header logo
Neanche il tempo di digerire la bruciante retrocessione ed il Lecce si è già rimesso in moto, iniziando a programmare il prossimo campionato di serie B e, più in generale, il futuro societario. Serviva uno “shock”, come lo ha definito il presidente Saverio Sticchi Damiani, e tale è stata la nomina di Pantaleo Corvino come nuovo responsabile dell’area tecnica. La presentazione ufficiale alla stampa del dirigente salentino, per i contenuti e per gli spunti di riflessione che ha portato in dote, ha dimostrato come la società giallorossa sia stata in grado di tramutare un fallimento (la retrocessione) in un’opportunità per rinnovarsi e continuare nel progetto di crescita di una società, giova ricordarlo, molto giovane seppur altrettanto vincente. Il ritorno, a 15 anni di distanza dall’ultima volta, di Corvino rappresenta un segnale forte. È una scelta certamente ambiziosa, tant’è che lo stesso Sticchi Damiani ha rimarcato come il dirigente di Vernole sia una figura, per competenze e palmares, “sovradimensionata” rispetto ad una società di serie B, ma è anche una scelta che dimostra la volontà della società di Via Costadura di costruire nel tempo e di strutturarsi, fermo restando l’obiettivo di continuare a cogliere prestigiosi risultati sul campo. Una volontà recondita, non espressa pubblicamente attraverso grandi proclami, come giusto che sia. Gli annunci, d’altronde, lasciano il tempo che trovano e nella maggior parte dei casi corrono il rischio di venire smentiti dai fatti. Le parole chiave dell’insediamento di Corvino invece sono state patrimonializzazione e programmazione, concetti che rappresentano la stella polare verso cui sarà orientato l’operato del nuovo responsabile dell’area tecnica giallorosso, che si è preposto un solo ambizioso obiettivo: lasciare il Lecce, al termine di questa nuova avventura, nello stesso posto (la serie A) e allo stesso modo in cui lo ha lasciato 15 anni or sono. La volontà è quella di rilanciare il settore giovanile, puntare fortemente sui giovani e valorizzarli, facendoli diventare patrimonio tecnico e di conseguenza anche economico. È una sfida ambiziosa, che il Lecce deve necessariamente correre, per continuare nel suo progresso di crescita e puntare a un ritorno in serie A fondato su basi ancor più solide, rispetto a quanto avvenuto nell’ultima stagione. Il profilo di Corvino, in tal senso, è quello ideale per compiere quest’ulteriore step di crescita. Il dirigente di Vernole è una figura che ha esperienza ad altissimi livelli (600 partite in serie A e 50 fra Champions League ed Europa League) e che sa bene come porre le basi per creare qualcosa di importante. L’obiettivo del Lecce è quello di ritornare fra i grandi e scrivere nuove pagine di storia, tramite un modello societario innovativo e per certi versi unico nel panorama italiano. La strada non sarà facile, ma le premesse per costruire qualcosa di grande ci sono tutte.
Ciro e Michele, eroi senza tempo
Frosinone-Lecce 3-1: Abisso choc. Tesoro: "Non arbitri più il Lecce"

💬 Commenti