Buon zero a zero, ma con qualche egoismo di troppo
L’EDITORIALE DI MARINI
L'attesa sfida di Frosinone finisce con un risultato di parità, zero a zero; un punteggio che rispecchia per l'ottanta per cento quello che il terreno di gioco ha detto, in una cornice di pubblico interessante che ha visto oltre mille supporters del Lecce sugli spalti tifare dal primo al novantaquattresimo minuto di gioco.
Partita ostica quella dello Stirpe per i giallorossi, si sapeva già da tempo che le caratteristiche degli uomini di Grosso fossero quelle di pressare a tutto campo per poi ripartire approfittando della velocità e qualità che hanno sulle fasce. Baroni lo sapeva meglio di tutti ed ha agito di conseguenza: Olivieri in campo al posto di un Coda non al meglio e non appena i ritmi impressi dai laziali sono calati, nel secondo tempo, ha inserito prima lo stesso Coda e poi Rodriguez, puntando a vincere la gara. Ci sarebbe anche riuscito se per questioni non solo di “maturità” ma anche di egoismo qualche giocatore invece di cercare il tiro a tutti i costi capisse che l'assist, in determinate partite, è ben più importante.
Il tecnico toscano dovrà lavorare ancora su questi aspetti.
Un primo tempo che ha visto il Lecce in affanno, anche se il Frosinone, pur minaccioso, non è mai riuscito a tirare nello specchio della porta difesa da Gabriel. In sofferenza perchè gli uomini di Grosso hanno pressato ferocemente, impedendo di fatto ai giallorossi di impostare la manovra. Di Mariano e Strefezza sempre raddoppiati, Hjulmand costantemente pressato, Majer mai entrato in partita e Gargiulo (una traversa colpita per lui) alla ricerca vana di una posizione che gli consentisse di rendersi pericoloso. Nessun pallone giocabile per i tre davanti, anche Olivieri, stretto nella morsa dei due centrali avversari, non ha ricevuto rifornimenti, pur impegnandosi e sacrificandosi al pari dei suoi compagni. Baroni nel secondo tempo ha registrato la squadra, ha provveduto a sostituire Majer con Bjorkegren ed il Lecce ha iniziato a prendere campo rendendosi pericoloso. Intorno al sessantacinquesimo il Frosinone ha perso il ritmo del pressing, Baroni l'aveva previsto e quando le squadre si sono allungate ha immesso Coda e Rodriguez. Il primo servito magistralmente da Gargiulo ha sfiorato il gol, il secondo anche. Entrambi però hanno da farsi perdonare qualcosa: Coda ha vanificato non meno di quattro ripartenze, una delle quali in superiorità numerica, sbagliando aperture scolastiche e preferendo tirare invece di servire il compagno messo meglio di lui; Rodriguez proprio sul finire ha scelto di andare “all'uno contro due” invece di servire Di Mariano sulla corsa e metterlo praticamente in porta. L'ha fatto in ritardo con un appoggio sbilenco e lo stesso Di Mariano, probabilmente innervosito dal mancato passaggio ha preferito tirare invece di chiudere il dai e vai con lo spagnolo. Insomma una serie di scelte inappropriate, alcune più vistose di altre, che denotano sicuramente una grande voglia di andare in gol da parte degli avanti giallorossi, ma nello stesso tempo una forma di insano “egoismo”.
Gli interessi della squadra vengono prima delle soddisfazioni personali.
Nell'insieme però è stata una prestazione positiva, soddisfacente soprattutto dal punto di vista difensivo, con la retroguardia giallorossa sempre attenta, aiutata dal centrocampo ed anche dagli esterni d'attacco a gestire la fase di non possesso.
Dodicesimo risultato utile consecutivo, non poco, una statistica che aiuta Baroni a continuare la sua opera ed i ragazzi ad essere sempre più consapevoli dei loro mezzi.
Venerdì ci sarà il ritorno al Via del Mare, il Lecce troverà la Ternana allenata dall'ex Lucarelli, una partita difficilissima nella quale i giallorossi proveranno a ritrovare il gol ed il gusto dei tre punti.