Due dirigenti minacciano e colpiscono l'arbitro: arriva il DASPO
Il Questore di Lecce interviene dopo i gravi episodi durante Cursi–Taviano: tre anni di divieto per l’aggressore, due per l’altro dirigente
Il mondo del calcio dilettantistico leccese è scosso da un grave episodio di violenza verificatosi durante la partita Cursi–Taviano, valida per il campionato di Prima Categoria – Girone C, stagione 2024/2025. Al centro dell’accaduto due dirigenti del Cursi Calcio 2018, destinatari di altrettanti provvedimenti di DASPO emessi dal Questore della Provincia di Lecce.
Durante il match, disputato il 2 marzo scorso sul campo di Cursi, al 44° minuto del primo tempo l’arbitro ha assegnato un calcio di rigore al Taviano. A quel punto, alcuni dirigenti della squadra di casa sono entrati in campo protestando in modo acceso contro il direttore di gara. Uno di loro, in particolare, ha minacciato l’arbitro con frasi del tipo: “Ti tiro un pugno… non esci vivo dal campo”, colpendolo con l’avambraccio all’altezza dello sterno. A seguito dell’aggressione, l’arbitro è stato costretto ad arretrare di diversi metri e infine a sospendere definitivamente la partita.
Non è finita lì: mentre cercava di raggiungere gli spogliatoi, il direttore di gara è stato nuovamente affrontato. Un altro dirigente del Cursi gli ha impedito di entrare nello spogliatoio, continuando a minacciarlo e ad accusarlo di aver rovinato la partita.
Il comportamento dei due dirigenti ha spinto il Questore ad applicare il DASPO: per l’autore dell’aggressione fisica, il divieto di accedere a manifestazioni sportive durerà tre anni; per l’altro dirigente, autore delle minacce, il divieto sarà valido per due anni.
Ecco cosa dice la Questura:
Condotte tanto più gravi in quanto commesse da dirigenti sportivi, che dovrebbero essere punto di riferimento educativo per la propria squadra.
L’episodio è stato anche oggetto di indagini, ma la Questura precisa che i provvedimenti presi non implicano responsabilità penale automatica, nel rispetto della presunzione di innocenza.
Un episodio che lascia riflettere sul clima di tensione crescente anche nei campionati minori, dove il rispetto delle regole e il ruolo educativo dello sport dovrebbero essere valori imprescindibili.