Il destino è nelle nostre gambe: senza paura Salento
Carica ed entusiasmo
Sabato 13 maggio. Nel Salento la giornata è nuvolosa, uggiosa, ha davvero poco a che fare con la nostra idea di primavera. I tifosi del Lecce rientrano in casa alle 18 ma non perché ci sia una partita dei giallorossi. In realtà, stanno per scendere in campo Spezia e Milan ed al popolo salentino interessa parecchio e da vicino il risultato della formazione ligure. Una mancata vittoria della compagine allenata da Semplici consegnerebbe a Hjulmand e compagni il primo match point salvezza nella giornata successiva, al Via Del Mare proprio contro lo Spezia.
La gara, però, racconta una realtà diversa. Il Milan affonda al Picco e perde 2 a 0, con i padroni di casa che vincono una gara fondamentale e si avvicinano ancor di più al Lecce, distante così soltanto due punti. Al triplice fischio finale una profonda depressione colpisce il cuore dei tifosi giallorossi che, come ormai di consueto, inondano le loro bacheche Facebook ed i canali ufficiali dell’Unione Sportiva Lecce, commentando in modo catastrofico quanto appena accaduto.
Quando parliamo di maturità e di equilibrio pensiamo proprio a questo. A quanto accade nella nostra piazza – parliamo della nostra perché è quella che conosciamo davvero bene – ogni volta che una diretta concorrente conquista una vittoria. Nel Salento c’è questa maledetta abitudine: il giardino degli altri è sempre più verde, la squadra degli altri sempre più competitiva e l’attaccante degli altri sempre più forte. Che poi se quell’attaccante viene acquistato dal Lecce di punto in bianco ritorna ad essere scarso, ma questa è un’altra storia.
Allo stadio cantiamo “la gente come noi non molla mai”, intoniamo “forza Lecce non mollare mai” però poi siamo noi i primi ad avere paura. Una ingiustificata e immotivata paura. Perché se il trend del Lecce è negativo, quello del prossimo avversario che affronteremo in uno scontro diretto di certo non è entusiasmante. Lo Spezia nell’ultimo periodo ha battuto soltanto Inter e Milan, affrontandole nel loro momento peggiore. Complimenti alla squadra di Semplici ma anche il Lecce ha alternato prestazioni convincenti ad altre meno esaltanti, raccogliendo anche meno di quanto meritasse. E chi nega questo è in malafede, senza alcun dubbio.
Noi pensiamo che il Milan, al contrario, vada ringraziato. Che la vittoria dello Spezia di ieri sia manna dal cielo, se accostata all’ottimo pareggio dei giallorossi in casa della Lazio, terza in classifica. Il Lecce domenica scenderà finalmente per vincere uno scontro diretto. Senza calcolatrici in mano e tabelle che puntualmente non vengono rispettate. E, qualora dovesse ottenere i 3 punti, non dovrebbe dire grazie a nessuno, né ai rossoneri né ad altri, come sempre nella sua centenaria storia.
Sembra che abbiate dimenticato da dove veniamo. Sembra che gli anni di C siano solo un lontano ricordo. E invece sono lì, a dirci che nei momenti difficili abbiamo sempre avuto la forza di lottare, di rialzarci, di reagire, anche se di solito ci mettiamo più degli altri. Sembra che non sappiate che siamo fatti di sofferenza e sudore, impastati nella sofferenza, con il cuore in gola fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Lo diciamo con vanto a chi tifa le strisciate, lo affermiamo con quel senso di orgoglio che ci contraddistingue, vanità che si può permettere solo chi tifa e difende i colori della squadra della propria città.
Oggi è domenica ma purtroppo per noi la domenica sbagliata. La prossima sarà quella decisiva, quella del dentro o fuori, quella in cui in campo ci si gioca 9 mesi di lavoro ma sugli spalti 9 mesi di sacrifici, di treni, aerei e pulmann presi per seguire la squadra in ogni dove, di soldi spesi solo per sostenere quei colori che “ogni volta che vediamo, ci fanno battere forte il cuore”.
Se il Lecce fosse quello che vedono gli altri, vi diremmo che non ce la faremo. Che domenica sarebbe meglio andare al mare, tempo permettendo. Ma il Lecce è quello che vediamo noi, e la squadra che difendiamo in ogni discussione e che amiamo al di là del risultato.
Carica ed entusiasmo Salento perché dopo 12 anni è arrivato il momento di riconquistare la salvezza e infondere fiducia alla squadra, un gruppo di ragazzi giovani ma determinati, pronti ad assorbire tutta l’energia positiva che trasmettiamo. Basta isterismi, basta polemiche, basta “l’avevo detto io”, basta convinzioni personali e battaglie inutili.
Ora c’è solo il Lecce e non dimenticate che il destino, per una volta, è nelle nostre…gambe.