A Bergamo un Lecce bello ma sconfitto: la Serie A non perdona gli errori
I giallorossi non sono riusciti a rimontare il vantaggio di Lookman ma hanno sfoderato una grandissima prestazione che ha messo alle corde l'Atalanta nel secondo tempo
Anche tenendo conto del valore dell'avversario e dell'emergenza della vigilia in virtù delle tante assenze, si può dire con fermezza che a Bergamo si è vista una delle migliori versioni del Lecce in questa stagione.
Lo ha sottolineato lo stesso Roberto D'Aversa al termine della partita come ci sia poco da rimproverare alla prestazione dei suoi ragazzi, che hanno fornito una prova di spessore e personalità su uno dei campi più difficili della Serie A, ma hanno pagato la poca incisività negli ultimi metri.
Venendo alla formazione iniziale, in alcuni ruoli le scelte erano praticamente obbligate. Al centro della difesa è stato rispolverato Touba, che ha fornito una buona prova assieme a tutto il resto del pacchetto arretrato. Merita una menzione speciale la prestazione di Antonino Gallo, un vero martello sulla fascia, che ha concesso le briciole agli avversari e ha gestito con personalità il pallone.
In mezzo al campo si è rivisto dal primo minuto Mohamed Kaba e la differenza si è vista tutta. Se sta bene è un giocatore senza ombra di dubbio imprescindibile per questo. Il francese ha fisico, visione e buon dinamismo in mezzo al campo, garantisce copertura e solidità nei duelli avversari. Non a caso a fine partita è risultato fra i migliori in campo, come già accaduto, peraltro, nella trasferta di San Siro prima di Natale. Con lui cresce anche Ylber Ramadani, che può agire liberamente sapendo di essere “protetto” dal suo compagno in mezzo al campo. Ha completato il terzetto di centrocampo Hamza Rafia, che ha perso qualche pallone di troppo, ma ha giocato una grande partita di sacrificio in fase di non possesso. In avanti, D'Aversa ha optato per tridente composto da Remi Oudin, Gabriel Strefezza e Nikola Krstovic e dei tre il brasiliano è apparso sicuramente il più ispirato.
Quanto all'andamento della partita, sin dalle prime battute di gara si è avuta l'impressione che il Lecce avesse preparato molto bene la partita. I giallorossi, nella prima frazione di gioco, hanno limitato l'Atalanta, concedendo il minimo sindacale in termini di chance per segnare e tenendo bene il campo nei duelli uno contro uno. Nella ripresa la squadra di D'Aversa ha acquisito sempre maggiore fiducia, fino al gol inventato da Ademola Lookman, che è riuscito a lavorare bene un pallone quasi al limite dell'area insaccando all'angolino un destro preciso. Dopo lo svantaggio, il Lecce ha vacillato un po', prima di riprendere le misure e tornare a proporre il suo calcio.
La vera pecca della partita è stata non riuscire a tramutare in gol le tante occasioni create. Se ne contano almeno quattro, alcune più clamorose di altre: il colpo di testa di Nikola Krstovic da pochi metri quando il risultato era ancora sullo 0-0, un destro sparato alto ancora dal montenegrino poco dopo lo svantaggio, un diagonale di poco fuori calciato da Roberto Piccoli e un calcio di rigore in movimento di Remi Oudin respinto in volo dal portiere avversario. La Serie A non perdona e se si crea tanto ma si concretizza poco allora diventa difficile fare dei punti.
Resta allora il rammarico per il risultato, ma l'orgoglio per la prestazione. Dallo spirito di Bergamo dovrà ripartire il Lecce di D'Aversa nel 2024, a partire dalla sfida contro il Cagliari del 6 gennaio. Uno scontro diretto delicatissimo, che segnerà la fine del girone d'andata, in cui i punti varranno doppio.