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Valentin Gendrey, giovane esterno di difesa del Lecce, ha rilasciato una lunga intervista a RMC Sport, nella quale ha parlato della sua stagione vissuta nel Salento. 

COMPAGNI DI SQUADRA 

"Alexis Blin e Arturo Calabresi, ex Amiens, mi hanno aiutato molto all’inizio. Alexis parla inglese normalmente. Sono arrivato, non ho capito una parola ed è stato Arturo a spiegarmi tutto nello stesso momento. Sono fortunato che l’italiano abbia radici identiche al francese. Infine, impariamo molto rapidamente. Ho preso lezioni e capisco tutto del vocabolario del calcio”. 

DIFESA 

“Vi racconto un aneddoto che fa ridere. Prima di arrivare in Italia non guardavo particolarmente la Serie A o la Serie B. Allora mi dico la solita cosa: “in Italia il gioco è chiuso, le squadre sono disciplinate”. Prima partita ufficiale, quella di Coppa Italia contro il Parma, parla il mister: "oggi facciamo marcatura a uomo”. Chiede a un nostro difensore centrale di seguire l’attaccante anche se ha palla nella sua stessa area. Siamo stati in una situazione uno contro uno per quasi tutta la partita in difesa. Non avevo mai visto un allenatore dire a un centrale di seguire l’attaccante a 80 metri dalla propria porta”. 

LECCE

“E’ davvero bellissima. Ha spiagge incredibili a trenta minuti di distanza, con magnifiche scogliere. Se qualcuno vuole venire in zona, posso fare da guida. Ci sono sempre degli aerei in partenza da Beauvais per la Puglia, e poi è incredibile. Il caffè leccese è buonissimo. Di solito non mi piace il caffè ma con latte di mandorla e ghiaccio è più buono”.

PASSIONE 

“Qui c’è tanta passione. Tutti amano il calcio, occupa gran parte della loro vita, che si tratti di bambini o anziani. Ho avuto la sensazione di felicità e che tutti stessero aspettando la promozione. Non ho sentito troppa pressione, a differenza dei tifosi. Il Via del Mare era già pieno contro il Pisa e prima della gara con il Pordenone abbiamo fatto un allenamento aperto al pubblico, c’era un’atmosfera pazzesca". 

HJULMAND

“È molto, molto forte. Nella prima partita della stagione l’allenatore ha messo Alexis Blin nel ruolo di regista e Hjumand mezz'ala. Avevo visto in amichevole che il nostro danese era bravo, ma mi sono detto: ‘sì, ok, è bravo.’ In quel ruolo ho trovato forte anche Zan Majer. Ma quando Hjumand ha iniziato a giocare, mi sono detto: “Ah sì, è davvero molto bravo”. È un ottimo centrocampista, utile in entrambe le fasi, recupera e rompe le linee su un passaggio. Mi piace molto. È un top player e un grande ragazzo”.

PROMOZIONE

"È stato un momento indimenticabile. Dopo la partita eravamo in campo tra giocatori e staff. Poi le famiglie sono scese e ho potuto festeggiare con il mio fratellino. Sul campo c’è stata una grande festa con i tifosi, ma anche tra noi abbiamo festeggiato tanto. A mezzanotte i dirigenti ci dicono: ‘tra trenta minuti prenderemo l’autobus e faremo il giro della città’. C’era una marea di gente. L’autobus non poteva andare avanti. Siamo tornati alle 4 del mattino”.

RITIRO IN ITALIA 

“La preparazione estiva in Italia? Quest’anno sono arrivato dopo il ritiro, quindi forse sono stato fortunato a non farlo. Avevo programmato comunque  di allenarmi durante le vacanze. Lì abbiamo una settimana tranquilla e dopo abbiamo un programma con un po’ di corsa, forza. E più andiamo avanti, più aumenta. Prenderò un preparatore atletico prima di riprendere con il club per essere pronto. Non posso arrivare dicendo che ho bisogno di due settimane per essere in forma”.

ALL’INIZIO

“All'inizio ero molto preoccupato. Stavo lasciando il mio club, l'Amiens, che era a 45 minuti da Beauvais, dove vive la mia famiglia. Non ero mai andato molto lontano da ciò che mi circondava. Sono sempre stato con la mia famiglia. Stavo andando a Lecce da solo, non parlavo né inglese né italiano. Corvino mi ha chiamato, abbiamo fatto una breve trattativa e mi ha detto che voleva aiutarmi a crescere. Aveva visto le mie partite, mi ha parlato delle mie qualità e dei miei punti di forza. È esattamente quello che volevo sentire”.

RUOLO 

“Mi sono detto che se avessi avuto questa opportunità l'avrei colta. Avevo giocato solo da gennaio in prima squadra con l’Amiens e ho pensato che sarebbe stato ottimo confermarsi, giocando un'intera stagione. Mi hanno detto che volevano acquistare un difensore centrale, una posizione che ho ricoperto, e poi ho pensato che avrei potuto giocare sulla fascia, ma non hanno creduto in me in questa posizione. Quindi quando è arrivato il Lecce non ho esitato nemmeno un momento. Mi sono allenato come terzino, è lì che mi diverto ed è quello il mio ruolo. È in quella posizione che le mie qualità si esprimono al meglio. Se un allenatore vuole che dia una mano in mezzo, lo faccio, nessun problema, ma mi vedo a destra”

BARONI 

"Lavoriamo molto tatticamente. Nel nostro sistema di gioco, i terzini sono molto importanti. Ricordo i primi giorni, dato che non parlavo italiano, mi sentivo come se stessi sbagliando tutto e ed il mister mi urlava contro. “Devi essere due metri più dentro in una situazione, quattro metri più fuori in un'altra”, mi diceva questo. È il senso dei dettagli del posizionamento e dei movimenti da fare in Italia che è abbastanza pazzesco”. 

 

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