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Oggi non lo farebbe quasi più nessuno, ma in passato fare esordire un 16enne era molto più semplice. E proprio un evento di questo genere, avvenuto il 13 Aprile del 1986, ha fatto si che il calcio potesse esprimere una delle sue storie più incredibili.

Quel giorno si giocava proprio Como-Lecce in Serie A. Il Lecce era destinato alla retrocessione, ma sul campo si sta già costruendo un piccolo miracolo sportivo che passerà inosservato per molti. Non ci sono trofei in palio, non ci sono copertine, ma c'è la provincia calcistica nella sua forma più pura e autentica.

In quella partita, con la maglia numero 7, fa il suo esordio da titolare un ragazzino di appena 16 anni. Il suo nome è Antonio Conte, oggi allenatore di successo del Napoli. Solo dieci minuti nella gara precedente erano bastati per convincere il tecnico a lanciarlo dal primo minuto. Nessuno poteva immaginare che quel ragazzo sarebbe diventato uno dei più grandi interpreti del calcio italiano, da calciatore e poi da allenatore.

A lanciarlo Eugenio Fascetti che in quegli anni diede spazio non solo a Conte ma anche ad altri nomi eccellenti come Luigi Garzya, Antonio Conte, Francesco Moriero, Egidio Ingrosso, Roberto Miggiano, Dario Levanto, Claudio D'Onofrio, Giuseppe Luceri, Walter Monaco e Sandro Morello.

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