Borghi: “Lecce, con Gotti rivoluzione all’insegna dell’intelligenza. Gendrey mi piace tanto”
Il telecronista e opinionista di Cronache di Spogliatoio ha analizzato la svolta del Lecce con cambio di guida tecnica
Non sta passando inosservato il rendimento del Lecce con Luca Gotti in panchina. Nella settimana che sta portando i giallorossi ad affrontare il Monza, l’allenatore sta ricevendo tanti complimenti per il suo operato in poco più di un mese nel Salento. I risultati e le prospettive della squadra sono state approfondite dal telecronista e opinionista Stefano Borghi durante l’ultima puntata di Taconazo, in diretta su Cronache di Spogliatoio.
Sembrerebbe una rivoluzione semplice, in realtà è una rivoluzione intelligente quella di Gotti. E’ andato a capitalizzare sui valori che aveva a disposizione. Ha reso la fascia sinistra robusta e impattante, rulla. Dorgu e Gallo hanno motore impattante. A destra invece un 10 come Oudin che viene dentro e aiuta un attacco a due punti. Piccoli ha patito l’alternanza con Krstovic, però ha fatto 5 gol: rapporto minutaggio-gol importante. La convivenza dei due ora è ben costruita.
Oudin libera la corsia a Gendrey, che a me piace davvero. Gendrey ha ancora un filino di discontinuità, in certe partite alle volte è frenato. Quando si libera ha tempi di attacco all’area davvero interessanti. Io ho visto tante partite in cui si rende pericoloso almeno due volte, altre in cui è poco intraprendente, bisognerebbe capire se è una richiesta degli allenatori.
Gotti merita assolutamente la menzione; è un allenatore che dà l’idea del normale, però in realtà ha sempre dimostrato una preparazione molto fine. Ha lavorato con Sarri, Donadoni, Corvino. Trovo molto piacevole anche sentirlo parlare, ha toni pacati. Molti allenatori hanno già una risposta prima della domanda, mentre lui argomenta bene e molto volentieri.