prontezza della linea difensiva ad accorciare in avanti per evitare che la squadra risulti spaccata offrendo il fianco alle ripartenze avversarie. Merito anche dei centrali (Lucioni e Meccariello, nelle ultime uscite) che accettano l’uno contro uno con gli avanti avversari (Pescara, Virtus Entella e Reggiana hanno giocato tutte e tre a due punte) per limitarli nei duelli individuali. La struttura messa in piedi dal tecnico Corini, infine, è bene accompagnata dalle qualità individuali su cui il tecnico bresciano può fare sicuro affidamento. Coda e Stepinski, ad esempio, sono due attaccanti molto generosi e sono i primi a dettare il pressing alto sui difensori avversari. Spicca, inoltre, la scelta adoperata nelle ultime uscite di non affidarsi dal primo minuto ad almeno una mezzala di contenimento (come Majer) prediligendo, due mezzali offensive come Paganini e Henderson. Due giocatori molto diversi fra loro, che hanno in comune un’eccelsa facilità di corsa, che torna utile quando la squadra è chiamata ad aggredire alto l’avversario. Un lavoro prezioso è svolto anche dai terzini. Calderoni e Adjapong, molto spesso, preferiscono staccarsi dalla linea andando ad aggredire in avanti l’avversario sulla fascia, piuttosto che restare arretrati. I due, contro la Reggiana, in fase di costruzione, si sono ritrovati alle volte anche a stringere verso il centro del campo, per creare maggiore densità e soprattutto per farsi trovare in posizione adatta ad attuare un’efficace marcatura preventiva. Tutti accorgimenti che nelle prime uscite stagionali della squadra giallorossa erano esperimenti tattici allo stato embrionale, ma che adesso, dopo le prime otto giornate di campionato, stanno diventando certezze per un Lecce che continua a crescere di partita in partita.
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