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Vorremmo analizzare con serenità un episodio arbitrale che ha fortemente condizionato Lecce-Cagliari e ha rischiato anche di compromettere il risultato del match che in quel momento pendeva dalle parti della squadra di casa essendo in vantaggio per 1-0. Parliamo naturalmente dell'espulsione di Patrick Dorgu.

L'episodio

A pochi secondi dal fischio finale del primo tempo, l'arbitro Fabbri fischia un fallo di Patrick Dorgu ai danni di Matteo Prati. La scena si svolge a centrocampo: una palla respinta da Pierret schizza dalle parti di Dorgu e Prati che si fiondano entrambi sul pallone. Il primo ad arrivare sulla palla è l'esterno dei giallorossi che inciampa sul pallone mettendo la parte interna del piede sulla sfera senza fare presa sul suolo, questo porta poi il piede a scivolare costringendolo ad aprire il compasso e a finire sul piede di Prati che nel frattempo aveva anche lui effettuato il movimento per raggiungere la palla.

L'arbitro Fabbri si trova esattamente e letteralmente a due passi dalla scena ed estrae immediatamente il cartellino giallo. La sala VAR però, formata dall'arbitro Chiffi e dall'AVAR Marini, richiama l'uomo in campo al VAR. 

L'arbitro Fabbri, contattato tramite gli auricolari dalla sala VAR, si avvicina al monitor per pochissimi istanti e poi cambia la sua valutazione sostituendo il cartellino giallo con il rosso.

Da chiarire

Cosa ha visto l'arbitro quando si è avvicinato al monitor? Solo un fermo immagine o l'intera dinamica di gioco? Perché se Fabbri si trova a due passi dalla scena e decide per il giallo, viene poi richiamato dal VAR per cambiare la sua decisione?

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