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Ci vogliono ventuno set per vincere uno slam. Tutto qui. Non devi far altro che vincere ventuno set. Sette incontri, al meglio dei cinque set. Fa ventuno. Nel tennis, come a carte, il ventuno vince. Blackjack! Concentrati su quel numero e non sbaglierai. Semplifica, semplifica. Ogni volta che vinci un set devi dirti: meno uno. Uno l’ho intascato. All’inizio di un torneo conta alla rovescia da ventuno. È pensare positivo, capisci?

Open, Andre Agassi, 2009

Se il Lecce stesse giocando una partita di tennis adesso diremmo che i giallorossi sono riusciti a strappare un break decisivo nell’economia del match. Nel giro di appena 14 giorni (tanti ne sono intercorsi fra Reggiana-Lecce e Frosinone-Lecce) la compagine salentina ha ribaltato classifica e convinzioni. Perlomeno quelle altrui, perché Eugenio Corini, con la sua truppa giallorossa, ha sempre creduto di poter interpretare un campionato di vertice. Lo ha creduto anche nei momenti più difficili, in cui erano rimasti in pochi ormai a sperarci. Alla fine, però, l’unica voce a cui non si può dar torto è quella del campo e il campo ha detto che il Lecce si è iscritto nuovamente alla corsa per la promozione diretta. Lo ha fatto con 14 giorni di fuoco, durante i quali la squadra ha macinato gioco e risultati, schiacciando avversari e scacciando cattivi pensieri.

I numeri parlano chiaro: quattro vittorie consecutive, 14 gol segnati, appena quattro subiti. Dodici punti che hanno portato il Lecce dal sesto al secondo posto in classifica. I giallorossi sono il miglior attacco del campionato con 58 reti e segnate e vantano una differenza reti di +22, la seconda migliore del torneo dopo l’Empoli (+29) e davanti al Monza (+14). La squadra di Eugenio Corini ha trovato anche una grande solidità dal punto di vista difensivo: nelle ultime cinque partite il portiere Gabriel ha mantenuto la porta inviolata in tre occasioni. Un dato importante rispetto agli appena quattro clean sheet ottenuti nelle precedenti 25 sfide di campionato. Dei quattro gol subiti negli ultimi cinque incontri, peraltro, tre sono arrivati dallo sviluppo di una palla inattiva (uno su autogol, uno su punizione diretta, uno da calcio d’angolo), mentre solo uno è stato incassato a difesa schierata (la bella girata di Maleh a Venezia). 

Confortante è anche il raffronto con il ruolino di marcia con la prima metà del campionato. Nelle undici giornate del girone di ritorno il Lecce ha conquistato 22 punti, rispetto ai 20 punti delle prime undici del girone d’andata. Un +2 piuttosto rilevante considerando che il Lecce riuscì a fare la differenza nella prima parte del campionato salvo poi calare a ridosso della sosta natalizia. Il tutto nonostante le rimonte nei minuti di recupero subite contro Brescia e Pescara e i passi falsi patiti contro Ascoli e Virtus Entella. Bocconi amari da mandar giù ma che col senno di poi si sono rivelati necessari alla squadra per compattarsi e crescere ulteriormente. Gli ultimi risultati, perlomeno, sembrerebbero deporre in tal senso. Il Lecce, infatti, è riuscito a fare la differenza negli scontri diretti, spazzando via il Chievo in un tempo e facendo valere la legge del più forte sul campo del Venezia, la squadra con il gioco probabilmente più entusiasmante del campionato, al termine di una battaglia senza esclusione di colpi a ridosso della laguna che ha premiato i salentini, vincitori per 2-3. Risultati che, uno dopo l’altro, sommati al secco 0-3 di Frosinone, hanno rimesso il destino del campionato nelle mani del Lecce.

I giallorossi adesso sono secondi in classifica con 52 punti, una lunghezza di vantaggio sulla Salernitana, due sul Monza e tre sul Venezia. La squadra di Corini può fare i conti solo con sé stessa: ci sono 24 punti a disposizione e 8 partite per scrivere la storia. La partita contro la Salernitana, la prima al rientro dalla sosta, servirà per lanciare la volata. Il Lecce, in questo momento, si appresta ad uscire dall’ultima ruota del treno e ad affrontare faccia al vento i metri finali e decisivi della corsa, volendo usare un gergo ciclistico. Una partita alla volta, il Lecce può semplificare: pensare ai punti che mancano per raggiungere l’obiettivo e mettercela tutta per strapparli agli avversari. Il calendario sembrerebbe sfavorire i salentini rispetto a Monza e Venezia ma la realtà è che a questo punto del campionato ogni partita in serie B assume un peso specifico differente. Tutte le squadre, dalla prima all’ultima, giocano per raggiungere un obiettivo e sono pronte a vendere cara la pelle. Dal ciclo di partite appena concluso, il Lecce esce con tanti punti in tasca ma con la consapevolezza che, giocando con la convinzione messa in mostra negli ultimi 14 giorni, quel sogno che mister Corini richiama costantemente nelle sue conferenze stampa può realizzarsi per davvero. Il conto alla rovescia dei punti che separano il Lecce dall’impresa sta per iniziare. Semplifica, semplifica.

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