È già successo: il Lecce e le occasioni “sprecate”
Una vittoria contro il Monza avrebbe garantito la salvezza ai giallorossi ma quando è così facile il club salentino si complica la vita
Domenica siamo usciti dallo stadio sconsolati ed un po' rammaricati. Si, pure chi ha accolto di buon grado il pareggio contro il Monza ed adesso, a mente fredda, parla di risultato positivo e bicchiere mezzo pieno, certamente ha vissuto male i secondi successivi all’assegnazione del calcio di rigore. In fondo, era fatta e la salvezza con una vittoria sarebbe stata cosa certa. Non matematica, ma quasi.
Non è da Lecce
Eppure, salvarsi con così tanto anticipo non è da Lecce. Sappiamo bene che questa squadra ha nel DNA la sofferenza e le partite decisive sono sempre, o quasi, le ultimissime, con gli ultimi 90 minuti che in quasi tutte le stagioni si vivono al cardiopalma e con un orecchio al risultato delle dirette concorrenti.
Ieri, quindi, si stava materializzando qualcosa di davvero particolare, ma poi alla fine è la storia ad insegnarcelo: se tifi Lecce, soffri.
Il recente passato
Non serve aprire gli almanacchi di storia e vedere i risultati ottenuti dal Lecce 10 o 20 stagioni fa. Nel recente passato, come sempre nella sua storia, il club salentino è stato abile a complicarsi la vita anche quando ha poi raggiunto l’obiettivo finale. L’anno scorso, ad esempio, con la vittoria dell’Olimpico contro la Lazio alla quartultima giornata avrebbe potuto vivere le ultime 3 sfide con meno ansia, eppure si è lasciato rimontare proprio nel finale dai biancocelesti, subendo un gol in pieno recupero e vanificando l’ottima prova.
L’anno prima una beffa ancora più grande in quel di Vicenza, con Strefezza che ha segnato un gol che avrebbe dovuto rappresentare la promozione e che invece ha trasformato quel match in una partita senza senso, che i giallorossi sono riusciti in qualche modo a perdere, rinviando anche in quel caso i festeggiamenti.
Sfide sfortunate
Nelle annate precedenti ci sono tante partite ricche di rimpianti, che condotte in maniera diversa avrebbero permesso al club di Via Costadura di festeggiare a fine stagione. Le sconfitte in casa contro Cittadella e Spal nell’anno di Corini o la beffarda sconfitta del Ferraris contro il Genoa alla quintultima giornata nel campionato di A affrontato con Liverani in panchina ed, infine, la debacle di Padova, alla penultima contro una squadra già retrocessa, che ha ritardato la festa promozione in B sempre con Liverani al timone. Indimenticabili anche la sconfitta patita in casa contro il Cesena di Bisoli, con il pullman scoperto già pronto fuori dal Via Del Mare, o il derby perso alla terzultima con Antonio Conte sulla panchina del Bari. Partite che non hanno compromesso il risultato finale ma che hanno fatto soffrire il popolo salentino proprio ad un passo dal traguardo.
In Serie C, poi, ci sarebbero interi libri da scrivere per raccontare tutte le vittorie sfumate alla fine o le sconfitte per colpa delle quali quel purgatorio è durato per molti più anni del dovuto.
Insomma, la storia del Lecce è piena zeppa di partite particolari e beffarde. I grandi gruppi che hanno reso orgoglioso questo popolo, però, hanno affrontato quelle sconfitte o quei pareggi con un atteggiamento costruttivo e da quei risultati sono ripartiti per rendere grande questa squadra. Ci auguriamo, quindi, che la compagine allenata da Gotti reagisca allo stesso modo e conquisti la salvezza quanto prima.