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Quando l’orchestra ha un numero sufficiente di orchestrali, si può fare ottima musica.

Il rientro di due pedine fondamentali (Jannuzzi e Nikolic) ha permesso i cambi che servivano.
Chi mastica basket sa bene che non si può giocare solo con il quintetto base: i cambi frequenti non solo danno respiro ai giocatori, ma permettono al coach di adeguare il quintetto alle caratteristiche che servono in quel moneto della partita.
Il roster corto, inoltre, non consente una buona difesa perché non ci si può permettere di uscire per cinque falli.

Oggi la difesa del Nardò è stata a viso aperto, senza paure: è stata disinnescata tutta l’offensività di Forlì, in striscia positiva da ben cinque giornate.

Se a questo aggiungiamo uno Smith in stato di grazia, che chiude gli occhi e segna da ogni dove e senza curarsi del difensore di turno che tenta disperatamente di fermarlo, allora si spiega la bellissima partita a cui abbiamo assistito.

Nardò ha dominato ovunque, sia in attacco che in difesa. 
Anche i rimbalzi, che in questa stagione spesso ci hanno visto soccombere, sono stati appannaggio del Nardò.

Buona partita di tutti.
Zugno ha vinto in confronto con l’ex Parravicini; è di Ebeling l’unica stoppata a tabellino.
Stewart oggi sacrificato in un ruolo prettamente difensivo lascia la vetrina ad un eccellente Mouaha (18 punti) e ad un superlativo Smith, che chiude con ben 37 punti, certamente MVP della partita.

Daniela Maria Libetta

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