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Javier Ernesto Chevanton, ex attaccante del Lecce, ha parlato di Pablo Rodriguez in un’intervista rilasciata al Nuovo Quotidiano di Puglia.

Questo il suo pensiero: “Sono due storie diverse. Sono diversi i tempi, questa è un’altra epoca. Io venivo da più lontano, da un’esperienza con il Danubio, serie A uruguaiana, più di cinquanta gol. Pablo viene da una grandissima scuola di campioni come quella del Real Madrid. Già una vittoria importante nella Youth League, un gol al Benfica. Viene in un campionato della B italiana assai diverso dalle esperienze giovanili vissute in Spagna, un campionato duro, difficile. Ha fatto i conti con intoppi forzati per via degli infortuni e si è presentato sulla scena nel segno della immediatezza, il gol subito, quasi un rapporto speciale con il pallone, con la partita. È straordinariamente generoso, leggi in ogni suo scatto la voglia di affermarsi, è positivo nel carattere, si inserisce subito nella logica del gioco. Sta cogliendo le opportunità che gli sta offrendo con sagacia mister Corini. È venuto qui, Pablito, per trovare quella continuità che il Real Madrid non poteva ancora dargli. Sta crescendo in fretta, in maniera esponenziale, ha sfruttato al massimo l’occasione della prima partita giocata sin dall’inizio. Dobbiamo aiutarlo a crescere, garantendogli fiducia e serenità, evitandogli ogni pressione. Ha margini di maturazione enormi. Il futuro dipende solo da lui, non mi pare che sia il tipo che si accontenta di quello che fa, mi pare che guardi sempre più in alto”. L’ex Siviglia prosegue: “Non mi piace paragonare le mie caratteristiche con quelle di Pablo e di altri attaccanti. Ognuno di noi è se stesso. Ammiro molto la sua personalità davvero importante rispetto all’età, almeno per quello che fa vedere in campo, la sua determinazione, il comportamento con i compagni, con gli altri. Magari può accomunarci un po’ la velocità. Ma io ero sempre sotto porta, nel cuore dell’area di rigore, cercando di colpire, lui è un esterno che viene magari anche da lontano e arriva in area con leggerezza e con un ottimo passo, sempre lucido, vede la porta, valorizza le risorse tecniche. Ecco, ciò che ci accomuna veramente è la generosità”. Cheva conclude: “C’è un altro aspetto diverso che mi piace sottolineare. Adesso c’è la figura del procuratore che magari condiziona il cammino, lo stesso destino di un calciatore. Io ho avuto la fortuna di avere accanto uomini che mi hanno consigliato bene e uomini che mi hanno fatto scoprire quanto sia bella questa città, dove sono rimasto perché io sono innamorato di Lecce, che è stata per me, dopo l’Uruguay, l’inizio di un’altra vita. Ringrazio Corvino, il presidente, tutti coloro che mi hanno offerto l’opportunità di vivere qui. Sento che Lecce sta già contagiando anche Pablito. Che vuole vivere qui gli anni del contratto. Mi piace immaginarlo felice, con i suoi gol che spingono verso la promozione come accadde a me. La vittoria sulla Cremonese può essere quella della svolta per una squadra che è un saggio mix di esperienza e gioventù, prezioso per andare lontano. Adesso dobbiamo vincere subito col Cosenza”.
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