Corvino ed il mercato che alza il tiro: ecco perché
In casa Lecce si sta lavorando giorno e notte per rendere la squadra sempre più competitiva
Alzare l’asticella. Questa espressione negli ultimi due anni è stata un po' sulla bocca di tutti. Dirigenti, calciatori, allenatori e perfino i tifosi hanno sempre parlato utilizzando questo modo di dire.
Obiettivo costante
Alzare l’asticella è il costante obiettivo dell’Unione Sportiva Lecce. In campo e fuori dal rettangolo verde. Alzare il livello della rosa, delle competenze, delle strutture, di tutto quello che fa parte di questa società e che può e deve essere migliorato.
Restando al campo, a quello che accade in quei 120 metri di prato verde, è ovvio che al terzo anno di Serie A l’intento sia quello di provare a garantire all’allenatore delle alternative ancora più valide rispetto al passato.
I nuovi acquisti alzano l’asticella
In questo progetto si collocano a meraviglia i 4 neo acquisti compiuti dal duo Corvino-Trinchera in questa prima fase di mercato.
In porta è arrivato un estremo difensore di livello, che potrà gareggiare per una maglia da titolare con Falcone, aumentando la concorrenza in un reparto che negli ultimi due anni è stato monopolizzato dall’ex portiere della Sampdoria.
In difesa, a centrocampo ed in attacco gli arrivi rispettivamente di Kalionda Gaspar, Balthazar Pierret e Tete Morente rappresentano le stesse linee guida. Tutti sono arrivati per alzare l’asticella e permettere a Gotti di compiere le proprie scelte in base alla condizione fisica di quel momento e non sulla qualità differente dei giocatori a disposizione.
Negli anni il sogno è quello di avere 25 giocatori di pari livello, in modo da variare la formazione senza mai danneggiare l’undici in campo. Per arrivare a questo, però, ci vuole del tempo ed il Lecce, come normale che sia, sta vivendo fasi di crescita intermedie, nelle quali si effettuano piccoli passi in avanti, evitando di tornare indietro bruscamente.
In questo mercato si proverà ad alzare la famosa asticella. Poi toccherà al campo, come sempre giudice supremo, emanare il proprio verdetto finale.