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Il Lecce inanella il terzo pareggio consecutivo e la domanda è sempre la stessa: due punti persi oppure un punto guadagnato? Noi siamo dell'idea che siano due punti persi, come nelle altre occasioni in cui il Lecce non ha ottenuto la vittoria e forse in questa ancor di più. Quasi 90 minuti di aggressione, intensità, conduzione del gioco, anche in trasferta contro la ex capolista costretta nella propria metà campo a difendersi senza la possibilità di ripartire per più di un'ora. Alla fine il gol del pareggio da parte dei giallorossi arriva soltanto su rigore, perchè nonostante la mole impressionante di gioco prodotta è mancato quasi sempre un fondamentale. Quale? L'ultimo passaggio. E chi ha in squadra il Lecce in grado di effettuare con precisione chirurgica l'ultimo passaggio? Filippo Falco. E dov'è stato Falco per quasi tutta la partita? A scaldare la panchina. Bene. Questa considerazione nulla vuole togliere al lavoro eccellente eseguito da coloro che si sono alternati in campo, sono stati maiuscoli, però in rosa si ha un solo elemento con determinate caratteristiche, doti che servono soprattutto quando gli avversari si chiudono a riccio. Noi lo teniamo in panchina, chissà perchè. Lanna, che sostituisce Corini alle prese con il Covid-19, rispolvera dal primo minuto Pettinari, prestazione sotto tono da parte della punta romana che non ha sfruttato al meglio la chance datagli dallo staff tecnico. E' sembrato timido l'ex Crotone, incapace di dialogare negli spazi stretti concessi dalla retroguardia granata, anche se ha partecipato all'aggressione, quasi all'arma bianca, prodotta dai salentini. La partita inizia con la doccia fredda, a causa dell'ennesima ingenuità prodotta in fase difensiva: lasciato libero al limite dell'area un avversario, con i due centrali a correre verso la porta e le mezz'ali in colpevole ritardo. Risultato? Uno a zero per gli uomini di Castori. Quello del gol resterà l'unico tiro scagliato verso Gabriel; un paio di altri pericoli, quando il Lecce rifiatava dopo aver raggiunto il pari, sono finiti fuori, di poco. Quello che però è rimasto impresso negli occhi sia dei calciatori della Salernitana che di tutti coloro hanno visto la partita è stata la forza d'urto impressionante che riesce a produrre il Lecce, anche per lungo tempo. Vedere la ex capolista ridotta a difendersi con tutte le armi a disposizione per tanto tempo dà l'esatta dimensione del Lecce, un “mostro” rispetto agli uomini di casa. Eppure il gol del meritato vantaggio è rimasto stampato sulla testa di Marco Mancosu che, dopo aver segnato su rigore quello del pareggio (e ce n'era anche un altro evidentissimo per fallo sempre di Lopez su Lucioni), si è visto recapitare sulla fronte la palla dell'1-2 ma, non si sa come, da solo a porta aperta, l'ha depositata docilmente tra le mani del portiere avversario. La partita è giunta al termine con il risultato di parità, l'ennesimo, forse immeritato, ma tre punti in tre partite sono pochi per chi mira a vincere il campionato. Il Lecce è atteso, come tutte le altre formazioni del campionato cadetto, a incontri ravvicinati, vissuti senza la possibilità di poter riposare. Si deve ricominciare a vincere, è giunta l'ora che si usino tutte le armi a disposizione. Tutte. Perchè diciamo questo? Se lo staff tecnico pensa che Falco, in serie B, possa essere l'uomo da inserire solo a partita in corso non ha capito niente e non sta facendo un favore né all'U.S. Lecce, né ai tifosi e sicuramente non lo sta facendo a se stesso. Falco ha sbagliato, così come Mancosu e Tachtsidis, ma pensare anche lontanamente che sia il più “debole” tra le punte a disposizione è pura follia. Perchè probabilmente è il più forte.
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