Il record, la corsa e la caduta: l’esperienza al Lecce di Roberto D’Aversa
L'avventura dell'ex allenatore giallorosso può essere divisa in tre tappe fondamentali
La decisione di esonerare Roberto D’Aversa non è stata una scelta facile per chi decide all’interno dell’Unione Sportiva Lecce.
L’ex allenatore giallorosso in estate aveva vinto il ballottaggio con diversi suoi colleghi ed era stato selezionato perché rappresentava un upgrade rispetto al passato, un salto di qualità per aumentare l’esperienza in panchina e permettere al Lecce di inseguire la seconda salvezza consecutiva.
Il record iniziale
All’inizio tutto è sembrato andare per il meglio. Il Lecce è partito a razzo, battendo il record di punti nelle prime 5 giornate e attirando gli occhi di appassionati ed addetti ai lavori. Noi sapevamo che quell’ondata mediatica e quell’entusiasmo sarebbero finiti, ma probabilmente ci siamo illusi che i punti conquistati ad inizio stagione non fossero dovuti soltanto ad un inizio sorprendente ma anche al merito di un allenatore e di una squadra sottovalutata ai nastri di partenza e invece capace di giocarsela a viso aperto contro chiunque.
D’Aversa ha dimostrato in quel periodo di avere un’idea di gioco ma anche di saper variare in corsa, vincendo alcune partite proprio grazie ad alcune sue intuizioni nella ripresa.
La corsa sotto la Nord
Il periodo difficile è arrivato, puntuale come un gol subito sugli sviluppi di un calcio piazzato in questa stagione. Eppure, il Lecce di D’Aversa, fino alla sfida del Dall’Ara contro il Bologna, ha sempre dato idea di poter superare i momenti difficili. La vittoria contro la Fiorentina, in tal senso, è la migliore fotografia di quello che abbiamo appena descritto. Al gol di Dorgu, D’Aversa si è spinto sotto la Nord, esultando insieme ai suoi ragazzi ed emozionando l’intero popolo salentino. Un’esultanza che sapeva di sfogo, l’ultima per lui al Via Del Mare, con un gol che aveva liberato dalla pressione un tecnico che probabilmente viveva con troppo trasporto ed esagerata carica emotiva quello che stava accadendo intorno al mondo Lecce. Questa è una piazza esigente e intransigente, che a volta soffoca chi non è abituato a questo tipo di pressione.
La caduta
Dopo quel gol paradossalmente qualcosa si è rotto. Il Lecce ha conquistato un solo punto in 5 partite, perdendo rovinosamente contro Bologna, Torino, Inter e Verona. D’Aversa, dal canto suo, non è più riuscito a ritrovare il bandolo della matassa, perdendosi tra scelte cervellotiche ed atteggiamenti che non gli rendono onore. Oggi sappiamo di un allenatore amareggiato sia per il risultato sportivo che per quanto accaduto al termine della sfida di domenica e siamo sinceramente dispiaciuti per lui, per quello che poteva essere e non è stato.
D’Aversa ripartirà. Lo farà lontano da qui, imparando, sia in campo che fuori dal terreno di gioco, dai suoi errori. Lecce è una lezione amara ma anche un’opportunità da cogliere al volo, evitando che quanto successo ieri possa compromettere la carriera di un allenatore competente, preparato, che purtroppo, per noi e per lui, nel Salento non è riuscito a dare tutto quello che aveva e che avrebbe voluto.