La conferenza stampa completa del presidente Sticchi Damiani
Le parole del numero 1 giallorosso
Il presidente Sticchi Damiani ha parlato ai microfoni della sala stampa.
"Oggi avevo particolare piacere ad incontrarvi per fare con voi un'analisi del momento e sottopormi come sempre alle vostre domande. Per fare l'analisi, ho bisogno di qualche minuto per parlare di quello che sta accadendo nel calcio, che ha determinato e determina le scelte mie e della proprietà tutta, che trasferiamo a tutte le varie aree. Il tema che sto per affrontare è frutto di una mia visione specifica ma è condiviso dalle società medio-piccole della Serie A.
Si stanno formando due grandi blocchi in A: il blocco delle grandi che competono per l'Europa e il blocco delle squadre medio piccole. Chi si qualifica alle coppe europee, percepisce dei bonus UEFA, ovvero una serie di risorse. Chi non partecipa alle coppe europee, può disporre solo dei diritti domestici, ovvero i diritti televisivi della Lega Serie A. In virtù della legge Melandri, questi diritti vengono redistribuiti dando alle grandi le parti più ampie delle risorse. Quindi le grandi hanno sia i bonus UEFA sia la maggioranza dei bonus domestici. Questo significa che le piccole non solo sono sempre più piccole, ma in un momento storico in cui sono emerse plusvalenze fittizie, il campionato italiano di Serie A che non può avvalersi di questi escamotage è ancora più povero. Così le piccole che si fanno battaglia sono costrette a fare ulteriori rinunce, o indebitarsi.
Alcune hanno rinunciato ad investire sul vivaio, altre hanno deciso di indebitarsi, aggiungendo debiti a già quelli fisiologici post-covid. L'US Lecce, per una scelta precisa del sottoscritto condivisa dai miei soci, sta provando a fare qualcosa di diverso. Non rinunciare ad un settore giovanile competitivo, anzi rilanciare, e non indebitarsi. In questo momento storico, la visione del club è questa. Giusta o sbagliata è la nostra visione che ha un prezzo da pagare. In questo modo, alziamo al massimo il livello di difficoltà del nostro progetto tecnico. In questi giorni vedo che c'è chi si improvvisa a fare i conti in tasca alla società. Da dove derivano le difficoltà delle medio-piccole, in particolare delle neo-promosse, in particolare dal Lecce? Le neo-promosse, una follia di questo calcio, sostengono la Serie B. Le tre neo-promosse sono le uniche di A che devono sostenere la B, lasciando ognuna di esse 3 milioni di euro (9 complessivi). Questo è un primo elemento che ci rende ancora meno competitivi.
Lo Spezia a gennaio ha fatto una cessione importantissima, il Verona lo fa da 2 anni. Il Lecce avrebbe potuto farlo a gennaio e ha scelto di non farlo, dando priorità alla salvezza. A gennaio abbiamo respinto un'offerta importante (Hjulmand, ndr.). Peraltro, se lo stadio cade a pezzi il Lecce deve rifarselo da solo, per una convenzione firmata da noi. Così quest'anno sono partiti altri 2 milioni e mezzo: non è polemica, è rappresentare i fatti. Nonostante questo, il Lecce non fa debiti e tra l'altro stiamo estinguendo quelli fatti nel periodo covid, siamo prossimi ad arrivare a 0. È una mia fissazione. Una parte del budget l'abbiamo destinata a settore giovanile e primavera. Perchè? Pensiamo che, a costo di sacrificare ad un giocatore, potessimo fare qualcosa di dignitoso con la primavera. Sotto questo punto di vista siamo stati premiati dall'area tecnica, perchè invece che dignitoso il risultato è straordinario.
È stata una rinuncia brillante che ci sta dando la prospettiva di un futuro brillante. La primavera prima a +10 sulle big è un capolavoro, migliore ottimizzazione possibile di una rinuncia fatta con la prima squadra, grazie ad una serie di intuizione fatte dall'area tecnica, Corvino e Trinchera. Anche l'U18 è seconda in classifica, grazie al lavoro di Schipa e Delvecchio. Questo gruppo di lavoro non dorme la notte. Abbiamo eliminato qualsiasi forma di spreco: siamo penultimi nel pagamento di commissioni ai procuratori. Abbiamo l'AD Mencucci che mi sta dando un aiuto straordinario nell'ottimizzare le risorse. Il nostro DG Mercadante lavora h24 sulle strutture. Questa è gente che non dorme la notte per fare il meglio possibile. Forse non si ha la esatta idea di quello che si fa. Sapete quanto ci è costato uscire dalla C? Solo quel passaggio è costato come conferimenti ai soci 25 milioni di euro. I bilanci sono pubblici. Solo per portare il Lecce dalla C alla B, costò 25 milioni.
Le società nel calcio durano se raggiungono un equilibrio finanziario, altrimenti devono sperare che il socio di maggioranza stia bene e le sue imprese vadano bene. Il progetto iniziato 2 anni e mezzo fa ha questo scopo: rendere il Lecce una società con un equilibrio economico-finanziario. Non possiamo indebitarci. Non rinunciamo al settore giovanile. Questo significa futuro assicurato. Erano inimmaginabili i risultati del settore giovanile, pensavo ad una A1 dignitosa, non dominante.
Veniamo ad oggi. Le difficoltà sono massime e ve le ho spiegate prima le difficoltà di una neopromossa che si dedica al settore giovanile. Un vero grande progetto di calcio è qui. Scusate se pensavate parlassi da subito dell'ultima partita, volevo prima fare questo ragionamento. Un gruppo di lavoro lavora h24, tutti fanno gli straordinari. Io non sono solo desideroso di conservare la Serie A. Ho una voglia clamorosa di conservare la Serie A perchè vedo il progetto che sta nascendo. La Serie A è una opportunità assoluta. Sapete che ci sono squadre che si sono già anticipate paracadute e diritti televisivi? Questa è la Serie A. Invece, nella mia Serie A, c'è la squadra più giovane del campionato e questa primavera. Ho bisogno di confermarla nonostante le difficoltà immani.
Il momento attuale dispiace, nessuno sta dormendo la notte per aver fatto 1 punto in 7 partite. Vorrei tornare a dormire la notte come tutti i miei collaboratori. Però poi divento realista, e penso che una cosa del genere in A può accadere. L'Inter ha fatto 1 punto in 5 partite, l'Inter. Può accadere il Lecce faccia 1 punto in 7 partite. Alcune mi sono piaciute: Napoli, Samp, Firenze. Ad Empoli a me la squadra non è piaciuta.
Il nostro livello di difficoltà è massimo. Siamo qui con 28 punti, a +5, abbiamo un’opportunità enorme. Le 7 partite con 1 punto dispiacciono a tutti, ma io ricordo che abbiamo superato periodi ben peggiori nei 7 anni di gestione. Ricordo benissimo quello che successe dopo Lecce-Siracusa. Facemmo 30 tiri contro il Siracusa, finì 1-1: ricorda Lecce-Samp. Sembrava tutto perso, invece ci siamo ricompattati. Ricordo il confronto con la Curva Nord, un bel confronto tra uomini. Poi tutto ripartì. Quell’anno ci giocammo la vita in C, e trovammo la forza per ripartire. Siamo retrocessi dalla A alla B ingiustamente, poi l’anno dopo siamo usciti ai play-off dopo un campionato al vertice. Abbiamo superato momenti ben peggiori insieme. Sapete cosa fa una squadra con 2 stagioni deludenti consecutivamente? Andate a vedere le ultime 3 squadre in B. Siamo ripartiti anche dopo quel momento, non possiamo ripartire oggi? Il livello di difficoltà per noi è massimo.
Fatemi parlare di allenatore e gruppo squadra. Il livello di difficoltà dell’allenatore è massimo, allena una squadra con tantissimi esordienti che parlano tante lingue. Eppure, stiamo a 28 punti. I giocatori? Al mio ottavo anno da presidente, posso dire di riconoscere subito la bontà di un gruppo. Quando ho avuto gruppi non buoni, vi garantisco che abbiamo difeso la maglia da chi faceva il furbo, facendo cose inimmaginabili. Ho avuto reazioni feroci verso chi non rispettava questa maglia. Questo gruppo è perfetto, non c’è nemmeno un elemento di disturbo. È un gruppo vero, che paga un po’ di inesperienza, ma merita la nostra difesa. Sono ineccepibili: lavorano, sono seri. Faranno di tutto per raggiungere l’obiettivo.
I tifosi fanno gli stessi sacrifici nostri. Non dormono la notte, si sono abbonati, viaggiano in migliaia: un lavoro pazzesco, in linea con quello che fa la società. Siccome in questa Serie A, dove non ti aiuta nessuno, siamo soli, o ci stringiamo tutti intorno a questo gruppo, oppure non ci sono altre ricette. Ai nostri avversari non sembra vero che qualcosa scricchiola a Lecce. Non sembra vero leggere gli articoli che enfatizzano cosa ha detto Baschirotto sotto la curva. Che ha detto Baschirotto dopo 90 minuti in cui si è fatto un mazzo così? Chi enfatizza vuole rompere. Siamo soli in questa Serie A, su tutto. Compattiamoci perché abbiamo una grande opportunità, siamo a +5 a 8 dalla fine. Non importa se piace un giocatore o meno, dobbiamo solo salvarci. Poi tiriamo una linea. Per quello che stiamo costruendo, la salvezza può essere un trampolino. Non vedo da nessuna parte questo lavoro altrove”.
Le domande dei giornalisti
“Come stanno vivendo questo momento i calciatori? Dopo la gara, erano profondamente dispiaciuti. Avevano dato tutto per vincere. Sta a noi spiegare ai giocatori il senso delle parole della curva, figlie di passione, rammarico e dispiacere. Il mio parere su Lecce-Samp è che i ragazzi hanno dato tutto, ma il tifoso è libero di esprimere quello che vuole. Rispetto ogni punto di vista, io credo la squadra abbia dato tutto. Non c’è bisogno di 6 sconfitte per fischiare, un tifoso può fischiare pure per una singola partita, non siamo permalosi. Ad Empoli a me la squadra non è piaciuta, con la Samp è piaciuta tanto”.
“Non ho elementi per dire che il ricompattamento con la tifoseria possa avere subito. Non ho rapporti che mi possano portare a sapere il tipo di atteggiamento che assumeranno. Ricordo il post Siracusa, dopo un confronto vero siamo ripartiti. Ricordo che portai la squadra in ritiro a Roma e quando andai a trovarli sentì Armellino dire piangendo ‘ormai è andata’. Lì scatenai un terremoto e da lì siamo ripartiti. Non è mai finita finché non è finita”.
“Giochi del mediterraneo? Ho letto sul giornale che c’è stato un commissariamento. La sintesi è che noi siamo soli, non possiamo farci una guerra tra di noi”.
“È vero che il nostro monte ingaggi è il più basso della A. Sono sicuro che questo sarà il futuro della Serie A. Le risorse destinate al settore giovanile non hanno condizionato il mercato di gennaio, le abbiamo stanziate già in estate. Il mercato di gennaio è stato un mercato dove abbiamo avuto un reparto totalmente scoperto per via degli infortuni. Poi abbiamo dovuto sostituire Bistrovic, con un’operazione impegnativa come Maleh. Non mi sembra il mercato di gennaio abbia svoltato delle squadre in Serie A, il vero mercato è quello che si fa in estate”.
“Contro il Milan mi aspetto una squadra veloce e di qualità. Con la Samp c’è stato un segnale, abbiamo prodotto tanto, anche col Napoli. Ero più preoccupato quando non tiravamo. Credo il mister abbia trovato degli accorgimenti tattici per risolvere la mancanza di pericolosità. Il problema è stato ben centrato dall’allenatore. Non credo il gruppo risenta di questo momento, basta spiegare ai giocatori che sono cori di incitamento, non sono destinati a rovinare quanto costruito”.
“Perché non abbiamo toccato l’attacco a gennaio? Bisogna andare sui numeri, se volete faccio circolare un documento stilato questa mattina immaginando domande di questo tipo. Io credo non ci sia cosa più bella che ammettere un errore, ma deve essere verificato con i numeri. Tenendo presente i gol segnati dai 3 attaccanti più profili di ogni squadra, abbiamo 7 squadre sotto di noi. È un dato numerico che probabilmente ha guidato l’operato dell’area tecnica”.
“Auspica un dialogo diretto con la tifoseria? Credo la tifoseria possa valutare quanto detto oggi, io poi sono pronto a confrontarmi con tutti. Non direi cose diverse da quanto detto oggi. Credo che le risposte che la tifoseria cercava siano arrivate”.