Chi è Marco Rosafio, il salentino che ha purgato il Lecce
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L'emozione di un gol al Lecce, da tifoso ed ex calciatore giallorosso, sarà un momento che custodirà per sempre nel suo personale bagaglio dei ricordi. Non ha esultato per rispetto ad un territorio e ad una maglia che lo ha fatto crescere e lo ha lanciato nel calcio che conta. Per uno scherzo del destino, proprio lui, oggi ha impedito alla sua ex squadra di prendere il volo e staccarsi da una Salernitana che, allo stesso modo, ha steccato in casa contro il Monza.
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Chi è Marco Rosafio?
Nato in Svizzera quando i suoi genitori si trovavano li per lavoro, tornato a Patù quando lui era ancora piccolino. Rosafio ha mosso i primi passi nel settore giovanile di un Lecce retrocesso in C. I settori giovanili della Serie C sono poco competitivi, e le sue doti spiccano già assieme a quelle di qualche altro ragazzo come Di Mariano e Malcore che di tanto in tanto si affacciavano in prima squadra.
L'allenatore di quella Beretti era Antonio Toma che stravedeva per le qualità del ragazzo. Una volta lo incontrammo a Calimera, mentre appunto allenava la Berretti, durante una partita di allenamento estiva dei giallorossi, e gli chiedemmo chi della sua squadra potesse fare il grande salto. Toma non ebbe alcun dubbio e non esitò nella risposta:
Per me il più forte è Marco Rosafio. Ha una grande tecnica ed una velocità impressionante. Se cresce fisicamente e mentalmente, può giocare ad alti livelli.
Mentre il profeta salentino veniva esonerato dalla panchina del Gallipoli, il suo pupillo segnava una rete decisiva proprio al Lecce, con un gol di alta fattura. Sono passati 10 anni da quelle dichiarazioni, e oggi assumono un significato importante.
L'esordio con il Lecce e i numerosi prestiti
Dopo aver fatto la trafila nelle giovanili giallorosse, il 22 Dicembre 2012 Rosafio veniva “battezzato” nel calcio dei grandi. Il Lecce, al secondo posto in classifica, ospita l'Albinoleffe che è dodicesimo e schiera Mario Pacilli dietro il “gallo” Belotti. I giallorossi vogliono vincere ma la squadra che Franco Lerda riesce a mandare in campo non può schierare Foti. Quando mancano ancora 12 minuti, con il risultato di 0-0, Lerda decide di muovere qualcosa e sostituisce un evanescente Mino Chiricò con Marco Rosafio. A livello tattico non cambia niente, un mancino per un mancino. La partita finirà a reti inviolate e quei 12 minuti saranno gli unici, indimenticabili, di quella stagione.
Svezzato da Lerda, l'anno successivo è arrivato il momento del grande salto. Dopo la cocente delusione della mancata promozione, in casa Lecce avviene una mezza rivoluzione. In tanti vanno via e tra loro anche Marco. Antonio Tesoro crede nelle sue qualità, il calciatore si muove solo in prestito al Viareggio per fare esperienza. E lui la fa perché colleziona 27 presenze e 4 gol con 1 assist. Mica male per la sua prima stagione da professionista.
La stagione successiva, con il Lecce ancorato ancora alla Lega Pro, Tesoro decide di tenerlo e di dargli un'opportunità nel Lecce di Franco Lerda, l'allenatore che due stagioni prima lo aveva lanciato. Non ha molto spazio perché nel 4-2-4 a sinistra c'è Carrozza titolare. Si ritaglia 5 gare in campionato più 1 gara in Coppa Italia Lega Pro e 2 in Coppa Italia, qui trova anche lo spunto per la prima rete in giallorosso.
Non è ancora pronto. L'anno successivo viene dato in prestito e riparte dalla Serie D con la maglia del Forlì. 18 partite e 1 sola rete, il bottino è magro. Rientra a Lecce la stagione successiva e viene girato ancora in prestito al Monopoli. Qui in 20 partite realizza 1 rete e 3 assist.
L'addio alla maglia giallorossa ed il riscatto definitivo
Una carriera che stenta a decollare ed il Lecce, il 23 Luglio del 2015, decide di non crederci più. É l'estate del passaggio dalla famiglia Tesoro a quella di Sticchi Damiani. Il mercato in uscita, in accordo con i programmi della nuova proprietà che si sarebbe insediata solo a Ottobre, è gestito da Antonio Tesoro. La nuova Proprietà dà l'ok alla cessione di Rosafio che in quel momento per i giallorossi rappresentava solo un numero: i numerosi prestiti ed i risultati ottenuti fino a quel momento avevano parlato per il calciatore.
Due stagioni alla Juve Stabia, anche quelle poco fortunate, poi è costretto a ripartire dalla Serie D con il Messina. Qui realizza 12 gol in 31 partite e torna ad essere protagonista. La Cavese se lo porta in C e in una stagione mette a segno 6 reti e 12 assist. Soprattutto giocate di qualità e un fisico che lentamente stava diventando adeguato alla categoria.
La scorsa estate il Cittadella decide di scommettere su di lui e per la prima volta si aprono le strade della Serie B. Lui che 13 mesi prima aveva appena concluso la stagione in Serie D col Messina.
Gioca tanto, nel sistema di gioco di Venturato è uno che può fare male. Alla prima stagione in B colleziona 22 presenze ma nessuna rete, è più un uomo assist e ne suggerisce 6. Quest'anno è andata meglio perché in 30 partite riesce a fare 3 gol, una l'abbiamo vista da vicino ed è stata pesantissima.
Volevate sapere chi è Marco Rosafio? Un salentino verace. É caduto tante volte, ma ogni volta si è rialzato più forte di prima.