Col Frosinone il punto è d’oro, ma quando si cambia marcia?
L’editoriale post Frosinone-Lecce 1-1
Un passo indietro, forse due, dal punto di vista del gioco. Solo un pareggio per 1-1 contro il Frosinone, in uno scontro diretto giocato in trasferta, ma un punto che vale oro vista la prestazione non proprio brillante offerta dai giallorossi.
Di Francesco, tecnico dei ciociari, aveva studiato perfettamente i salentini ed i suoi punti di forza, ma anche quelli deboli; aveva deciso che il Frosinone avrebbe dovuto fare il Lecce e così è stato. Ha schierato un centrocampo che aveva come unico compito quello di non far giocare i rispettivi avversari di reparto, ha anche blindato le fasce abbassando le saracinesche a Almqvist (su di lui Valeri) e Banda (su di lui Zortea) che non avevano respiro, sempre raddoppiati e spesso malmenati. Un gioco duro, maschio e di piena intensità.
Dal canto suo il Lecce non è mai stato in grado di rompere il modo di giocare del Frosinone: Di Francesco aveva indicato ai suoi ragazzi i punti di riferimento dei giallorossi in campo, e su quelli i ciociari hanno fatto la loro partita. A destra Almqvist puntualmente perdeva palla perchè pressato già sul primo tocco. Al centro quasi mai Rafia (che sbaglia anche un penalty battendolo in maniera imbarazzante) veniva incontro per offrire una seconda linea di passaggio. Stessa cosa dall'altra parte: palla a Gallo che cercava la verticalizzazione per Banda, pescato spesso sulla fascia e raddoppiato e palla persa.
Krstovic, lasciato spesso solo, ha “sparigliato” la compattezza della difesa avversaria solo nella ripresa procurandosi un calcio di rigore, riuscendo poi a realizzarlo: il numero nove colpisce il palo con la palla che sbatte sulla schiena di Cerofolini per l’1-1.
Il Frosinone non si spaventa ed insiste per ripassare in vantaggio con impetuosa reazione: traversa su una girata di Gelli a Falcone battuto; poi grande occasione sprecata da Brescianini che da pochi passi smorza un facile destro; sempre Brescianini mette in porta il 2-1 su infilata di Cheddira ma è in fuorigioco.
La verità è che il Lecce non ha mai cercato di togliere i punti di riferimento ai ciociari, i quali hanno ringraziato, continuando per quasi tutta la partita ad attuare il loro gioco senza perdere mai le distanze tra i reparti, rimanendo sempre stretti e corti così da aiutarsi l'un l'altro, portando con facilità i raddoppi ed anche intasando le linee di passaggio. Al 35’, da una incomprensione fra Okoli e Cerofolini, nasce un campanile sul quale si avventa Piccoli che manda fuori di testa. E’ l’ultima “apparizione” degna di nota dei giallorossi.
Di Francesco butta dentro due attaccanti: Kaio Jorge e Seck e prova il forcing finale, che per tre volte in una manciata di secondi permette la chance ai ciociari di andare in vantaggio. Due le spreca disastrosamente la punta brasiliana, prima su un cioccolatino di Soulé e dopo su un assist di Seck su cui non tira di prima e viene bloccato. Poi è Seck a tentare il sinistro a giro da dentro l’area, fuori di poco. Il finale di gara si riassume con il Frosinone all’arrembaggio: Valeri pennella a centro area per Kaio Jorge che si gira benissimo di testa ma trova il riflesso di Falcone. Poi tre corner consecutivi fino alla respinta finale della difesa del Lecce che col fiatone si salva.
I giallorossi riescono a muovere la classifica, non certo serena viste le vittorie di Cagliari e Verona. Sappiamo bene che la serie A è un campionato difficile per una piccola come il Lecce e sappiamo anche che una partita non è mai come un'altra. La speranza è quella di ottenere una vittoria (imprescindibile) contro il Verona, perché presidente, soci, area tecnica e tutti i tifosi meritano la A senza se e senza ma. D’Aversa e squadra devono mostrare i muscoli e attaccare, il campionato non aspetta ed è pronto a schiacciarli.