Il futuro del Lecce: le pagelle dei campioni d'Italia
Il pagellone della stagione 2022-23
Il pagellone dei protagonisti della stagione 2022-23: dai titolari alle seconde linee che hanno inciso maggiormente, senza dimenticare i direttori d'orchestra.
Alexandru Borbei (2003): VOTO 7.5
18 clean sheet stagionali tra regular season, coppa e fasi finali.
La sua terza stagione nel Salento è quella della maturità: reattivo, affidabile, para-rigori e anche più sicuro sulle prese alte, il suo punto debole fino alla scorsa annata. La ciliegina sulla torta è l'innata qualità con i piedi, che ha consentito più volte ai giallorossi di partire dal basso con la manovra.
Pol Muñoz (2004): VOTO 7
Titolarissimo sulla destra, è uno degli acquisti estivi che ha consentito ai baby giallorossi di compiere il salto di qualità. Il classico canterano che predilige giocare palla a terra, fraseggiare per poi lanciare in profondità. In difesa dà garanzie e in attacco fa il suo.
Razvan Pascalau (2004): VOTO 7
È cresciuto tanto al fianco del suo inseparabile compagno Hasic.
Si conferma un centrale rapido e dinamico, che si trova a suo agio quando bisogna difendere alti e anticipare l'attaccante avversario.
Emin Hasic (2003): VOTO 8
Mezzo voto in più per lo storico gol al minuto 121 lo merita. L'epilogo della finalissima sarebbe potuto essere differente senza l'incornata del Nazionale U21 svedese, dato che i rigori sono una lotteria.
Ha una struttura che gli consente di contrastare fisicamente gli avversari e imporsi negli scontri aerei.
Ha vinto il premio Morosini come miglior giocatore delle fasi finali e dalle sue dichiarazioni si capisce che, oltre ad essere un grande talento, è anche un bravo ragazzo.
Patrick Dorgu (2004): VOTO 8.5
A mani basse il miglior terzino del campionato: a tratti ha fatto un'altra categoria.
Dominante fisicamente, imprendibile in velocità, insidioso sulle palle inattive; un mostro, sì.
Dobbiamo trovare il pelo nell'uovo? Un paio di sbavature con la linea difensiva. Sottolineatura non casuale: se migliora in queste letture, una maglia tra i grandi non gliela toglie nessuno.
Catalin Vulturar (2004): VOTO 7.5
Capitano, mio capitano. Commovente averlo visto sollevare la coppa al Mapei Stadium, rimembrando come si prendeva gioco degli avversari alla tenera età di 16 anni in Primavera 2. Ne abbiamo parlato tanto nel corso delle stagioni, meglio non dilungarci ora che è sulla copertina dei portali nazionali.
Una parola è sufficiente e rende l'idea, soprattutto se scandita bene: qua-li-tà.
Medon Berisha (2003): VOTO 8
10 gol e 4 assist in campionato da centrocampista. Casadei, la stagione precedente, ne fece 14 e 4, per poi essere ceduto a più di 15 milioni al Chelsea. È il capitano dell'Albania U21 e ha onorato la maglia numero 10. Ha già fatto un ritiro pre-campionato con la prima squadra, ora probabilmente ne farà un altro. Tira da fuori, fornisce assist illuminanti, calcia le punizioni… forte forte.
Daniel Samek (2004): VOTO 7
L'etichetta di “mister 1 milione di euro” non lo ha aiutato, ma le 38 presenze stagionali sono un dato di fatto. Un punto fermo in mezzo al campo per la Primavera più forte in Italia.
Ha visione di gioco e la qualità, a quell'età, si paga.
Jeppe Corfitzen (2004): VOTO 7.5
Il più giovane della formazione titolare, essendo nato il 29 dicembre 2004.
Esterno veloce, agile nello stretto e dotato di grande tecnica. Alla prima stagione in Italia ha segnato complessivamente 12 gol; dobbiamo parlare di quanto si sia rivelato pesante quello in semifinale col Sassuolo? Da tenere d'occhio.
Henri Salomaa (2003): VOTO 7
Ha sbloccato un paio di partite pesantissime nell’economia del campionato.
È un esterno atipico, dalle ampie falcate in accelerazione e molto bravo di testa, più di una volta cercato da Borbei proprio per questa sua preziosa dote. Quando meno te lo aspetti, ci mette lo zampino.
Rares Burnete (2004): VOTO 9
Tutti in piedi per il capocannoniere del campionato. Esploso nel 2023 dopo due anni e mezzo nelle retrovie, a lavorare in silenzio. Titolo del film: “Revenant - Redivivo”, con regia di Javier Ernesto Chevanton. Un attaccante completo, che farebbe comodo a tutti gli allenatori per la capacità di lottare spalle alla porta in qualsiasi zona del campo. È un toro che in area sa trasformarsi in un condor.
Menzioni d’onore…
Ed McJannet (2004): VOTO 7
Come lotta! L’ingresso in campo contro il Sassuolo è la fotografia perfetta del calciatore irlandese, che in campo è energia pura. Arrivato a gennaio, ha scalzato Samek solo sul finale, ma c’è poco da fare: gasa.
Dario Daka (2004): VOTO 7
Entra in campo con la voglia di spaccare tutto. Punta i difensori e se non li supera li sposta. Si sacrifica tanto anche in fase difensiva e rappresenta perfettamente la figura del 12esimo uomo.
Dietro le quinte…
Federico Coppitelli, Javier Ernesto Chevanton e staff: VOTO 9
Servivano dei grandi professionisti per amalgamare un gruppo composto da talenti presi da tutte le parti del mondo. Coppitelli si è confermato un fuoriclasse della categoria, Cheva un motivatore nato. Una coppia perfetta che ha dato anima e cuore a questa squadra. Al loro fianco, uno staff che può mostrare con orgoglio la medaglia vinta.
Pantaleo Corvino: VOTO 10
Promozione, salvezza, primo posto in regular season e scudetto: Corvino si conferma un maestro del calcio giovanile. Ha dimostrato ancora una volta di saper ribaltare i grandi del calcio italiano e ha costretto la Lega a cambiare le regole del campionato. Vincere lo scudetto contro la Fiorentina, che in campo schierava alcune sue scoperte compiute in tempi non sospetti, è il tocco di classe. Chapeau.