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Fiorentina-Lecce è la classica partita nella quale si sfidano due squadre che hanno un bisogno disperato di fare punti ma tra le due c'è una differenza sostanziale: la squadra di casa è nelle prime posizioni della classifica generale, quella che gioca fuori tra le ultime.

Questo dettaglio probabilmente ha decretato la vittoria dei più forti, pur assistendo ad una partita arida, sporca, con pochi tiri in porta, nella quale la squadra di casa ha pensato bene di rafforzare la linea di difesa ed il centrocampo, impedendo di fatto agli avversari di rendersi pericolosi.

Partita strana a Firenze, nella quale per la seconda volta consecutiva non abbiamo visto il Lecce che ci piace: aggressivo, intenso, che ruba palla e riparte; dopo Udine anche a Firenze abbiano notato un calo complessivo, cosa che invece non era accaduta contro Bologna e Monza, partite nelle quali il portiere avversario era stato il migliore in campo.

Il Lecce poteva fare di più?

Secondo noi si, senza ombra di dubbio. Oltre al già citato “modus operandi” cioè quell'intensità e voglia di riconquistare subito palla, di aggredire che è colpevolmente mancata, ci sono state alcune scelte fatte da Giampaolo che non ci sono piaciute, né prima della partita e neanche durante.

Partiamo dal presupposto che per noi, se Helgason sta bene, dev'essere lui a giocare a ridosso di Krstovic, nessun altro, e non per simpatia ma per caratteristiche tecniche. L'islandese è una mezz'ala di qualità che riempie l'area di rigore avversaria, si muove senza palla, non dà punti di riferimento ed ha una progressione palla al piede con cui può far saltare gli equilibri nelle difese avversarie. Nessun altro ha le sue caratteristiche men che meno un Berisha non al top della condizione; calciatore fortissimo ma che ama essere servito con la palla sui piedi, non riempie l'area ed è lui che vuole dare l'ultimo passaggio per i compagni. La scelta ricaduta sull'albanese come mezz'ala più avanzata, quasi un trequartista, non ha fatto altro che svilire l'operato del calciatore e danneggiato la squadra. 
 

Come se non bastasse non ci piace che ad un ragazzino alla prima esperienza tra i professionisti, soprattutto se non in condizione e seppur davvero forte, venga messo sulle spalle un macigno pieno di responsabilità. Berisha dev'essere la ciliegina sulla torta per il Lecce, non colui dal quale devono dipendere le sorti del mondo. 
 

Altro appunto: se manca Pierotti, per noi attualmente il più forte tra gli esterni, e lo sostituisci con Morente fuori ruolo invece di avere il coraggio di far giocare dal primo minuto 'Ndri, stai commettendo un errore. Il ragazzo è in condizione, viene da un campionato europeo (quello belga) non ha infortuni e se è stato portato a Lecce per fare l'alternativa a Pierotti, nel momento in cui l'argentino è fuori, deve giocare. 
 

Poi, se fa male, se non rende o qualsiasi altra cosa, si è autorizzati anche a “forzare” i ruoli. Vedere Morente sulla fascia destra, inutile come se stesse giocando uno preso a caso, è autolesionistico. Oltretutto Karlsson sulla fascia sinistra non ne stava azzeccando una e la naturale conseguenza di tutto ciò è che il Lecce aveva le due fasce inermi, Berisha fermo ad attendere un pallone che non arriverà mai e Krstovic da solo a combattere contro tre difensori, senza che nessuno riempisse l'area, con Pierret e Coulibaly piantati davanti alla difesa a difendere l'uno a zero per la Fiorentina.

Per vedere le fasce invertite abbiamo dovuto attendere la metà del secondo tempo, mentre per vedere Banda e 'Ndri attenderemo la prossima settimana.

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Il cambio

Anche le sostituzioni, a parte quella di Berisha con Helgason, non ci hanno convinto: passare al 4-3-1-2 con Rebic accanto a Krstovic e con Morente sulla linea dei centrocampisti è stata una forzatura. Sia lo spagnolo che Guilbert dovevano essere sostituiti già da tempo ed invece hanno continuato.

Diciamo che della partita ci è piaciuto ben poco, salviamo soltanto la fase difensiva dei giallorossi, ormai ben registrata per merito dell'allenatore, ma per il resto le idee sono confuse, sia da parte degli interpreti che da parte di Giampaolo.

Cosa aspettarsi per il prosieguo del campionato?

Nulla è perduto, il Lecce nonostante queste due sconfitte consecutive è sempre in linea con i suoi obiettivi; si possono raggiungere a patto che ci si faccia un rapido esame di coscienza, si facciano giocare gli elementi più in forma, senza aver paura, o comunque quelli meno stanchi e si recuperi immediatamente il DNA di questa squadra che è quello di aggredire l'avversario in maniera coordinata, impedendogli di giocare. 
 

E' stata la fortuna del Lecce nelle annate precedenti, un bagaglio di esperienza da cui attingere. Basta essere costretti a guardare i protagonisti predicare la calma, vedere Falcone che perde tempo già dal primo minuto, quasi a voler proteggere lo 0-0; questo atteggiamento non paga perchè Il Lecce per l'80% delle gare troverà sempre qualcuno tecnicamente più forte ed abbassare i ritmi equivale ad affrontarlo nella sua “comfort zone”. 
 

Da sempre, per le piccole squadre, è l'intensità, la cattiveria agonistica, il correre di più e meglio degli avversari che porta risultati. Tutto il resto sono chiacchiere!

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