La Serie A è l'obiettivo, il Pordenone è la via: concentrati!
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E' già successo altre volte che un gol abbia rappresentato la condanna di una squadra anziché la sua definitiva consacrazione? Probabilmente non esiste un altro caso del genere, sicuramente non nella nostra storia e per questo, e per altri mille motivi, quello che è accaduto ieri ci sembra folle e ci auguriamo, soprattutto per le nostre coronarie, irripetibile.
Il Lecce ha giocato un buon primo tempo e nella seconda frazione ha dimostrato perché è la capolista di questo campionato. Il palo di Coda ha aperto le danze delle occasioni da gol. Poi, tutto ad un tratto, è salito in cattedra Strefezza, che al quarto tentativo ha gonfiato la rete e mandato in visibilio sia il settore ospiti che tutti i tifosi giallorossi sparsi nel mondo.
C’è stato un urlo collettivo, di liberazione, sembrava davvero che quel gol avesse stappato la partita e messo i giallorossi sulla strada verso la Serie A.
Poi è arrivato il petardo, la sceneggiata del portiere avversario ed anche del centrocampista biancorosso, che qualche minuto dopo l’esplosione si accascia senza alcun motivo, forse infastidito dalla possibilità che il premio Oscar potesse essere vinto solo dal suo compagno di squadra.
Un gol del Lecce ha fermato la corsa del Lecce verso la Serie A. Sembra follia ma, invece, è pura realtà. Dal momento dell’interruzione in poi non si è più giocato a calcio. È stato uno sport diverso, qualcosa che con il rettangolo verde ha poco a che fare.
Certi errori dei calciatori in campo non sono giustificabili, non quando ti stai giocando la Serie A e sei in vantaggio sul campo della terzultima in classifica. Probabilmente la testa dei giallorossi sarà stata abitata da pensieri strani, quali ricorsi, sconfitta a tavolino ed altre assurdità che c’entrano poco e niente con una partita di calcio.
Ora, però, l’errore più grande sarebbe un altro ed il Lecce, il Salento, tutti noi dobbiamo evitare di commetterlo. L’Italia del pallone ha sentenziato. Si è riempita la bocca di titoli ad effetto, probabilmente senza nemmeno aver visto prima la scena. Dovunque si è letto che Nikita Contini, portiere del Vicenza, è stato colpito da un petardo. Non è vero, chi c’era lo sa.
Adesso bisogna dimostrare di essere una piazza matura. È inutile cercare il colpevole, iniziare una guerra tra tifosi “veri” ed altri meno legati a questa maglia. Tra chi condanna il gesto e chi prova in tutti i modi a difenderlo.
Lecce deve tirare fuori l’orgoglio, il Salento deve legarsi a questa squadra. La nostra gente deve diventare una cosa sola con questi ragazzi ancor più di sempre. Venerdì non ci giochiamo solo la Serie A, ma anche l’onore di rappresentare un territorio, un popolo, una maglia e dei colori che per noi sono tutto.