Criscitiello scatenato: "Vogliono chiudere gli stadi, ma il boom dei contagi c'è stato durante la sosta"
L'EDITORIALE
Michele Criscitiello, noto giornalista sportivo e direttore di Sportitalia, nel suo consueto editoriale su TuttoMercatoWeb ha criticato l'ipotesi di chiudere gli stadi alla luce dell'evoluzione della situazione pandemica:
“A Draghi e al Governo fate vedere Roma-Juventus e, forse, anche loro capiranno che a questo Paese è vero che serve rigore, ma serve anche normalità e spensieratezza. Solo il calcio aiuta a distrarre le persone dai telegiornali funerei. Lo volevano fermare perché stanno dimostrando, come con Conte, di essere incompetenti e nemici di tutto il sistema calcio; salvo poi farsi le foto con la Coppa dopo aver vinto l’Europeo. Fa brand! Vogliono chiudere gli stadi per il boom dei contagi ma guarda caso il boom c’è stato tra il 20 dicembre (30 mila casi) e il 6 gennaio (190 mila casi). Peccato che il calcio, in quelle settimane, fosse in vacanze. Piste da sci piene, ristoranti pieni ma la colpa è degli stadi al 50%. La prova che il problema non è uno stadio pieno a metà ma solo l’incompetenza di chi ci ha raccontato “fate così e staremo tutti bene”. Abbiamo fatto così… ma a cosa è servito? A nulla! Le Asl hanno dimostrato perché ci troviamo in questa situazione sanitaria. Siamo governati da incompetenti che quando vogliono mettere becco anche nel calcio hanno preso schiaffi e calci addirittura dal Tar. Le autorità governative smentite da un Tribunale regionale. Siamo il paese dei cachi. Draghi, come Conte, si sta piegando ai Ministri (come Speranza) che da due anni non indovinano una mossa. Ha vinto la Lega Calcio. Per ora. Al Tar e non solo. Il contentino dei 5 mila è un contentino a presa in giro che però fa rimettere dei soldi ad alcune società (come il Milan) che perderanno almeno 3-5 milioni per far felice Draghi. Questa domenica 50%, la Supercoppa 50%, poi due domeniche 5 mila per poi tornare dopo la sosta, a febbraio, forse al 50%. Siamo vittime della burocrazia e delle stupidaggini politiche. Importante è non fermare il calcio e andare avanti con prudenza. Quella che è mancata ad Udine. Perché se è vero che la Lega si sta muovendo bene e sta rispondendo ad ogni mossa del Governo e delle Asl, ci voleva buon senso per capire che alcune partite proprio non potevano essere giocate. Anche con parere favorevole del Tar. Ad Udine non era un capriccio se non si giocava. L’Udinese era a pezzi. Squadra in quarantena da una settimana e positivi a letto con la febbre. Si rischia, con questo freddo, anche di perdere calciatori per infortuni muscolari dopo 7 giorni di divano. Udinese-Atalanta non andava giocata”.