Di Chiara: "Invidio Baroni, ha realizzato il mio sogno. Ai miei tempi eravamo davvero legati alla maglia"
Intervista a Stefano Di Chiara, ex calciatore del Lecce
Stefano Di Chiara uno dei pilastri del Lecce di Eugenio Fascetti che conquistò la prima, storica promozione in Serie A, ha rilasciato una lunga intervista a MicheleCariello.it per parlare del suo passato in giallorosso e di come vede adesso la squadra allenata da Baroni. Ecco di seguito le sue parole:
Stefano Di Chiara, 117 presenze, 1 gol con la maglia giallorossa e una storica promozione in A. Quali sono i ricordi più belli che conserva di Lecce e di quel Lecce?
“Per me il Lecce è una grande storia d’amore fatta di sentimenti veri, passione, senso di appartenenza, emozioni forti che porterò dentro per tutta la vita. Oggi ci sono troppi stranieri. Noi eravamo una squadra di soli italiani e in più rinforzati da leccesi doc. Tutti amici, anzi fratelli direi. I più anziani Miceli, capitan Orlandi ed il sottoscritto. Accanto a noi, una squadra di giovani come Rizzo, Luperto, Paciocco, e mio fratello Alberto. In seguito la perdita di Michele Lorusso e Ciro Pezzella, la surreale gara di Varese, il vuoto nello spogliatoio, il gruppo unito che reagisce. La rabbia, lo sgomento; eravamo una squadra con gli attributi veri, non temevamo più niente e nessuno. Tutto questo ci ha ancora di più unito. La squadra cresceva e Fascetti era un uomo vero, un tecnico ‘maschio’, un grande allenatore, imparagonabile”.
Michele Lorusso e Ciro Pezzella morti tragicamente in uno scontro d’ auto.
Qual’ è il giocatore di questo Lecce che le ha maggiormente colpito?
“Adesso va di moda Baschirotto, mi piace tanto. Un po’ mi assomiglia come caratteristiche, ma noi agonisticamente eravamo molto più “ignoranti” e avevamo un’ anima e un senso di appartenenza diversi, erano altri tempi. Giocatori legati alla maglia con un doppio filo, la sentivamo sulla pelle”.
Le piace la squadra di mister Baroni?
“Invidio molto mister Baroni, ha realizzato il mio sogno che era quello di diventare l’allenatore di questa squadra. Felice per lui e per i miei amici salentini. I cori della curva, la serie A, la mia prima volta, emozioni uniche. Lo stadio Via del mare lo abbiamo fatto noi”.